Ambiente 

Deposito di scorie nucleari, Salento tra i pochi siti idonei in Italia

Il Governo è ancora al lavoro per individuare l'area che ospiterà i rifiuti radioattivi ma il rischio terremoti esclude gran parte delle regioni italiane. Il Salento e buona parte del...

Il Governo è ancora al lavoro per individuare l'area che ospiterà i rifiuti radioattivi ma il rischio terremoti esclude gran parte delle regioni italiane. Il Salento e buona parte della Puglia fino a Bari - insieme a poche altre zone in Italia- potrebbero presto ospitare il nuovo deposito di scorie nucleari a bassa intensità prodotte sul suolo nazionale. Le province pugliesi, escluse Bat e Foggia, sono, infatti, aree a basso rischio sismico e quindi, come tali danno più garanzie di sicurezza. Nella cartina redatta dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia si vedono chiaramente le aree “off limits” quelle in cui, in base alle vigenti norme tecniche per le costruzioni c’è una probabilità del 2% che in un periodo di 50 anni si verifichi un terremoto con picco di accelerazione pari o superiore a 0,25 g”. A questo criterio di esclusione se ne aggiungono altri 27, tra cui quello che impone una distanza minima di cinque kilometri dalla costa, il limite di altitudine fissato a 700 metri sul livello del mare che esclude di fatto tutte le aree alpine e montuose e il rischio geologico e idrogeologico. Ciò non vuol dire che il Salento sia realmente in testa all’elenco di siti potenzialmente idonei: la lista ufficiale stilata dal Governo non è ancora stata resa nota, nonostante su questo si attendessero già delle proposte per agosto. Proprio in merito ai ritardi nel procedimento si è espressa di recente la Commissione d’inchiesta sui rifiuti che, come si legge sulla Stampa, ha manifestato “preoccupazione per il prolungarsi dei tempi di attesa per la pubblicazione della proposta di Carta delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale, soprattutto per l’effetto negativo che i successivi, ripetuti rinvii possono produrre sull’immagine di trasparenza del procedimento”.  Intanto è  partita una campagna di informazione con sito web e spot tv per informare i cittadini sul procedimento. L’obbiettivo è di raggiungere una decisione quanto più condivisa possibile per evitare proteste violente come quella del 2010 a Scanzano Jonico.  

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