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Unioni civili, da oggi entra in vigore la legge Cirinnà

Entra in vigore oggi la legge Cirinnà che riconosce le unioni civili, anche per le coppie omosessuali, e la convivenza per le coppie di fatto. Ecco cosa cambia con il ddl approvato dal Parla...

Entra in vigore oggi la legge Cirinnà che riconosce le unioni civili, anche per le coppie omosessuali, e la convivenza per le coppie di fatto. Ecco cosa cambia con il ddl approvato dal Parlamento lo scorso 11 maggio e che, ricordiamo, ha stralciato il capitolo sulle adozioni che restano vietate. Costituzione dell'Unione civile: l'unione civile si formalizzerà davanti ad un pubblico ufficiale e alla presenza di due testimoni. L'atto si registra nell'archivio dello stato civile. Per celebrare le prime unioni bisognerà attendere il 30 giugno, giorno in cui sarà emanato il decreto che conterrà tutte le informazioni. Cognome: la coppia può scegliere se assumere un solo cognome o mantenerli separati. Obblighi reciproci: l'obbligo è di assistere moralmente il partner, vivere insieme ma non necessariamente essergli fedele. Eventuali relazioni extra, non saranno appellabili nella causa di separazione. Vita familiare: la coppia decide dove vivere, fissando la residenza. Rapporti Patrimoniali: se non viene espressamente scelta la separazione dei beni, sarà automaticamente decisa la comunione. Entrambi dovranno contribuire in base alle possibilità lavorative ma anche alla coppia gay saranno ora riconosciuti diritti come i congedi parentali, i contratti collettivi di lavoro, le detrazioni per il coniuge, tre giorni di permesso per l'assistenza al coniuge portatore di handicap. Pensione: al partner spetterà la pensione di reversibilità e il Tfr oltre al 50% dei beni del defunto. Per la separazione valgono le stesse regole del divorzio tranne il periodo di separazione che nelle unioni civli non è previsto. Convivenze di fatto: rispetto alle prime ci sono meno obblighi per la coppia. Si intendono convivenze quelle tra "due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile". I conviventi hanno il diritto di assistere il partner in carcere, in ospedale, in caso di malattia e di prendere decisioni nel caso della donazione degli organi. Al convivente il diritto a subentrare nel contratto di locazione della casa se il partner - intestatario - muore. Mentre se l'appartamento è di proprietà del convivente, l'altro può vivere per un periodo che va dai due ai cinque anni. Alla coppia va la scelta di sottoscrivere o meno un patto che disciplini i rapporti patrimoniali e, quindi, scegliere o meno la comunione dei beni. Quando la convivenza finisce, "il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall'altro gli alimenti qualora versi in stato di bisogno". Sino ad oggi, come è noto, non c'era nulla che regolamentasse le unioni. Ma alcuni Comuni in Italia, aveva istituito - più per valore simbolico che altro - il registro delle Unioni civili. Potevano iscriversi i conviventi - già iscritti nello stesso stato di famiglia -, le persone legate da un vincolo affettivo o reciproca assistenza morale e materiale. L'iscrizione non generava alcun diritto anagrafico o di stato civile ma valeva per le graduatorie delle case popolari. In Puglia lo hanno istituto negli scorsi anni Barletta e San Ferdinando di Puglia, nella Bat, Bari (e il Municipio Madonnella) e Gioia del Colle, Trepuzzi e Uggiano la Chiesa in provincia di Lecce, Manduria nel tarantino. Brindisi, invece, lo bocciò.  Fonte: BariSette.     

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