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In Puglia la manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil per dire no al caporalato

Secondo gli organizzatori i partecipanti sono diecimila e provengono da ogni parte d’Italia. Contro il caporalato e il lavoro nero in  agricoltura, per il rinnovo dei contratti e per un ...

Secondo gli organizzatori i partecipanti sono diecimila e provengono da ogni parte d’Italia. Contro il caporalato e il lavoro nero in  agricoltura, per il rinnovo dei contratti e per un lavoro di  qualità: sono le richieste dei  15mila agricoltori (la stima è degli organizzatori) che oggi a Bari aderiscono allo sciopero di otto ore proclamato da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e che stanno sfilanco per le strade della città. Provengono da diverse regioni d’Italia e al corteo - partito da piazza del Ferrarese -  partecipano anche molti immigrati. «Il lascito del governo Renzi nei primi quattro mesi di  quest’anno parla chiaro con un più 69 per cento di assunzioni a termine e un  più 154 per cento di vaucher », dice Stefano Mantegazza, segretario  generale della Uila Uil che chiede lo stop all’uso dei vaucher,  di porre un freno al lavoro in nero che coinvolge più di 400mila persone e porre fine ai continui rinvii dei contratti provinciali agricoli. Luigi Sbarra, segretario della Fai  Cisl accusa Governo e Parlamento di non aver ancora  approvato il disegno di legge «che inasprisce le pene per chi fa  intermediazione illegale di manodopera. Mentre l’anno scorso si  celebravano i fasti del made in Italy all’Expo di Milano, 13 persone  sono morte sotto il sole lavorando in condizioni di sfruttamento e  paraschiavismo». “Abbiamo sollecitato l'impegno per il rinnovo dei contratti di lavoro che è strumento sostanziale per riconoscere dignità ai lavoratori, ma anche per garantire l'etica delle imprese a tutela della concorrenza sui mercati, nell’ennesima stagione drammatica per i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione. Oggi abbiamo un luogo, presso la Presidenza della Regione Puglia, dove, declinando l’intesa siglata a livello nazionale sul territorio pugliese con un protocollo stringente, sta lavorando un tavolo tecnico sulle singole voci sanità, trasporti, acqua, sicurezza, contratti di lavoro. Occorre combattere senza tregua il becero sfruttamento che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli, ma serve una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore che non è possibile se le arance nei campi sono sottopagate a 7 centesimi al chilo e i pomodori poco di più”. È il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a margine della manifestazione nazionale dei sindacati Cgil, Cisl e Uil a Bari, in occasione dello sciopero generale dei lavoratori agricoli. “L’introduzione del principio di corresponsabilità dal campo allo scaffale – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - è una importante novità positiva nella lotta al caporalato che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera, dalle distribuzione all’industria per arrivare a sottopagare i prodotti nelle campagne. Non va certamente più rinviata l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come dimostrano i 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni, assunti regolarmente in agricoltura (Dossier statistico immigrazione 2014 - Rapporto Unar)”.

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