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Caporalato, Emiliano al Governo: “La Puglia pretende lo sgombero del ghetto”

Alla vigilia della visita a Foggia del Guardasigilli, il Governatore pubblica un lungo post e interagisce con gli utenti difendendo il Partito democratico: “Non è un letamaio sta solo sba...

Alla vigilia della visita a Foggia del Guardasigilli, il Governatore pubblica un lungo post e interagisce con gli utenti difendendo il Partito democratico: “Non è un letamaio sta solo sbandando”.  “La Regione Puglia pretende al più presto lo sgombero dell'area del ghetto e la sua restituzione al demanio regionale. Chiede inoltre che le aziende agricole pugliesi si facciano carico dell'allestimento permanente delle foresterie necessarie allo svolgimento della stagione agricola con l'aiuto anche economico della Regione. Lancio infine un appello al ministro Orlando, che domani farà un viaggio lampo in Capitanata e al Parlamento, affinché la nuova legge contro il Caporalato sia approvata al più presto. La Puglia non può più essere lasciata sola a difendere i diritti umani il cui rispetto è il fondamento della nostra civiltà”. Si conclude così il lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il presidente della regione Puglia alla vigilia della visita a Foggia del ministro della Giustizi, Andrea Orlando.  “Nel gran ghetto della Provincia di Foggia è nata ed è cresciuta un'associazione mafiosa che avvalendosi della forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo perdurante da anni tra i capi ed organizzatori del campo stesso, ha determinato una condizione di assoggettamento e di omertà che induce tutti i lavoratori agricoli stranieri che giungono nell'area a dover risiedere nel ghetto per poter sperare di ottenere un lavoro attraverso i caporali che pure fanno parte della organizzazione. Chi non risiede nel gran ghetto o in altri luoghi minori egualmente controllati, non può ottenere un ingaggio”, sottolinea il Governatore.  “L'organizzazione lucra sui servizi" offerti al campo - affitto delle baracche, cibo, bevande, prostituzione, droga, e naturalmente l'intermediazione della mano d'opera - per ottenere un vantaggio economico. Le aziende agricole pugliesi e soprattutto non pugliesi che alimentano il circuito nelle fabbriche del pomodoro sempre più in crisi per la concorrenza estera, devono per forza fare riferimento ai caporali collegati al ghetto per trovare manodopera che non potrebbero ottenere altrimenti”, aggiunge.  “La micidiale macchina di sfruttamento delle persone – continua - così messa in opera è stata da me denunziata per la prima volta negli ultimi dieci anni alla Direzione distrettuale antimafia di Bari e in funzione di tale denunzia l'area è stata sequestrata con facoltà d'uso allo scopo di consentire alle autorità di polizia di sgombrare il campo e restituirlo alla Regione Puglia (parte offesa del reato di occupazione abusiva) nel rispetto dei diritti delle persone ivi ridotte in schiavitù. Contemporaneamente la Regione Puglia ha avviato con il Governo una collaborazione per costruire una moderna struttura che ospiti civilmente i lavoratori (che non sono migranti) che ogni anno con regolare permesso di soggiorno rendono possibile l'economia agricola della Capitanata e dell'Italia intera”. “La Regione Puglia ha messo a disposizione due aree di sua proprietà dove realizzare provvisoriamente la foresteria delle aziende agricole foggiane e ha assunto l'impegno a sostenere i costi di gestione della struttura e del trasporto dei lavoratori presso i luoghi di lavoro”, evidenzia e scrive: “Nonostante fossimo partiti con ampio anticipo l'operazione non si è potuta realizzare per inaspettate e improvvise difficoltà burocratiche del Governo nel finanziare la realizzazione della Foresteria, nonostante gli impegni presi in tal senso”. Il post ha incassato diverse condivisioni, like e commenti. Tra questi c'è stato anche chi plaudendo al post del Governatore gli ha chiesto cosa ci faccia ancora in partito diventato un letamaio. A cui Emiliano replica: “Il Pd non è un letamaio. Sta sbandando, in modo grave. Ma sbanderà di più se lo molliamo. E non c'è niente altro cui aggrapparsi”. Fonte: Barisette. 

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