Cronaca Lecce 

Condannato a 30 anni di carcere, si dà alla latitanza: catturato in un b&b a due passi dal mare

Arrestato un 51enne condannato per l'omicidio di Gabriele Manca. A stanarlo sono stati i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale.

Si è chiusa nella mattinata di sabato la latitanza del pregiudicato 51enne Carmine Mazzotta, sparito dalla circolazione dal 7 marzo di quest’anno, poche ore dopo la sentenza definitiva della Cassazione che aveva confermato la condanna a 30 anni di carcere, inflittagli dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio 2024, poiché riconosciuto colpevole del reato di omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi commesso il 17 marzo 1999 ai danni del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga e poi assassinato in una zona di campagna compresa tra Lizzanello e la frazione di Merine. Il cadavere del giovane fu ritrovato il successivo 5 aprile, nel giorno di Pasquetta.

La vittima, secondo il quadro ricostruito dai Carabinieri del ROS 18 anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola esplosi alle spalle con una Tokarev semi-automatica calibro 7,62, mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione, fra cui Carmine Mazzotta, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, tirato in ballo anche da due collaboratori di giustizia.


Dopo la condanna in primo grado a trent’anni con il rito abbreviato e confermata in Appello, i giudici della Cassazione avevano annullato con rinvio la condanna per Mazzotta, ragion per cui era stato intentato un nuovo processo d’appello a Taranto. in seguito alla decisione definitiva della condanna a trent’anni arrivata il 7 marzo scorso, l'uomo si era reso “uccel di bosco”, ma alla fine è stato rintracciato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, all'esito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni, i militari dell’Arma hanno individuato il presunto nascondiglio del latitante presso un B&B di Torre Lapillo poco distante dalla spiaggia, perciò sono rimasti appostati giorno e notte per essere sicuri che fra gli ospiti della struttura ci fosse proprio il 51enne da catturare. Prima di entrare in azione, due carabinieri, fra cui una donna, hanno prenotato una stanza spacciandosi per una coppia di turisti arrivati in Salento per il “ponte” festivo. Una volta individuata la camera occupata dal latitante, hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendolo di sorpresa.


Il 51enne, che aveva trovato rifugio nel b&b senza dare il vero nome e cognome, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata, oppure qualche sporadico spostamento nei dintorni per fare la spesa, ma naturalmente la sua versione è tutta da verificare. L’uomo aveva con sè vari smartphone e diverse utenze telefoniche, oltre a capi di abbigliamento non solo estivi ma anche invernali, pertanto non è escluso che avesse pensato di spostarsi altrove per prolungare la sua latitanza.

Il 51enne è stato quindi portato in carcere a Lecce, dove dovrà scontare la pena definitiva, nel frattempo con gli elementi acquisti durante le sue ricerche, sono in corso ulteriori indagini da parte dei Carabinieri, mirate a ricostruire il periodo di latitanza e a scoprire le persone che lo hanno protetto e aiutato dal giorno della sua fuga.


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