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Lecce, appello per gli alberi

Lettera aperta del Coordinamento per gli Alberi e Verde di Lecce a difesa del patrimonio vegetale della città.

Lettera aperta del Coordinamento per gli Alberi e Verde Lecce a firma di alcuni cittadini ed associazioni che hanno voluto lanciare un appello per gli alberi di Lecce sottoposti da anni a tagli ed eradicazione: ''Ci rivolgiamo a Voi per denunciare un problema che sta gravemente compromettendo il patrimonio verde della nostra città, offendendone la bellezza, la ricchezza paesaggistica, la vivibilità, la salute dei cittadini''.

''Negli ultimi anni il patrimonio vegetale della città di Lecce (arboreo, ma non solo) ha subito un depauperamento vieppiù preoccupante per la rapidità con cui è avvenuto. Per molti, purtroppo, gli alberi non sono altro che un inutile ingombro, un fastidio, un pericolo; per l'Amministrazione Comunale solo un costo e una fonte di preoccupazione, perciò quello che diremo potrà sembrare un capriccio, un’esagerazione o una lamentela che non attiene i reali problemi della città... Ma non è così''.

''Quanti si occupano seriamente di pianificazione urbana, da tempo hanno dimostrato che non c’è futuro vivibile (né presente) senza un’elevata copertura arborea nelle città, che dovrebbe attestarsi al livello ottimale del 30% del territorio. La situazione a Lecce, evidentemente, è invece in totale controtendenza: alcune stime riportano che negli ultimi nove, dieci anni Lecce ha perso circa 5000 alberi, per i motivi più svariati, abbattimenti, ma anche crolli (dovuti quasi sempre a danni inferti alle piante o assenza di manutenzione) e incendi (quasi sempre dolosi), e solo in minima parte tale perdita è stata compensata da nuovi alberi effettivamente attecchiti''.

''Citando il prof. Daniele Zanzi, esperto di Arboricoltura di fama internazionale: «Vi è sempre un motivo per uccidere un albero». Nello specifico, gli abbattimenti più gravi a Lecce sono avvenuti per i seguenti motivi: presunte esigenze di sicurezza attorno allo stadio “Ettore Giardiniero” (2019) hanno portato all’eliminazione di circa 230 alberi, la metà dei quali pini; necessità di riparazione di asfalti e marciapiedi dissestati dalle radici dei pini; progetti di “Mitigazione del dissesto idrogeologico”, ma abbattere alberi con questa motivazione è un controsenso, essendo gli alberi il principale elemento di contrasto al dissesto idrogeologico, grazie al rallentamento della violenza della pioggia e all’aumento di penetrazione di acqua nel terreno, che ostacolano lo scorrimento superficiale causa di allagamenti (naturalmente occorrerebbe, oltre a mantenere gli alberi esistenti, ridurre le superfici impermeabili costituite da asfalto, cemento e mattoni “tradizionali”, aumentando al contempo le superfici coperte con materiali drenanti e il terreno coperto da prati); potature fatte senza competenza specifica “alla maniera degli alberi da frutto” e sempre in modo troppo drastico, che hanno talvolta portato alla morte degli alberi; per ultimo gli sventurati progetti PNRR finalizzati alla “riqualificazione ecologica”, in nome dei quali (non solo a Lecce) si abbattono senza pietà alberi ultradecennali sani e stabili''.

''Le alberature previste per la loro sostituzione darebbero i loro benefici non prima di 10-15 anni, quando le chiome potranno avere forse un’ampiezza comparabile alle attuali (comunque è difficile dal momento che i nuovi alberi saranno di seconda o terza grandezza così da avere chiome e apparati radicali contenuti), con un ovvio saldo ecologico ed ecosistemico negativo. Tutto ciò è inaccettabile, soprattutto in un ambiente urbano come quello salentino, caratterizzato da estati sempre più prolungate, siccitose e con picchi termici sempre più elevati, che gli alberi contribuiscono a mitigare''.

''Con l’alibi della “riqualificazione”, pertanto, si decidono a tavolino abbattimenti preventivi e specie-selettivi, in particolare si condannano e si eliminano indiscriminatamente i pini definendoli “instabili di per sé” e quindi soggetti a crollare al primo colpo di vento, una sostituzione botanica che ha l'aspetto di una “soluzione finale”. La scienza invece, in particolare l’arboricoltura moderna, ci insegna tutt’altro: i cedimenti improvvisi sono causati il più delle volte dalla compromissione dell’apparato radicale in occasione di lavori stradali invasivi svolti in assenza di supervisione agronomica e in modo approssimativo, d'altro canto per valutare la pericolosità bisogna interpellare tecnici preparati specificamente sugli alberi urbani''.

''L’abbattimento preventivo annunciato dall’Assessorato all'Ambiente di Lecce durante una Commissione Consiliare dello scorso febbraio è un vero “suicidio ecologico” che, se messo in atto, causerebbe una perdita incalcolabile di benefici ecologici, essenziali per il benessere della cittadinanza (come autorevolmente descritto dal neurobiologo vegetale prof. Stefano Mancuso in numerose pubblicazioni, dal prof. Francesco Ferrini, docente di spessore internazionale di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree dell’Università di Firenze, e da tanti altri studiosi) tra i quali: effetto condizionatore (mitigazione dell’isola di calore urbana); assorbimento della CO2; assorbimento del particolato; produzione di ossigeno; mitigazione degli effetti delle piogge torrenziali; miglioramento generale del benessere psicologico, con effetti benefici anche sugli stati depressivi (Forest therapy); riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari e respiratorie e miglioramento del benessere psicofisico in generale''.

''L’Amministrazione comunale è stata dagli scriventi messa al corrente diciotto mesi fa sulla possibilità concreta di rimodulare il Progetto di “riqualificazione ecologica” della circonvallazione cittadina, che prevede l’abbattimento di 107 esemplari (in buona parte già compiuto), salvaguardando le alberature di alto valore ecologico e paesaggistico grazie a tecniche moderne di “risoluzione delle interferenze tra apparati radicali e infrastrutture urbane”, ma le proposte avanzate (per l’ennesima volta ai primi di febbraio 2025) non sono mai state ritenute meritevoli di attenzione''.

''Un altro pericolo si profila a breve ed è rappresentato da un evento, il Giro d'Italia, che dovrebbe portare lustro e prestigio alla città ed essere occasione di attrazione turistica e passione sportiva. Ma sfortunatamente, in nome delle “suggestive riprese dall’elicottero”, come dichiarato dall'assessore Severo Martini sul Quotidiano di Puglia del 23 febbraio 2025, si preannuncia un intervento di potatura di 1800 alberi, in gran parte già effettuato, su tutto il percorso cittadino del Giro. Le immagini delle potature già effettuate sul viale dell'Università mostrano che tali interventi sono estremamente aggressivi e portano a una profonda alterazione della struttura naturale della chioma e della salute della pianta. Da diversi anni l’Unione Ciclistica Internazionale promuove “il rispetto assoluto del territorio in cui si svolgono gli eventi, con particolare attenzione alla tutela della biodiversità locale”, pertanto un intervento come quello in corso di esecuzione da parte dell’Ufficio Ambiente di Lecce è totalmente incoerente con lo spirito della manifestazione, essendo il ciclismo lo sport “ecologico” per eccellenza''.

''In più, come segnalato all’Assessorato all’Ambiente, al Sindaco e all’Ordine degli Agronomi di Lecce, le modalità con cui le potature sono state eseguite in specie su viale dell’Università, viale Otranto e viale Marconi, sono contrarie a tutte le norme di buona pratica agronomica note da almeno 50 anni e recentemente aggiornate e definite nello Standard Europeo di Potatura degli Alberi Ornamentali, elaborato nel 2021 a cura di un Gruppo di Lavoro Internazionale, in collaborazione con l’European Arboricolture Council, e approvato dalla Società Italiana di Arboricoltura (S.I.A.). Può darsi che anche l’accelerazione impressa agli abbattimenti nelle ultime settimane sia motivata dalla volontà di approntare le strade per l’evento del prossimo 13 maggio, un motivo in più per ritenere che il Giro d’Italia si sia trasformato in una condanna per la città''.

''Facciamo quindi appello alla cittadinanza affinché con uno scatto di orgoglio e consapevolezza faccia comprendere all'Amministrazione che non è questa la Lecce che vogliamo: gli altari della fruizione sportiva e mediatica non dovrebbero richiedere un tale olocausto al nostro paesaggio urbano, alla bellezza e alla vivibilità di viali storici e zone residenziali (se il motivo sono le riprese, esse possono utilizzare tecniche, come i droni, in grado di operare in qualunque contesto ambientale), così come l’utilizzo di fondi PNRR non dovrebbe richiedere interventi così distruttivi, al contrario tali fondi obbligano al rispetto del principio, evidentemente disatteso dalla stessa commissione di assegnazione degli stessi, di non arrecare danno significativo all’ambiente (DNSH). Alle personalità e agli Enti destinatari della presente chiediamo di supportare in ogni modo la nostra istanza per il suo carattere di assoluta urgenza. Ancora (sull’esempio della resilienza degli alberi) fiduciosi in un estremo ripensamento da parte dell'Amministrazione Comunale di Lecce, chiediamo con le parole dell’illustre dottor Daniele Zanzi: «Fermatevi finché siete in tempo!»''.

Coordinamento Alberi e Verde Urbano di Lecce
Forum Ambiente e Salute
Maria Luisa Quintaba, ADIPA Lecce
WWF Salento
Paola Maestoso, Vice Presidente Associazione Italia Nostra sezione di Lecce
Ruotalibera Lecce - Associazione di ciclisti urbani per un territorio amico e una città vivibile
Dott. Carlo De Michele, Nardò
Dott. Sergio Mangia, ISDE Lecce
Maria Cristina De Pascalis, responsabile LAUDATO SII - circolo di Lecce
Padri Comboniani Lecce
Giovanni De Filippis, pres. SISPED Puglia e membro commissione ambiente Ordine Medici Lecce
Luigi De Bellis, Unisalento, già direttore DISTEBA
Antonio Marchetti, presidente Arboplant Andrano e presidente Farmacie rurali Lecce
Antonio Bruno, presidente ADAF - Associazione Agronomi Forestali, Lecce
Alberto Siculella, MIND Lecce


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