Cronaca Guagnano 

Studentessa morta per gioco erotico, condannato Mulè

Condannato per omicidio colposo Soter Mulè, l’uomo che a Roma coinvolse due ragazze in un pericoloso gioco erotico che portò alla morte di Paola Caputo, di Guagnano.  Co...

Condannato per omicidio colposo Soter Mulè, l’uomo che a Roma coinvolse due ragazze in un pericoloso gioco erotico che portò alla morte di Paola Caputo, di Guagnano.  Condannato in abbreviato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento e lesioni colpose, Soter Mulè, l'ingegnere di 44 anni sotto i cui occhi morì, a soli 23 anni, Paola Caputo, studentessa universitaria di Villa Baldassarri, frazione di Guagnano. La ragazza restò soffocata in seguito ad un gioco erotico finito male la notte tra il 9 e il 10 settembre 2011. I fatti avvennero in un garage dell'Agenzia delle Entrate e dell'Enav a Roma, in via Settebagni, alla "Bufalotta", dove la ragazza aveva incontrato Mulè e l'amica Federica F. per praticare lo "shibari", una forma di bondage secondo legatura giapponese, a sfondo erotico, cui il gruppo si dedicava spesso. La condanna è stata inflitta dal Gup del tribunale di Roma, Giacomo Ebner, e corrisponde in pieno alla pena invocata dal Pubblico Ministero. Le lesioni erano state contestate all'uomo anche per il coinvolgimento dell'altra ragazza, che riuscì però a salvarsi, rimediando un ricovero all'ospedale Sant'Andrea in gravi condizioni e una tragedia da dimenticare. Assistito dagli avvocati Antonio Buttazzo e Luigi Di Maio, Soter Mulè era stato incriminato inizialmente per omicidio preterintenzionale e per questo reato il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e Maria Letizia Golfieri avevano sollecitato il suo rinvio a giudizio. Oggi però in udienza, il Gup ha derubricato l'accusa in considerazione del fatto che le due ragazze avevano acconsentito a svolgere la pratica erotica che prevedeva di essere legate e sospese ad una certa altezza dal suolo. I difensori del professionista ne avevano chiesto l'assoluzione, mentre l'avvocato Francesca Conte, legale della famiglia Caputo, ha invocato l'aggravante dell'aver agito nonostante la previsione dell'evento, avanzando la richiesta di un risarcimento pari a un milione di euro pro capite, per i genitori e il fratello di Paola. Quella maledetta notte, i tre si erano incontrati per  raggiungere un locale sulla Casilina. Dopo un po’ di baldoria a base di alcol e droga, si sono recati nel vano caldaie di quel garage dove Federica F. lavorava come usciere. Poi l'inizio dei giochi e la chiamata di Mulè alle 4.40 al 118: Paola non si muoveva più, era rimasta soffocata. Le due amiche, legate a mo' di bilancia, facevano da contrappeso con i propri corpi l'una all'altra. Salendo, il soffocamento procurava un piacere simile all'orgasmo ma quella notte le corde furono strette troppo. Nell'auto di Mulè, i poliziotto trovarono diversi sex toys. Fabiana Pacella (In foto la vittima, la giovane Paola Caputo)

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