Società Nardò 

Il ristorante della criminalità diventerà colonia per bambini

La struttura di Santa Maria al Bagno era stata sequestrata nel 2002. Ora è del Comune, che vuole destinarla ai più piccoli. L’ex ristorante “Fiume”, un locale commer...

La struttura di Santa Maria al Bagno era stata sequestrata nel 2002. Ora è del Comune, che vuole destinarla ai più piccoli. L’ex ristorante “Fiume”, un locale commerciale di oltre seicento metri quadrati che si trova a Santa Maria al Bagno diventerà presto una colonia per bambini. I locali sono stati infatti destinati al Comune di Nardò, che ha promesso di trasformarlo in un’area per i più piccoli. Per capire la complessa vicenda che ruota attorno a tale struttura bisogna fare qualche passo indietro. È il 15 marzo 2002: attraverso una sentenza emessa  dal Tribunale di Lecce il bene viene confiscato a Vito Antonio Cioffi, membro di un’organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti. Nei giorni scorsi il decreto di trasferimento è stato trasmesso a Palazzo Personé, che ne ha poi comunicato la notizia. Già un anno fa l’Amministrazione neretina aveva manifestato interesse all’acquisizione del bene. Così, dopo aver appurato l’assenza di ostacoli tecnici e burocratici, il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Ansbc), Giuseppe Caruso, ha inviato il relativo decreto. Soddisfatti dell’esito della vicenda il primo cittadino Marcello Risi e il vicesindaco Carlo Falangone, che adesso fanno sapere che il passo successivo sarà quello di reperire i fondi necessari per realizzare il progetto per i bambini della città. A tal fine gli uffici sono al lavoro per studiare i metodi di accesso ai finanziamenti previsti dalla legge. Un compito che non dovrebbe essere complicato: si tratterebbe infatti di ottenere quei fondi agevolati che vengono solitamente destinati all’adeguamento dei beni confiscati e consentono di utilizzare il 100% in conto capitale delle somme erogate. Le premesse quindi per trasformare un posto “di mafia” in uno spazio sociale da donare alle giovanissime generazioni ci sono tutte. (S.M.)   Fonte: Belpaese 

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