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Corso della Croce Rossa sullo stalking: faro sulle “helping professions”

A Lecce ieri corso della Croce Rossa sullo stalking nei luoghi di lavoro: più a rischio le cosiddette “helping professions”. Si è tenuto ieri a Lecce, con grande partecip...

A Lecce ieri corso della Croce Rossa sullo stalking nei luoghi di lavoro: più a rischio le cosiddette “helping professions”. Si è tenuto ieri a Lecce, con grande partecipazione di pubblico, il primo corso sullo stalking all'interno delle cosiddette “helping professions”, ovvero le professioni di aiuto come le professioni sanitarie. Sono queste difatti le più a rischio, nonché le meno studiate. Questi professionisti, che incontrano i bisogni di aiuto e affetto delle persone, possono essere oggetto di proiezioni e anche di desideri di rivalsa. Tra i più esposti difatti proprio quanti lavorano nell’assistenza socio-sanitaria come medici, psicologi, assistenti sociali ed infermieri, ma anche avvocati, insegnanti e tutti quelli operatori che si mettono in campo essenzialmente per aiutare il prossimo, tra cui gli operatori di Croce Rossa. Non casualmente ad organizzare l'incontro è stata proprio la stessa Croce Rossa, che ha rivolto il corso ai propri operatori, per analizzare il fenomeno dello Stalking, focalizzando l'attenzione su quanto questo fenomeno trae origine da rapporti di tipo professionale: attività lavorative come quella dell'infermiere, del medico, dell'avvocato, del giudice, del docente, dello psicologo, e di tutte le professioni rivolte al sociale, possono favorire l'instaurarsi di comportamenti di stalking da parte del cliente/paziente/bisognoso, sia per la natura intensa della relazione che si è creata con il professionista, sia per l'eventuale delusione relativa all'esito di un'azione intrapresa. “Partiamo dal presupposto che tutti possiamo essere vittime di Stalking, indistintamente da quale mestiere facciamo e come ci comportiamo” spiegano gli organizzatori “Possiamo però notare che lo stalking che maggiormente preoccupa è quello fra partner o ex partner e pure la letteratura scientifica avverte essere il più diffuso. Ma non mancano altre specie: lo stalking del dipendente o del datore di lavoro (stalking occupazionale), quello che colpisce personaggi famosi e quello che vede come vittime determinati professionisti, fenomeno verso il quale non sembra esserci lo stesso interesse politico, mediatico e scientifico indirizzato alle molestie con altri protagonisti. Infatti il professionista può diventare, nella mente del cliente, una persona buona o cattiva, e sulla base di tali fantasie egli può dare origine a dei comportamenti assillanti e molesti nei confronti dello stesso, allo scopo di attirare l'attenzione e non separarsi mai da lui. Il professionista di area sociale e/o psicologica entra in contatto con i bisogni più profondi del cliente, pertanto, può divenire più facilmente oggetto di proiezioni, affetti e fantasie a diverso contenuto da parte dello stesso, tanto che, la riconoscenza si può trasformare progressivamente nel desiderio di un legame affettivo/amicale del quale non si può fare a meno. E' opportuno evidenziare anche le caratteristiche delle vittime, poiché il fenomeno si instaura all'interno di una relazione, che, nel nostro caso, è professionale: a volte si tratta di professionisti, soprattutto per ciò che concerne le professioni di aiuto, che hanno interiorizzato un'immagine di sé salvatrice, tendono ad aiutare gli altri, sino a essere oblativi e sacrificali, poiché hanno bisogno di perenne conferma dell'immagine di sé”. “In tal modo” continuano “si lasciano invadere dal paziente pensando di non avere fatto bene o a sufficienza. Spesso la difficoltà del professionista è quella di prendere coscienza di essere una vittima. Forse si può pensare allo stalking come una forma di “attacco alla relazione” (sia questa sentimentale, professionale o di altro tipo) e ciò spiegherebbe il maggior coinvolgimento della categoria delle helping professions, in cui la relazione è chiave fondamentale per la buona riuscita dell’intervento”. “Riuscire a rilevare, riconoscere e dichiarare le possibili dinamiche di stalking in tale ambito”, concludono “diventa un aspetto centrale nel percorso terapeutico in cui a volte, per poter dare aiuto, diventa necessario imparare a chiedere aiuto”. La giornata di formazione ha fornito strumenti giuridici di base; analisi e riflessione sul fenomeno dello stalking; analisi criminologica delle dinamiche fra stalking ed helping professions; fornire elementi per prevenire il fenomeno; indicare gli strumenti utili per combattere lo stalking. Durante il corso sono intervenuti Elsa Valeria Mignone, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce; Maria Lucia De Vito, psicologa, psicoterapeuta, collaboratrice del Centro Anti Violenza CAIA di Lecce; Ivan Santaguida, esperto di tecniche investigative e ricercatore in materia di Stalking presso il Dipartimento di Scienze Criminologiche dell’Università Popolare UNISED di Milano. Ha moderato Ivan Santaguida.

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