Cronaca Lecce 

"Devi parlare male dei Tesoro, se no ti ammazziamo", due ultras indagati per le minacce a Lopez

L'episodio lo scorso 19 aprile al termine della partita Lecce-Foggia: in dieci lo hanno atteso sotto casa e lo hanno aggredito.  “Devi dire che i Tesoro non vi pagano, altrimenti ti amma...

L'episodio lo scorso 19 aprile al termine della partita Lecce-Foggia: in dieci lo hanno atteso sotto casa e lo hanno aggredito.  “Devi dire che i Tesoro non vi pagano, altrimenti ti ammazziamo”: una minaccia esplicita quella rivolta da due ultras del Lecce nei confronti di Lopez, terzino sudamericano  che militava nella squadra giallorossa durante la passata stagione. Un'azione tanto violenta quanto gratuita e contraria al tifo sano, messa in atto lo scorso 19 aprile, ha dato il via alle indagini della Digos di Lecce che hanno portato alla notifica di due avvisi di garanzia nei confronti di due persone accusate di violenza e minacce per costringere a commettere un reato. Si tratta di un 40enne leccese, A.D.M, leadr storico della "curva" e A.D.G. di San Cesario. L'episodio è avvenuto in via Tommaseo, qualche ora dopo la fine della partita Lecce- Foggia di Lega Pro conclusasi con la vittoria dei giallorossi per 1-0. Dalle immagini catturate da una telecamera di videosorveglianza emergono le fasi dell'aggressione: dieci persone, con i volti travisati hanno atteso che Lopez tornasse a casa e lo hanno fatto scendere dalla vettura dove sono rimasti la moglie e i due figli, di tre anni e sei mesi; poi lo hanno immobilizzato contro un muro e lo hanno minacciato. Lopez, secondo i tifosi, era troppo “fedele” all'allora società proprietaria del Lecce: al contrario avrebbe dovuto contribuire a metterla in cattiva luce raccontando alla stampa di non ricevere lo stipendio, cosa che, invece, Lopez ha negato che fosse vera. In cambio avrebbe ricevuto il “rispetto” degli Ultras che lo avrebbero considerato “al pari di Sant'Oronzo”. Le minacce scossero talmente il terzino uruguagio da spingerlo a dormire in albergo insieme a tutta la famiglia e a pianificare l'addio a Lecce nelle ore successive. Una decisione, quest'ultima, sventata grazie all'intervento della società – informata nell'immediato di quanto accaduto – e all'intervento della Digos. “Quando lo abbiamo ascoltato a tarda sera tremava come un fuscello” ha riferito il capo della Digos leccese Raffaele Attanasi nel corso della conferenza stampa di questa mattina. Ma perché prendere di mira proprio Lopez? “Il giocatore era considerato uno ' di livello'” ha spiegato Attanasi “e quindi un suo atteggiamento negativo nei confronti della società avrebbe avuto più effetto sui compagni di squadra ed un eco maggiore se sottolineato dalla stampa”. Dietro ci sarebbe stato, quindi, un vero e proprio “disegno” da parte di una frangia di tifosi del Lecce che volevano “liberarsi” quanto prima della famiglia Tesoro. In questo senso volevano condizionare le sorti della società. A Lopez, inoltre, non era stato perdonato il fatto che in altre occasioni si era dissociato dagli Ultras scegliendo di non festeggiare insieme a loro al termine delle partite con il classico “saluto” sotto la curva. All'azione violenta hanno partecipato circa dieci persone ma gli altri non sono stati ancora identificati con sufficiente certezza da avviare provvedimenti nei loro confronti. Le due persone indagate sono volti noti alla Digos perché destinatari di numerosi Daspo e sono stati riconosciuti dallo stesso Lopez in sede di ascolto in Questura. La denuncia è partita d'ufficio e non è partita dal giocatore, rimasto peraltro, l'unica vittima della rabbia dei tifosi: altri calciatori giallorossi, ascoltati dagli investigatori coordinati dal sostituto Procuratore Massimiliano Carducci, hanno riferito di non essere stati oggetto di minacce dello stesso tipo.

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