Sanità Lecce 

Lutto nella sanità salentina: scompare il dottor Antonio Gismondi, padre della Rianimazione

Tossicologo, tra i padri fondatori del reparto di rianimazione a Lecce e dell'ossigenoterapia, si è spento oggi all'età di 90 anni.  E' scomparso all'età di 90 anni il dotto...

Tossicologo, tra i padri fondatori del reparto di rianimazione a Lecce e dell'ossigenoterapia, si è spento oggi all'età di 90 anni.  E' scomparso all'età di 90 anni il dottor Antonio Gismondi, padre della rianimazione leccese e tossicologo. A darne notizia l'associazione Salute Salento che, riprendendo il post pubblicato dal dottor Luigi Alfonso sul gruppo facebook, “Sanità che cambia partecipi al cambiamento”, così ricorda la figura del medico trapiantato nel salento fin dagli anni '60:  "Nato a Cerreto Sannita il 28-1-1926, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1953 presso l’università di Napoli, primario per 30 anni, dal 1966 al 1996 del reparto di Anestesia e Rianimazione del Vito Fazzi, in pensione dal 1996. La poliedrica personalità del professor Antonio Gismondi gli ha consentito di raggiungere durante la sua lunga carriera, traguardi importanti nella vita professionale e sociale. Durante gli incontri avuti per conoscere i cambiamenti della sua specialità Anestesia e Rianimazione nell’arco degli ultimi anni, è emerso ancora il suo entusiasmo per la disciplina medica di cui è stato pioniere nel nostro territorio e che ha saputo tradurre nella creazione di una vera e propria scuola".  Il dottor Gismondi, dopo aver perso il primo concorso al Vito Fazzi per un cavillo tecnico, arrivò a Lecce nel 1966, vincendo il concorso tra otto concorrenti. Il reparto, racconta lui stesso in una memoria, "era in uno stato di arretratezza tecnologica, in quanto molte apparecchiature erano quasi dei rottami, lasciati a Lecce dagli americani. La rianimazione non esisteva affatto. Dopo aver aggiornato le tecniche di anestesia mi dedicai alla costituzione di un Centro di Rianimazione, dal momento che nel Sud erano come le mosche bianche, ed addirittura mancava anche presso l’Università di Bari. Nel 1966 era difficile reperire locali e medici per la costituzione di un Centro, ma la lungimiranza e benevolenza del prof. Nicola Galante permise, con la concessione di locali annessi alle sale operatorie, di iniziare l’attività Rianimatoria su due letti tecnici negli ultimi mesi del 1967. Nel 1969 venne inaugurato il Centro di Rianimazione con otto posti letto monitorati e personale medico ed infermieristico adeguato. Una Banca regalò un Centro Mobile, unico in Italia, per effettuare interventi in itinere su pazienti critici; il mezzo mobile fu costruito dalla FIAT ed esposto come novità al Congresso di Rianimazione di Asiago. In quegli anni i medici del Centro erano, a memoria, Giorgio Procida, Renato Lombardi, poi passato a svolgere la sua attività di cardiologo, Luigi Gaballo,. Ugo Crespini, Walter Sergi, Mario Marra e Maria Di Leva. Mario Marra è stato il primo anestesista che a memoria si possa ricordare. Inizialmente ci avvalemmo di consulenze esterne, il Prof. Verrienti come neurologo ed il Prof. Armenise come neurochirurgo divenuto poi Primario del nuovo reparto di Neurochirurgia. Nel 1975 il Centro passò da otto a quindici posti letto, con monitoraggio dei parametri vitali e computerizzazione dei dati". Non solo rianimazione comunque, visto che lo stesso dottore - tossigologo - fu anche il padre del centro antiveleno leccese:  "Con l’avvento dei pesticidi e della raccolta indiscriminata di funghi si rese necessario creare un Centro antiveleno in continuo contatto con quello di Milano e di Bruxelles, i più famosi d’Europa. Per quanto riguarda l’avvelenamento da funghi, il prof. Gismondi si recò presso l’Istituto Micologico diretto dall’ing. Cetto a Trento. Nel 1972 sotto la spinta dell’assessore provinciale dott. Ferrante, il Centro divenne riferimento per l’embolia gassosa con l’acquisto di una camera di decompressione multi posto della ditta Galeazzi da parte della Provincia, ed entrata in funzione nel 1974. Per perfezionare le conoscenza della Medicina Subacquea ed Iperbarica il prof. Gismondi, insieme al dott. Franco Micalella, si recò presso la base militare USAF di San Antonio in Texas e all’Hospital Baromedical Center di Long Beach a Los Angeles. Questo aggiornamento permise al Centro di impiegare la Camera di Decompressione anche per il Trattamento delle Gangrene e delle Ulcere Croniche. In alcuni anni il Centro di Lecce divenne un riferimento in Italia per la Terapia Iperbarica e fu riconosciuto in un Convegno 'Update of Hyperbaric Oxygen Terapy' (Bologna 1-3 dic. 1995), pionieristico per l’ossigenoterapia iperbarica. Tale esperienza, dice il Prof. Gismondi, gli consentì di insegnare Medicina Iperbarica presso la Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università di Siena. Con il passaggio al nuovo Ospedale, nel 1985, fu necessario ampliare il personale medico e paramedico al fine di fronteggiare l’aumento dell’attività su quattordici sale operatorie. Nonostante le difficoltà incontrate, in trent’anni sono stati trattati circa diecimila pazienti tra rianimazione, terapia intensiva post-operatoria e terapia iperbarica. Sono stati organizzati a Lecce dal 1970 al 1999, sei congressi scientifici, di cui due nazionali e quattro internazionali (presso il Valtur di Alimini). Con l’avvento dei trapianti d’organo, negli anni 80, il Centro di Rianimazione di Lecce ha contribuito notevolmente alla donazione d’organo ed ai trapianti di rene. Siamo stati tra i primi in Puglia ad avere i permessi dal Ministero per il prelievo degli organi e grazie ai chirurghi Calvo e Verardi, ad effettuare trapianti di Rene sotto la guida dei Professori Cortesini ed Alfano pionieri dei trapianti in Italia". "Oggi" commenta Cesare Mazzotta dell'associazione Salute Salento "il prof. Gismondi gode del meritato riposo dopo una vita trascorsa intensamente dando sempre il massimo".   Fonte: www.salutesalento.it  

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