Arte e archeologia Lecce A Lecce retrospettiva dedicata ad Edoardo De Candia “Edoardo De Candia. Amo. Odio. Oro” è il titolo della mostra a cura di Lorenzo Madaro e Brizia Minerva: dal 7 luglio al 30 settembre nell’ex chiesa di San Francesco della Scar... 23/06/2017 a cura della redazione circa 2 minuti “Edoardo De Candia. Amo. Odio. Oro” è il titolo della mostra a cura di Lorenzo Madaro e Brizia Minerva: dal 7 luglio al 30 settembre nell’ex chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce. “Edoardo De Candia. Amo. Odio. Oro”. È questo il titolo della prima retrospettiva dedicata al pittore leccese a vent’anni dalla sua morte. La mostra, curata da Lorenzo Madaro e Brizia Minerva, e allestita nell’ex Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce, propone una selezione di circa cento opere esposte in tre sezioni: Amo, Odio, Oro. Tra queste, documenti originali, fotografie, riviste, quotidiani dell’epoca. Era un leccese purosangue Edoardo De Candia, il “vichingo di via Monte Sabotino” lo definì il suo amico e compagno di strada Antonio Verri, e per la sua città nutriva un rapporto di amore e odio. Lecce gli stava stretta, lo soffocava, per questo emigrò prima a Milano, ospite di Ercole Pignatelli, e poi a Roma, la Roma della dolce vita di Via Veneto, delle trattorie e delle baldorie trasteverine, delle passeggiate sotto i platani barocchi, dei musei foderati di travertino. Lì beveva e leggeva poesie insieme a due suoi cari amici, Carmelo Bene e Ugo Tapparini. I suoi dipinti raccontano alla perfezione le tappe di un percorso accidentato, regolare seppur nella sua tortuosità, ma al contempo sanciscono un patto di sangue: tra lui e la sua terra, il Salento, tra lui il mare, lui e i pini marittimi, gli eucalipti, il rosmarino, il mirto. Un omone grande e grosso, con un’anima da fanciullo. L’avevano voluto pazzo a tutti costi e alla fine lo era diventato, dopo centinaia di elettroshock, anni di ricoveri e migliaia di sedativi e docce fredde. De Candia è morto nel luglio del 1992 all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Di lui restano le sue opere sparse tra case private, piccoli collezionisti e gli amici più cari, il ricordo di chi l’ha incontrato, la stima di chi ha saputo lasciarsi trascinare dalla bellezza complessa e disarmante della sua personalità. La mostra, promossa da Regione Puglia – Assessorato all’Industria turistica e culturale e Provincia di Lecce, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, l’Istituto di culture mediterranee e il Museo Sigismondo Castromediano, rappresenta il primo passo verso la necessità urgente di una ricostruzione storico-critica del suo lavoro, una schedatura delle opere, un regesto delle esposizioni cui ha partecipato, una bibliografia. L’intero materiale è stato, infatti, raccolto in un catalogo che, oltre ai contributi dei due curatori dedicati alla ricerca artistica di De Candia, custodisce testi dedicati al rapporto con la temperie culturale salentina degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, e un’analisi approfondita, a cura dell’operatore culturale Mauro Marino, sul perché l’artista salentino è un “poeta” nato pittore. Edoardo De Candia. Amo. Odio. Oro sarà visitabile a partire dal 7 luglio (opening ore 19.30) fino al 30 settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 18.30 alle 23.30. Ad arricchire l’esposizione tre appuntamenti “in cammino” diretti da Mauro Marino e il Fondo Verri. Tre passeggiate per raccontare Edoardo, ascoltare le sue parole, indagare perché il corpo e “il camminare” abbiano avuto un ruolo così centrale nella sua vita.
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