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Razzie di ori ed ex voto nelle chiese, arrestata banda di Casarano. Bottino sfiora i 250mila euro

Oltre 22 furti in 17 comuni salentini in circa un anno. "Punito" in carcere uno degli arrestati. Ex voto in oro e pietre preziose, paramenti sacri e migliaia di monete offerte dai fedeli:...

Oltre 22 furti in 17 comuni salentini in circa un anno. "Punito" in carcere uno degli arrestati. Ex voto in oro e pietre preziose, paramenti sacri e migliaia di monete offerte dai fedeli: in un anno di razzie nelle chiese del Salento la banda arrestata oggi dai carabinieri avrebbe racimolato un bottino che sfiora i 250mila euro. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Maglie guidati dal capitano Giorgio Antonielli e della Compagnia di Casarano hanno ricostruito la geografia dei furti messi a segno tra il 2015 e il 2016 in 17 comuni della provincia: gli episodi contestati sono 22 ma potrebbero essere anche di più. Tra gli arrestati finiti in carcere ci sono Emanuele Zompì, ritenuto il capo del sodalizio; Luigi De Micheli; Gianluca De Paolis; Lucio Parrotto e Antonio Valentino. Ai domiciliari sono stati confinati, invece, Antonella Stefano, Veronica Iacobazzi, Antonio Sergio Crisigiovanni e Alessio Ciriolo. Sono tutti di Casarano Il meccanismo messo in atto dal gruppo di malviventi era ben oliato: si avvicinavano alle chiese utilizzando auto prese a noleggio, sempre in coppia per non destare sospetti e con delle imbottiture mirate per sembrare molto più “in carne”, lasciavano nelle vicinanze gli arnesi che avrebbero utilizzato in seguito per lo scasso. Una volta entrati nei luoghi sacri avevano facile accesso a ripostigli o cassette dove erano custodite le donazioni dei fedeli:le chiese salentine non hanno particolari misure di sicurezza come telecamere, casseforti o semplici serrature a prova di scasso. I beni sottratti- alcuni risalenti anche a 30-40 anni fa – venivano distrutti per ricavarne oro e pietre preziose e solo una minima parte è stata recuperata e restituita ai proprietari. Tra le chiese prese di mira c'è quella di San Domenico a Tricase, Cristo Re a Collepasso, San Giorgio a Matino, S. Vincenzo a Miggiano. San Giovanni Battista a Parabita, SS Annunziata a Muro Leccese. Le scorribande sono finite quando tre di loro sono stati arrestati in flagranza di reato a Neviano mentre stavano svaligiando la chiesa dei Santi Medici Cosimo e Damiano. Rubare nelle chiese è un atto sacrilego: un onta grave anche per il “codice d'onore” della malavita. Ne erano consapevoli gli stessi arrestati che nelle conversazioni intercettate dai militari avevano paura di “andare all'inferno” o più semplicemente di subire ritorsioni in carcere una volta arrestati. Circostanza questa che si è puntualmente verificata: Zompì è stato infatti aggredito da altri detenuti. Oltre alle razzie nelle chiese, la banda non disdegnava altre attività criminali: tra i capi d'imputazione ci sono anche cessione di sostanza stupefacente e detenzione illegale di armi nonchè altri furti messi a segno in bar e locali con slot machine. Le lunghe e articolate indagini sono partite nell'agosto del 2015 da un controllo stradale che ha consentito di sequestrare attrezzi di scasso e sono proseguite con intercettazioni telefoniche e monitoraggio dei social network attraverso i quali i componenti della banda scherzavano tra loro: in un caso è stata postata anche una foto con un fucile rubato. L'appello del Comando Provinciale dei carabinieri è rivolto a parroci e istituzioni religiose: catalogare con attenzione tutti i beni posseduti aiuta a recuperarli nel caso venissero trafugati.

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