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Salta l’esibizione di Povia a Lecce, lo sfogo del cantante: “Arcigay dittatura mafiosa”

Annullata la partecipazione per la manifestazione di beneficenza del prossimo 20 aprile. Sulla sua pagina Facebook, il cantautore attacca gli organizzatori, l’Arcigay, il sindaco e la stampa: &l...

Annullata la partecipazione per la manifestazione di beneficenza del prossimo 20 aprile. Sulla sua pagina Facebook, il cantautore attacca gli organizzatori, l’Arcigay, il sindaco e la stampa: “La democrazia ha perso ancora”. Non ci sarà Giuseppe Povia al concerto di beneficenza, organizzato al Teatro Paisiello di Lecce il prossimo 20 aprile: a dare la notizia, attraverso un video sulla sua pagina Facebook, è lo stesso cantautore, dopo le polemiche dei giorni scorsi da parte della comunità Lgbt che lo aveva accusato di “veicolare odio e discriminazione”. Una scelta che l’artista sceglie di commentare con “tristezza” e “delusione”, non rinunciando ad offrire la propria versione dei fatti e ritenendo colpevoli di questa evoluzione sia gli organizzatori privati, sia l'associazione "Lorenzo Risolo" (destinataria in beneficenza del terzo degli introiti totali della serata) sia il sindaco di Lecce, sia l’Arcigay che la stampa locale che aveva dato notizia delle polemiche in corso (tra cui appunto anche LecceSette). Per Povia, ci sono una “mafia” e delle “metastasi culturali”, rappresentate in particolare dall’Arcigay, che non hanno voluto lo svolgimento di quella che “sarebbe stata una bellissima serata”. Rivolgendosi all’associazione Lorenzo Risolo e alla madre del giovane scomparso, Povia ricorda che sarebbe bastato difendere la sua partecipazione all’evento per interrompere ogni polemica, mentre, invece, si è preferito “escludere la parte buona, facendomi passare per quello marcio e dandola vinta a questi dittatori da tastiera” con la “complicità di qualche giornale che gli fa da spalla e che non mi ha dato diritto di replica”.   Rivolgendosi poi all’Arcigay, Povia dichiara: “Rendetevi conto del danno morale che avete fatto, non tanto a me ma a questa famiglia, perché siete riusciti a far levare il patrocinio al Comune di Lecce, agendo come farebbe la mafia, peraltro in una serata che neanche vi riguarda, intimidendo il sindaco e convincendo l’associazione Lorenzo Risolo a non farmi esibire”. Il cantante fa nome e cognome dell'organizzatore chiedendo di "non essere più contattato" e spiega che avrebbe devoluto alla causa benefica l’intero costo, ovvero dieci euro, del suo cd e, tenendo conto delle 400 presenze previste, fa notare che l’incasso sarebbe stato notevole: “Magari questi soldi – aggiunge - ve li darà il sindaco di Lecce oppure l’Arcigay”. Quindi, si difende dalle accuse di omofobia, ribadendo la propria libertà di pensiero e rilanciando: “Mi accusate senza aver mai partecipato a un mio concerto”. Infine, c’è un messaggio anche per il sindaco Carlo Salvemini: “Dovresti essere il primo cittadino di tutti e non di poche minoranze”. “La democrazia – conclude - ha perso ancora”.  

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