Salute Sette Gallipoli 

Eccellenza per trombosi ed emostasi: Bureau Veritas certifica l’ospedale di Gallipoli

Intervista al direttore del centro Luigi Ria: Come prevenire la trombosi e i nuovi farmaci che non richiedono il monitoraggio di laboratorio Accesso diretto, équipe preparata e aggiornata, pro...

Intervista al direttore del centro Luigi Ria: Come prevenire la trombosi e i nuovi farmaci che non richiedono il monitoraggio di laboratorio Accesso diretto, équipe preparata e aggiornata, protocolli e tecnologie all’avanguradia: grazie a queste caratteristiche il Centro Trombosi dell’Ospedale di Gallipoli può fregiarsi del certificato d’eccellenza. Sono migliaia i pazienti in cura: oltre 3500. A confermare le qualità del Centro la certificazione attribuita recentemente da Bureau Veritas Italia, in cui viene attestato che i requisiti organizzativi, strutturali e gestionali del Centro Trombosi ed Emostasi dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna sono stati valutati e giudicati conformi allo standard. Bureau Veritas, leader mondiale nei servizi di controllo, verifica e certificazione per la qualita?, salute e sicurezza, ha valutato l’ospedale come «Centro di eccellenza per la qualita? delle prestazioni», in linea con la normativa Uni En Iso 9001/2015 e secondo il Modello Egina (Eccellenza nella Gestione Integrata dei Nuovi Anti-coagulanti). Il centro gallipolino, diretto dal dr. Luigi Ria, opera da 32 anni ed è specializzato nella diagnosi della trombosi e nell’impiego di farmaci anticoagulanti per la prevenzione e la terapia delle malattie tromboemboliche cardiovascolari, che sono la prima causa di morte nel mondo.  COS’E’ LA TROMBOSI La Trombosi è un termine di derivazione greca che indica un “grumo” o “trombo” che si forma all’interno dei vasi sanguigni impedendo così la circolazione del sangue. A seconda del tipo di vaso coinvolto possiamo parlare di trombosi arteriosa o venosa (quest’ultima, più ricorrente, si localizza negli arti inferiori). Le trombosi venose si dividono in: flebotrombosi, trombosi venosa profonda, tromboflebite, sindrome della classe economica, sindrome Paget-von Schroetter. La trombosi può portare anche alla morte: può evolvere in embolia trombotica ed essere fatale. INTERVISTA A LUIGI RIA, DIRETTORE DEL CENTRO TROMBOSI DELL’OSPEDALE DI GALLIPOLI Dottore, un riconoscimento importante, dopo 32 anni di attività di un Centro d’eccellenza: insomma, al sud non va tutto male. “Un’azienda internazionale per la valutazione della qualità dei servizi ci riconosce come Centro d’eccellenza dei servizi e delle prestazioni in campo sanitario. Il nostro Centro risponde a tutti i requisiti previsti dalla normativa, con standard altissimi di qualità del servizio. È necessario mettere in luce queste eccellenze al sud. La nostra forza è che si fa la diagnosi delle malattie trombotiche ed emorragiche senza lunghe attese. Seguiamo 3500 pazienti che fanno terapie anticoagulanti e preveniamo malattie cardiovascolari e trombo-emboliche. Seguiamo i nostri pazienti durante tutto il percorso e utilizziamo nuovi farmaci che non richiedono un controllo di laboratorio”. Vi fate aiutare dalla tecnologia per seguire il paziente in modo più efficace? “Abbiamo un software all’avanguardia che ci permette di seguire tutto, passo dopo passo, e di avere sempre un quadro chiaro della situazione”. Come si previene la trombosi? “Ci sono diverse manifestazioni, a seconda del tipo di problema: la trombosi venosa profonda può dare come complicanza un’embolia polmonare. Noi facciamo diagnosi con esame ecografico (ecografia con compressione) e ultrasuoni. Una volta fatta la diagnosi si parte subito con la terapia anticoagulante. Poi, ci sono altre patologie: portatori di valvole meccaniche cardiache, che devono essere sempre monitorati. I sintomi della trombosi venosa profonda sono spesso dolori agli arti e gonfiori. Uno dei campanelli d’allarme, in altri casi, è l’aritmia cardiaca, che può scatenare ictus cerebrale e altri problemi. Altri sintomi possono essere palpitazione cardiaca, tachiaritmia, quando il ritmo cardiaco è alterato. In questo caso bisogna fare subito degli accertamenti. Molte volte si possono riscontrare dei problemi per caso, magari solo misurando la pressione del paziente e scoprendo che il battito è anomalo, il ritmo è alterato. In questi casi si procede con gli esami: elettrocardiogramma ed ecocardiogramma”. Come si resta un’eccellenza in questo campo? “Intanto, bisogna rispettare tutte le norme certificate e puntare sulle prestazioni di qualità. Questo settore, inoltre, è in continuo sviluppo e richiede continui aggiornamenti. Comunque, da noi non esistono liste d’attesa. Non c’è bisogno di passare dal Cup: nessuna fila, nessuna coda. Basta chiamare al centro o presentarsi: noi siamo in grado di intervenire subito e di dare il massimo della prestazione”.

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