Salute Sette Lecce Stimolazione magnetica transcranica: la nuova frontiera nella cura di dipendenze, cefalee e riabilitazione E' una terapia all’avanguardia che i neurologi stanno accogliendo con entusiasmo: contrasta le dipendenze e si usa anche contro Parkinson, Alzheimer e psicosi. Quando si parla di curare il ce... 03/05/2018 a cura della redazione circa 3 minuti E' una terapia all’avanguardia che i neurologi stanno accogliendo con entusiasmo: contrasta le dipendenze e si usa anche contro Parkinson, Alzheimer e psicosi. Quando si parla di curare il cervello con la corrente elettrica il nostro pensiero va subito agli anni bui dell’elettroshock, ma questa è una cosa diversa: la stimolazione magnetica transcranica (TMS) può togliere il desiderio della droga e del fumo, può far progredire i pazienti nella riabilitazione dopo un ictus, apportare degli enormi benefici nel Parkinson, Alzheimer e demenze in generale, ma può anche combattere depressione, psicosi, cefalee, misofonia, ludopatia, obesità e tanto altro. È una terapia utile nella ricerca, nella diagnostica e nel trattamento di determinate patologie. Da qualche anno si è scoperto che impulsi magnetici in sequenza possono sia stimolare che inibire per tempi lunghi i neuroni bersaglio, diventando così una vera e propria terapia, che spesso può affiancarsi a quelle tradizionali per dare risultati ancora più efficaci. Si tratta, ad ogni modo, di una pratica della medicina tra le più sicure, se condotte secondo le linee guida internazionali. Può essere affiancata ai farmaci, anzi nella maggior parte dei casi li affianca (li sostituisce nella cura di determinate patologie, se si ha a che fare con soggetti che hanno problemi al fegato). La stimolazione magnetica transcranica, nel gergo medico Tms, è una tecnica approvata dalla Food and Drug Administration statunitense e dalle autorità sanitarie europee per il trattamento di tutta una serie di patologie psichiatriche, soprattutto nell'ambito delle dipendenze. IL MONDO SCIENTIFICO ITALIANO HA SDOGANATO LA TMS Stiamo parlando, dunque, non di terapie promosse da apprendisti stregoni, ma di una terapia scientificamente testata, che ha dato nella maggior parte dei casi risultati positivi: nel mondo scientifico è ormai una tecnica accettata e praticata. Importanti luminari di neurochirurgia praticano la Tms: da Paolo Maria Rossini, direttore U.O.C. di Neurologia e professore ordinario di neurologia del Sacro Cuore di Roma a Luigi Galimberti, psichiatra docente dell'Università di Padova, che ha messo a punto un protocollo vincente con Antonello Bonci, direttore scientifico del National Istitute for Drug Abuse (Nida) di Washington. Molte riviste scientifiche hanno dedicato articoli a questa nuova tecnica: l'autorevole “Science” ha pubblicato un lungo articolo sulla Tms. COSA PROVOCANO LE PICCOLE SCOSSE NEL CERVELLO “Con molta probabilità il segnale elettrico distrugge le proteine specifiche associate alla memoria del piacere o, in alternativa, una specie di rumore di fondo crea un'interferenza che impedisce al cocainomane di percepire il piacere stesso” - ci spiega il neurochirurgo Giovanni Caggia, che pratica questa nuova tecnica da pochi mesi nel Poliambulatorio Calabrese di Cavallino (Lecce). La stimolazione magnetica si basa sul principio fondamentale dell'induzione elettromagnetica o Legge di Faraday: una corrente elettrica (variabile) in uno stimolatore produce un campo magnetico variabile nel tempo che induce un flusso di corrente nei conduttori vicini, inclusi i tessuti umani. COME FUNZIONA UNA SEDUTA E QUALI SONO LE CONTROINDICAZIONI La tecnica non sembra avere effetti collaterali, ma è sconsigliata per chi soffre di epilessia e per chi ha il pacemaker. Dunque, dopo quasi 20 in cui la TMS è realtà negli USA, anche a Lecce approda questa terapia. Le prime sperimentazioni risalgono agli anni ‘90. La seduta dura dai 10 ai 40 minuti, senza bisogno di ricovero, e si può andare via tranquillamente, subito dopo. Questa terapia è molto utile nelle depressioni resistenti ai farmaci e anche per chi vuol smettere di fumare, secondo alcuni psicologi che in Veneto la usano già da qualche anno. La stimolazione magnetica transcranica affianca anche tutta una serie di terapie riabilitative, ma bisogna rivolgersi a centri con équipe preparate. Sono sempre necessari radiologo, neurochirurgo, tecnici, cardiologi, psicologi e altri medici, che collaborano su ogni caso, scambiandosi informazioni, diagnosi e conoscenze. I buoni risultati possono essere raggiunti se si è in possesso di una tecnologia all’avanguardia. Sono necessarie tecnologie avanzate, dunque, in grado di ottenere risultati dall’altissimo contenuto diagnostico. “L'esame è molto semplice: il paziente è rilassato e seduto comodamente in poltrona - spiega la dottoressa Emmanuela Ladisa, tecnico di neurofisiopatologia del Centro Calabrese - Viene applicata una sonda sulla testa che emana un campo magnetico in grado di indurre un cambiamento a livello elettrico celebrale. Il paziente non percepisce nulla, sente semplicemente un ticchettio. Può parlare, ascoltare musica, l'importante è che sia rilassato: non c'è nulla di doloroso”. G.G.
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