Salute Sette Lecce 

Attacchi di panico: “La diga che si rompe per riversare sul corpo emozioni negate”

La dottoressa Pamela Blanco, psichiatra dell’Asl Lecce, spiega le cause e la cura degli attacchi di panico. Palpitazioni, oppressione e fastidio al petto, sudorazione, tremori, sensazione di ...

La dottoressa Pamela Blanco, psichiatra dell’Asl Lecce, spiega le cause e la cura degli attacchi di panico. Palpitazioni, oppressione e fastidio al petto, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, sensazione di instabilità o di svenimento, paura di impazzire, di morire e di perdere il controllo, tachicardia, sensazioni di irrealtà e stranezza si possono rivelare spesso un semplice attacco di panico. “In tanti scappano in ospedale pensando di avere un infarto - ci spiega la dottoressa Pamela Blanco, psichiatra dell’Asl di Lecce -  ma in realtà è avvenuta un’implosione. L’attacco di panico è come una diga che si rompe: consiste nel riversare sul corpo emozioni negate”. E’ una specie di esplosione improvvisa, proprio quando sembrava che tutto fosse tranquillo, ma può succedere anche che questo tipo di problema venga fuori in seguito a uno specifico evento. Nei momenti di sofferenza e delusione si tende a negare le proprie emozioni a non sentirle, nonostante queste ultime vogliano emergere. E’ come una miccia ormai accesa che raggiungerà presto l’esplosivo. Se il pensiero nega le emozioni, queste si manifesteranno attraverso il corpo. La “negazione delle emozioni” spesso avviene per non sentire il dolore o una frustrazione pesante. Gli psicologi ci dicono che il dolore dev’essere affrontato, altrimenti riemergerà in altre forme. Nel DSM, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, questo problema è classificato all’interno dei disturbi d’ansia. E’ un problema che, secondo le statistiche mediche, ha colpito più di 10 milioni d’italiani. Gli attacchi di panico si manifestano maggiormente nelle donne e vengono alla luce più facilmente nell’adolescenza o nella prima fase adulta. Spesso chi soffre di attacchi di panico sottovaluta un disturbo che ha radici molto profonde. I sintomi ansiosi, tutto sommato, possono avere una “funzione buona” che consiste nell’integrare una parte di noi stessi, quella fragilità, debolezza, tristezza e sofferenza che dobbiamo imparare ad affrontare con positività ed equilibrio per crescere interiormente. In effetti, questi problemi, in genere, non sono pericolosi sul piano prettamente fisico, ma possono essere il primo campanello d’allarme di una depressione. Se i sintomi sono frequenti, siamo di fronte a un disturbo d’ansia da curare anche con una specifica terapia farmacologica. LE CAUSE DEGLI ATTACCHI DI PANICO Questo tipo di problema può essere causato da fattori fisiologici e psicologici. I pensieri e i sentimenti dal punto di vista fisiologico sono processi elettrochimici cerebrali. Gli psicologi spiegano che l’attacco di panico avviene in risposta ad agenti stressanti ambientali: interruzione di una relazione, un evento potenzialmente dannoso e altro. LA TERAPIA Prima di curare gli attacchi di panico è necessario fare tutta una serie di accertamenti con il proprio medico. Bisogna verificare se ci sia un livello eccessivo dell’ormone tiroideo, alcuni tipi di epilessia o aritmie cardiache: queste sono patologie che provocano reazioni simili agli attacchi di panico. Una volta fatti i dovuti accertamenti si può passare alla cura del problema. Sappiamo che la medicina oggi predilige le “terapie integrate”, cioè affiancare alla terapia farmacologica quella psicologica. La terapia cognitivo comportamentale è importante: ci sono delle tecniche specifiche per imparare a gestire gli attacchi di panico, come il training respiratorio. Ai pazienti viene insegnato ad affrontare le situazioni ansiogene. Lo psicologo lavora anche sulle “emozioni negate”. Naturalmente, può essere associata una terapia farmacologica a base di antidepressivi triciclici, o di benzodiazepine ad alto potenziale e Imao, inibitori dell’ossidazione monoamminica (che hanno un effetto antidepressivo e contro l’ansia, perché inibiscono la degradazione dei neurotrasmettitori, importanti nella regolazione del tono dell’umore). Insomma, niente panico, la soluzione c’è sempre: basta saper affrontare i nostri problemi e le nostre emozioni con la guida di psichiatri e psicologi esperti. G.G.

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