Società Squinzano La piastrina del nonno soldato ritrovata in Russia: persa nel 1943 sul fronte del Don La storia di Vittorio Ingrosso, classe 1922, di Guagnano, raccontata dal nipote Fabio Leone che a breve riceverà il prezioso reperto. La Russia ha restituito dopo 75 anni la piastrina identi... 21/08/2018 a cura della redazione circa 1 minuto La storia di Vittorio Ingrosso, classe 1922, di Guagnano, raccontata dal nipote Fabio Leone che a breve riceverà il prezioso reperto. La Russia ha restituito dopo 75 anni la piastrina identificativa di un soldato italiano, l'artigliere Vittorio Ingrosso, classe 1922, di Guagnano. A descrivere, con emozione, il ritrovamento, il nipote Fabio Leone: “Ad avvisarci dell’esistenza del reperto messo in vendita sul sito Ebay, la signora Renza Martini, che ha notato l’inserzione da parte di un venditore russo, e Daniele Lanzilotto che ha provveduto a contattare la mia famiglia tramite conoscenti in comune. La piastrina è una sorta di carta di identità dell'epoca che i soldati portavano appesa al collo come segno di riconoscimento. Sembra che quella di mio nonno, uomo generoso e dai grandi valori, sia stata fortuitamente ritrovata da un cercatore di reperti fra la città di Bogu?ar e il fiume Don, dove centinaia di carri armati russi superarono le truppe italiane dopo battaglie sanguinose che costarono la vita a moltissimi dei nostri”. Una storia suggestiva ed emozionante che ha intrigato anche il giornalista Rai Pino Scaccia, da anni impegnato nello studio della guerra dei soldati italiani in Russia e il gruppo Facebook 'ARMIR- sulle tracce di un esercito perduto', coinvolto nel ritrovamento di reperti storici e sempre prodigo di segnalazioni e dettagli utili. “Mio nonno Vittorio -continua Leone-, fatto prigioniero dai russi, riuscì a fuggire dal fronte nel 1943 tornando in Puglia a piedi e con qualche mezzo di fortuna; era solito raccontarci che fu proprio una famiglia russa ad offrirgli momentaneamente rifugio e poi ad aiutarlo per la sua fuga. In seguito ha sempre sofferto di congelamento ai piedi, causa le temperature estreme della Russia e il contatto diretto con la neve. È morto nel 1995 all'età di 73 anni, senza mai fare riferimento a quella piastrina che probabilmente gli fu strappata o che fu lui stesso, forse, a buttare via per non essere più identificabile prima del suo faticoso ritorno in patria. La piastrina ora è in viaggio verso il nostro domicilio; attendiamo quindi con grande emozione di avere fra le mani la traccia di un vissuto importante, indelebile, riavuta indietro per un bellissimo caso del destino”.
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