Salute Sette Lecce Stimolazione transcranica: per vincere le dipendenze, dalla droga al gioco Il numero dei pazienti che utilizzano la TMS è in crescita in tutta Italia: oggi si pratica anche nel Salento. Dal 2013 ad oggi risultati importanti nel campo della lotta alla dipendenza da coc... 23/10/2018 a cura della redazione circa 5 minuti Il numero dei pazienti che utilizzano la TMS è in crescita in tutta Italia: oggi si pratica anche nel Salento. Dal 2013 ad oggi risultati importanti nel campo della lotta alla dipendenza da cocaina. Al San Raffaele di Milano utilizzano da tempo la stimolazione cerebrale profonda nei pazienti con malattie degenerative, infiammatorie e cerebrovascolari. Gli esperti del noto ospedale milanese spiegano che “questa terapia produce effetti rilevanti sulla funzionalità del sistema nervoso, con importanti implicazioni nei processi degenerativi nervosi e nella protezione e riparazione del danno”. La stimolazione magnetica ripetitiva è stata applicata ai pazienti con depressione maggiore, schizofrenia, malattia di Parkinson, disturbi del movimento, ictus, difficoltà di memoria come la demenza di Alzheimer: i risultati sono stati positivi sulla maggior parte dei pazienti. Oggi si può combattere anche la dipendenza da cocaina, droghe varie, ludopatia, tabacco e altre dipendenze affiancando alle terapie classiche (farmacologiche e psicoterapeutiche) anche questa terapia all’avanguardia. A Lecce la stimolazione magnetica transcranica viene praticata nel Centro Cefalee e prevenzione Ictus del Poliambulatorio di Maria Luisa e Ruggiero Calabrese, sotto l’attenta sorveglianza del neurologo Giovanni Caggia, che oggi abbiamo intervistato per approfondire le nuove cure nel campo delle dipendenze. L’approccio terapeutico tradizionale spesso non basta a superare la dipendenza dalla cocaina: è necessario agire sull’impulso che arriva al cervello. Bisogna agire sullo stimolo del piacere. Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha permesso di costruire dei caschi per la stimolazione megnetica che, grazie alla conformazione dei campi magnetici generati da una complessa organizzazione dei cavi all’interno, rendono possibile la stimolazione non invasiva di ampie aree cerebrali corticali e sottocorticali. Stimolazione cerebrale nella dipendenza da cocaina, una scossa può cambiare la vita L’uso di impulsi magnetici può riuscire a bloccare il desiderio di drogarsi. Si ipotizza che possa ridurre il ricordo del piacere e quindi il desiderio di assumere la sostanza. Un’indagine pubblicata su “European Neuropsychopharmacology”, in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, l’Irccs San Camillo di Venezia e il National Institute on Drug Abuse (NIDA) di Bethesda negli USA, ha provato come attraverso le onde elettromagnetiche sia possibile stimolare la porzione dorsolaterale sinistra della corteccia prefrontale, molto meno attiva in chi abusa di droga, riuscendo a restituirle la funzionalità originaria. Il risultato sui pazienti selezionati per l’esperimento è stato un calo del desiderio di assumere droga e una reale diminuzione del consumo di cocaina, provata attraverso gli esami delle urine. La maggior parte dei pazienti seguiti per un anno con questa terapia non hanno avuto ricadute: quindi l’efficacia di questo tipo di terapia sembra piuttosto elevata, anche per eliminare un pericoloso ritorno alla droga. Negli ultimi anni i risultati di questa terapia all’avanguardia continuano a fare ben sperare. Il famoso esperimento del professor Antonello Bonci, in cui alcuni topi resi dipendenti dalla coca smettevano di desiderarla grazie alla tecnica optogenetica, ha fatto fare grandi passi avanti alle neuroscienze. La TMS permette di stimolare alcune aree cerebrali in maniera non invasiva: si possono riaccendere alcune aree del cervello “spente” dalla cocaina. Nel caso di questa dipendenza, si agisce su un’area del cervello grande quanto una moneta. Si tratta di una terapia capace di ripristinare i circuiti danneggiati rimettendo sotto controllo il desiderio della cocaina. Uno dei più importanti medici italiani che pratica la stimolazione transcranica per combattere la dipendenza da cocaina è il professor Luigi Gallimberti: a lui si è rivolto Lapo Elkan per vincere la sua schiavitù dalla droga. “Per molti decenni il trattamento contro le dipendenze si faceva solo con terapie psicologiche e sociali o con farmaci, che nel complesso davano risultati modesti, anche se molto costosi – ha spiegato il professore – Oggi il modello da cui partiamo è che la dipendenza da cocaina sia una vera e propria malattia cerebrale: partendo da questo modello, la TMS stimolando determinate parti del cervello sembra aver dato risultati molto più incoraggianti rispetto a quelli delle terapie classiche”. A Padova e a Milano dal 2013 si lavora con questo metodo contro le dipendenze e i risultati sembrano molto incoraggianti. “Dopo 90 giorni dall’inizio del trattamento si formano tre gruppi di pazienti – spiega Gallimberti – Il primo gruppo esce dalla dipendenza di cocaina, il secondo ne esce dopo qualche ricaduta e il terzo pur uscendo richiede aiuto psicologico che noi forniamo”. La terapia, come abbiamo detto, agisce sui circuiti del piacere del cervello. Il costo non è ancora coperto dal Sistema Sanitario Nazionale, ma il numero di fruitori in tutta Italia è in crescita. Intervista al neurologo Giovanni Caggia, responsabile del centro cefalee e prevenzione ictus presso il poliambulatorio di Cavallino Oggi si possono combattere le dipendenze associando alle terapie classiche la stimolazione transcranica. Questa nuova tecnologia all’avanguardia sbarca nel Salento: lei la utilizza nel Centro Calabrese di Cavallino. Qual è il meccanismo che blocca il desiderio di droga, gioco o altro? “Le dipendenze si possono combattere attraverso la terapia farmacologica e quella cognitivo comportamentale, che sono le classiche terapie, ma oggi c’è la possibilità di affiancare una terapia all’avanguardia: la stimolazione magnetica transcranica. La stimolazione agisce sui centri della gratificazione a livello cerebrale e, quindi, interrompe e annulla il desiderio”. È provato scientificamente che l’elettricità procura questi benefici? “La scienza conferma che l’elettricità in linea generale può essere utile ai fini terapeutici: questo è provato da innumerevoli studi condotti da importanti scienziati, soprattutto negli ultimi anni”. Quali sono le controindicazioni della stimolazione transcranica? Quando non dev’essere utilizzata? “E’ una terapia controindicata nei pazienti con pacemaker o portatori di altri “device elettronici”, come quelli per la stimolazione midollare e con presenza di clip o altri dispositivi metallici all’interno della testa”. Gli stimoli elettrici possono avere effetto su chiunque o gli effetti sono molto personali? “Gli stimoli elettrici possono avere effetto su chiunque: la risposta al trattamento, invece, è molto individuale”. Ci descrivi una seduta? Come funziona? Quante sedute ci vogliono per combattere le dipendenze? “Il paziente si siede comodamente su una poltrona o sul lettino. La sonda attraverso la quale passa il campo magnetico viene posizionata nella zona cerebrale che si vuole stimolare poi comincia la seduta. Il protocollo per il trattamento delle dipendenze si basa su una fase iniziale d’induzione dell’effetto terapeutico, con dodici sedute consecutive nel giro di due settimane, e successivamente si fa una seduta a settimana di mantenimento per 12 settimane”. Gaetano Gorgoni
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