Salute Sette Lecce Finti dentisti e catene low cost poco chiare, Andi: "Attenzione alle truffe" Troppi igienisti e odontotecnici si improvvisano dentisti, la battaglia al ‘prestanomismo’ e il rischio del low cost. In questa nuova puntata di Salute Sette vi spieghiamo tutto quell... 05/11/2018 a cura della redazione circa 7 minuti Troppi igienisti e odontotecnici si improvvisano dentisti, la battaglia al ‘prestanomismo’ e il rischio del low cost. In questa nuova puntata di Salute Sette vi spieghiamo tutto quello che è necessario sapere prima di andare da un dentista per non essere truffati. Innanzitutto, accertiamoci di avere a che fare con un vero odontoiatra, poi teniamo alta la guardia quando abbiamo a che fare con le catene low cost: potremmo scoprire che ci sono costate di più del medico tradizionale. Si stima che i dentisti abusivi siano 15 mila in Italia: queste persone che esercitano illegalmente la professione rappresentano un vero pericolo per l’incolumità pubblica. Il nostro Paese si è dotato da poco tempo di una normativa molto rigida nei confronti dei finti odontoiatri grazie al Ddl Lorenzin. L’obiettivo del legislatore è di combattere l’annoso problema del “prestanomismo”. I dentisti abusivi sono pericolosissimi, ma dietro di loro spesso c’è qualcuno che ci guadagna e che è un vero odontoiatra. Alcuni medici finiti nei guai in questi anni hanno usato il noto cognome sulla targa dell’ingresso di uno studio, ma all’interno a estrarre molari e a curare carie c’erano igienisti e odontotecnici. Secondo l’Andi, che denuncia da un decennio l’abusivismo odontoiatrico, alcuni igienisti usano rivolgersi a un dentista neolaureato proponendogli la direzione sanitaria di uno studio: il guadagno a quel punto diventa facile, senza nemmeno fare una pulizia dei denti. L’Associazione Nazionale Dentisti Italiani spiega che anche molti odontotecnici ricorrono a questi escamotage. Sembra che alcuni abusivi dell’odontoiatria in passato siano riusciti persino ad accordarsi con le tipografie per stampare il loro nome sui ricettari, mentre altri utilizzavano quelli dell’odontoiatra compiacente, che li forniva già firmati. In Italia, per quanto riguarda le truffe, non ci facciamo davvero mancare nulla. L’Andi ha messo in luce casi gravissimi di ‘prestanomismo’ in cui l’abusivo si presentava al cliente con le generalità del dentista titolare. Alcuni odontotecnici si avventurano in queste truffe per aumentare i propri guadagni. E’ certo però che quando si fanno scelte così rischiose prima o poi bisogna fare i conti con i carabinieri del Nas, perché può andare bene anche per anni, ma prima o poi un piccolo sbaglio fa venire sempre a galla un grande imbroglio di questo tipo. PENE PIU’ SEVERE CONTRO IL PRESTANOMISMO Con le nuove norme chi commette il reato di esercizio abusivo della professione o determina altri a commetterlo è punito con la reclusione da 6 mesi a 10 anni e con multe da 10 mila a 75 mila euro: è prevista anche la pubblicazione della sentenza e la confisca dei beni con i quali è stato commesso il reato. Studio e macchinari, quindi, passano nelle mani dello Stato. Dunque, chi si spaccia per dentista oggi sarà pesantemente punito. Fare il dentista non è uno scherzo: è un mestiere difficilissimo, che comporta una specializzazione e una preparazione che un igienista dentale e un odontotecnico non possono avere. L’Andi ha portato avanti la battaglia contro i finti dentisti per 70 anni. “Coprire un’attività abusiva con un prestanome è una pratica deprecabile che scredita e infanga una categoria intera, oltretutto è un reato perseguito dal codice penale. Con la salute dei pazienti non si scherza: viene prima di tutto” – spiega il dentista leccese Francesco Fiorentino. Non è deontologico per un odontoiatra nemmeno lasciar fare a un’assistente che non ha le qualifiche i lavori di pulizia dei denti e altro. Insomma, il consumatore informato deve essere in grado di verificare le qualifiche del proprio dentista di fiducia e di pretendere che sia lui a mettere le mani nella propria bocca. Il medico, inoltre, deve garantire il rispetto di tutta una serie di protocolli che non espongano il cliente a malattie che si possono contrarre se non si sterilizzano strumenti e non si garantisce un’igiene impeccabile nell’ambulatorio. LA PERICOLOSA ODONTOIATRIA LOW COST Ultimamente è esploso il fenomeno delle catene di odontoiatria low cost (se n’è occupato anche Report il mese scorso), ma si tratta veramente di un affare per il cliente? L’Andi invita tutti a diffidare dalle false promesse. Il problema è che l’igiene dentale è caricata sulle spalle delle famiglie italiane: questo ha favorito chi prometteva grandi sconti e anche chi allestiva studi attraverso il prestanomismo. I dentisti tradizionali spesso sono stati accusati di essere dei grandi evasori e di essere i più cari d’Europa, ma i franchising low cost, che dovrebbero fare concorrenza al ribasso, non sono poi così convenienti come si vuol far credere. L’inchiesta di Rai 3 ci ha fatto scoprire che dietro molte di queste catene spesso si nascondono delle finanziarie e dei medici veramente poco affidabili. La prima visita è gratuita, certo, ma poi si scopre che alcuni s’inventano interventi non necessario che fanno lievitare i prezzi e, quindi, il cliente finisce a fare delle rate che lo indebitano più di quanto avrebbe fatto con un medico tradizionale. Le catene tendono a mettere nel piano cure cose non necessarie e non urgenti. Insomma, non tutte le catene fanno questo gioco, ma molti gonfiano i preventivi con interventi inutili per dare vita a un bel finanziamento. In Spagna alcune catene odontoiatriche sono riuscite a truffare migliaia di persone. Come hanno fatto? Semplice: aprendo delle cliniche, incassando i soldi subito e chiudendo per scappare via col bottino. I casi delle cliniche che chiudono all’improvviso, dopo aver fatto sborsare un bel po’ di soldi ai clienti, non sono fenomeni isolati, com’è stato ribadito in una recente puntata di Report. A questi casi bisogna aggiungere le offerte su Groupon che vengono fatte da falsi odontoiatri, capaci di vendere servizi di sbiancamento e pulizia dei denti anche a soli 30 euro: attenti a non cascarci! Dunque, è necessario stare in guardia. Inoltre, chi ci garantisce che nelle catene low cost siano utilizzati materiali di qualità? Bisogna approfondire caso per caso. Non tutte le catene di questo tipo sono sconvenienti, ma è bene tenere sempre gli occhi aperti. LA NUOVA BATTAGLIA ANDI CONTRO LE CATENE ODONTOIATRICHE POCO TRASPARENTI Sul sito dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani il sistema delle catene odontoiatriche low cost è visto come un problema che “non soltanto colpisce i pazienti, ma anche gli odontoiatri che lavorano in queste strutture e che devono assoggettarsi a una sorta di sudditanza commerciale che va contro la loro etica e che svilisce professionalmente ed economicamente il loro operato”. Spesso si tratta di società commerciali, come dimostra il servizio di Report, che hanno poco a che fare con la sanità: dietro i franchising dei denti si nascondono immobiliaristi, società di servizi e perfino società che fino a ieri hanno commerciato solo prodotti ittici. “Il problema del costo delle prestazioni odontoiatriche è indiscutibile, ma non si speri di ritrovare la soluzione nelle strutture low cost, che tali sono solo di facciata e spesso creano bisogni di salute, né nei viaggi all’estero, che la gran parte delle volte si traduce in recidiva e danni ulteriori per il paziente” – afferma sul sito il presidente Andi, Carlo Ghirlanda. “All’inizio dell’anno in occasione del rinnovo della Cao nazionale AIO, lanciando l’idea di un fronte comune del dentale per parlare alla politica e ai cittadini abbiamo chiesto di condividere tra sindacati e ordini linee di dialogo con la politica anche sulla regolamentazione delle società - spiega Fausto Fiorile, Presidente AIO, in una dichiarazione riportata sul sito dell’Andi – Il nodo è scottante come testimoniano le situazioni che abbiamo verificato. L’inchiesta conferma temi che andiamo segnalando da quattro anni: scarsa trasparenza di molte società odontoiatriche nate come funghi, colleghi che predispongono piani di cura in ‘overtreatment’. Con modalità che è opportuno conoscere per coordinare al meglio gli sforzi”. “Le principali sigle del settore (ANDI, AIO, CAO, FNOMCEO) condividono oggi un percorso comune, una cabina di regia tra i diversi attori del dentale che per la prima volta vede un fronte comune impegnato verso le problematiche che, non soltanto vanno a minare una professionalità d’eccellenza, ma soprattutto rischiano di creare un ulteriore vallo tra il cittadino e la doverosa possibilità di garantirsi una corretta salute orale”. Gaetano Gorgoni
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