Cronaca Lecce 

Chiusura di Cerano, Enel frena: "Tavolo con il ministero per decidere i tempi"

Il termine per lo stop è il 2025 ma l'azienda chiede un tavolo di concertazione.  Ok alla dismissione del carbone e alla chiusura della centrale Federico II di Cerano ma secondo un crono...

Il termine per lo stop è il 2025 ma l'azienda chiede un tavolo di concertazione.  Ok alla dismissione del carbone e alla chiusura della centrale Federico II di Cerano ma secondo un cronoprogramma definito in accordo con il ministero dell'Ambiente. Secondo quanto previsto dal decreto del novembre scorso, la centrale termoelettrica dovrà chiudere i battenti entro il 2025. Una scadenza che, secondo Enel, deve essere concordata e non è escluso che i vizi di legittimità individuati nel decreto – così come scrive l'azienda nella lettera inviata al ministero il 30 gennaio- non diventino oggetto di un ricorso al Tar. “Enel precisa di aver presentato, come richiesto entro il 31 gennaio 2019, tutta la documentazione necessaria ad avviare il procedimento di Riesame di Autorizzazione Integrata Ambientale, comprensiva anche del Piano di attività per la cessazione definitiva delle unità a carbone e il relativo cronoprogramma – si legge nella nota - relativamente alla data di cessazione degli impianti alimentati a carbone, Enel ha osservato che, coerentemente con quanto previsto dalla SEN 2017 e dalla versione preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, il phase out di tali impianti dovrà essere inserito all’interno di un articolato programma di sviluppo di nuova capacità e di adeguamento infrastrutturale del sistema elettrico, che permetta tale transizione in condizioni di sicurezza del sistema”. Enel dunque non condivide l'accelerazione dei tempi imposta dal decreto: “La risposta di Enel va quindi nella direzione di avviare questo processo attraverso  un tavolo comune con il Ministero dell'Ambiente, il Ministero dello Sviluppo Economico e le altre amministrazioni interessate in modo da costruire una strategia comune che ne definisca modalità attuative e tempistiche condivise”. Una posizione che sta creando dibattito sopratutto tra i sindaci dei comuni del Brindisino e a Nord di Lecce che temono ritardi nella chiusura dell'impianto di Cerano, nel mirino da anni per le emissioni inquinanti considerate un rischio per la salute.  

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