Salute Sette Lecce 

"C’è un percorso oncologico gratuito, ma si va ancora al Cup"

C’è un corto circuito, una mancanza di comunicazione e informazione tra il CORO (Centro di Orientamento Oncologico) i pazienti, i medici di base e gli specialisti privati. Se c’...

C’è un corto circuito, una mancanza di comunicazione e informazione tra il CORO (Centro di Orientamento Oncologico) i pazienti, i medici di base e gli specialisti privati. Se c’è un importante esame da fare o il rischio di tumore, si continua ad andare a prenotare esami al CUP, con liste d’attesa lunghe mesi, ma è al Centro oncologico del Fazzi che bisognerebbe rivolgersi. La nostra inchiesta mette in luce questa dannosa mancanza di comunicazione che coinvolge anche il Centro Unico di Prenotazione. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Silvana Leo, coordinatrice del CIPOMO per la Puglia e direttrice dell’Oncologia Medica del “Vito Fazzi di Lecce”. La nostra inchiesta sulle lunghe liste d’attesa relative alla risonanza magnetica multiparametrica alla prostata ha trovato le risposte giuste grazie all’intervento dell’oncologa Silvana Leo. Oggi sappiamo che esiste un deficit di informazione che coinvolge operatori della sanità e pazienti. Tutti dovrebbero sapere che per fare un esame, quando c’è il sospetto che ci possa essere un tumore, bisogna evitare le file del CUP e rivolgersi al CORO. La rete oncologica pugliese sta cercando di raggiungere la massima efficienza, ma i problemi di comunicazione intaccano il funzionamento del sistema. Innanzitutto, i medici di base, nel fare le ricette per visite specialistiche o per esami particolari, dovrebbero saper informare il paziente: se ci sono sintomi e segnali che riguardano l’oncologia è necessario inserirsi nel sistema pugliese del CORO (la rete oncologica). Dovrebbe bastare una chiamata, ma a volte è necessaria più di una telefonata. Comunque, alla fine si può prenotare una visita, che viene fissata entro le 48 ore. Dopo la visita, sarà il gruppo di specialisti della rete oncologica, che si avvale di tutta una serie di professionalità (approccio multidisciplinare e medicina personalizzata) a decidere se l’esame indicato dal medico di base o da un altro collega è superfluo o meno. Nel caso dell’ultrasessantenne, che abbiamo esposto in un precedente pezzo (con PSA elevato, già operato alla prostata e con la necessità di approfondire attraverso la RM multiparametrica la situazione prostatica), il paziente viene sballottato da un CUP all’altro senza che nessuno gli indichi la strada giusta, cioè rivolgersi al CORO. Eppure il tempo è salute nei casi di sospetto tumore! Insomma, la rete oncologica leccese non ha ancora affondato le sue radici in un terreno fecondo. Bisogna fare molta strada, ma soprattutto costruire una comunicazione efficace interna ed esterna. Ecco perché questo articolo può dare una mano a far funzionare meglio un servizio pubblico che deve imparare a comunicare meglio. COSA SONO I CORO I CORO sono centri di orientamento oncologico. Si tratta di centri che rispondono alle direttive della Regione Puglia, ente che ha organizzato e disciplinato la rete oncologica secondo un modello organizzativo che favorisce la collaborazione e la sinergia tra i professionisti mediante la diffusione di conoscenze e la condivisione collegiale di protocolli di procedura per un’opzione terapeutica sempre più efficace, appropriata e sostenibile. In altre parole, il CoRO hai il compito di informare di accogliere ogni nuovo paziente che chieda di essere seguito (spontaneamente per alcuni sintomi gravi o su indicazione del medico di base e dello specialista). L’introduzione di questo modello è recente. Si punta ad accompagnare, quasi per mano, velocemente, senza attese e gratuitamente, nel percorso diagnostico e terapeutico il paziente che sospetta di avere un tumore, ma anche chi il tumore ce l’ha o lo ha già avuto. Il numero verde regionale e il seguente: 800185003. Ma ogni Centro Oncologico ha il suo recapito telefonico. INTERVISTA ALLA DOTTORESSA SILVANA LEO, DIRETTRICE ONCOLOGIA MEDICA DEL VITO FAZZI DI LECCE Dottoressa, la settimana scorsa mi sono occupato delle lunghe liste d’attesa per la risonanza multiparametrica alla prostata: al paziente, già operato, non veniva indicato il percorso giusto, né un numero di telefono da fare. La rete oncologica per la prevenzione così rischia di funzionare male...Medico di base, urologo e Cup dovrebbero indicare la strada giusta al paziente, non crede? “I pazienti oncologici (e chi sospetta di avere un tumore) devono passare dal Coro. Anche se c’è un solo sospetto bisogna inserirsi nella rete oncologica che ha predisposto la Regione Puglia, proprio per una prevenzione più efficace”. Sì, però c’è una “falla” a questo punto: un difetto di informazione e di comunicazione, non crede? “Il problema è che molto spesso gli urologi bypassano gli oncologi e pensano di risolvere il problema da soli. Invece l’approccio deve essere sempre multidisciplinare, proprio come lo abbiamo impostato noi nella rete oncologica. Lavoriamo sempre in team multidisciplinari. A volte nemmeno i medici di base sanno che cos’è un CORO. Stiamo cercando di fare formazione e di lavorare per comunicare questo servizio a tutti gli operatori della sanità”. Effettivamente ancora si sa poco...Prima della mia inchiesta molti pazienti non sapevano che fosse necessaria una visita gratuita del vostro specialista... “Il CoRo non è un Cup a disposizione di tutti: è il CUP per i malati di tumore o quando si sospetta un tumore. È un centro orientamento oncologico per evitare il l’inappropriatezza degli esami richiesti: troppo spesso vengono richiesti approfondimenti superflui. Questo danneggia anche economicamente il Sistema Sanitario. Alcuni pazienti pensano che la PET sia addirittura terapeutica: si fanno molti esami inutilmente. L’appropriatezza dell’esame da noi viene valutata da un referente di patologia. Bisogna percorrere l’iter giusto per ogni caso. Vogliamo porre fine agli esami inappropriati”. Quanti giorni ci vogliono per una visita dal vostro specialista dal momento in cui si prenota? “Bastano due giorni al massimo per una visita. Non abbiamo liste d’attesa: basta l’impegnativa e gratuitamente i pazienti verranno visitati. Nessuno paga la visita. La cosa che mi interessa puntualizzare e che noi abbiamo dei gruppi ultra specializzati per ogni tipo di problema: c’è il gruppo che si occupa di mammella, il gruppo che si occupa di polmone, il gruppo che si occupa di urologia e tanti altri gruppi. Abbiamo un approccio multidisciplinare e lavoriamo in team. Radiologi, chirurghi, oncologi, urologi lavorano insieme nel nostro centro: collaborano, comunicano tra di loro e intervengono, sono complementari”. Dunque manca solo una buona campagna di comunicazione per far capire a tutti che esiste questo servizio e questo percorso? “Faremo capire in primis al paziente che è bene rivolgersi al CoRo quando ci sono problematiche e sospetti oncologici. Stiamo cercando di fare divulgazione al massimo livello: con l’Asl stiamo discutendo le strategie e nel frattempo abbiamo avviato i corsi di formazione. Purtroppo spesso circolano informazioni inesatte”.

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