Cronaca Sanità Casarano 

''Paziente a rischio bloccata 3 ore in ambulanza''. L’Asl chiarisce: ''Tutto regolare''

Anche il Tribunale dei diritti del malato spiega che i medici fanno il massimo durate le fasi di congestione dei pronto soccorso.

Le proteste veementi sui social  del figlio di una 91enne nei confronti del pronto soccorso casaranese per l’attesa della madre, che era in condizioni critiche, durata circa 3 ore prima di essere presa in cura, sono state ridimensionate dal Tribunale dei diritti del Malato e dall’Asl. La paziente salentina di 91 anni, era molto fragile, perché già vittima di un’ emorragia cerebrale trattata chirurgicamente, con insufficienza respiratoria in ossigeno terapia per 24 ore al giorno, ipovedente per maculopatia e con fibrillazione atriale in Nao (nuovi anticoagulanti orali usati per ridurre il rischio di tromboembolismo).

“Mia madre non respirava e sabato ci siamo rivolti all’ospedale di Casarano - ha spiegato il figlio - Non c’era nemmeno un medico disponibile a intervenire quando è arrivata in ambulanza. Ha problemi gravissimi di respirazione e ha l’ossigeno h24 a casa. Non riusciva a muovere la parte destra del corpo e ora non parla. A Casarano ci siamo sentiti abbandonati. Credevo che un caso così grave sarebbe stato preso subito in carico”.

Ma i tempi degli ospedali ormai sono biblici per la penuria di medici e sanitari e per l’eccessivo numero di utenti, che non vengono presi in carico adeguatamente dalla medicina territoriale. Il figlio della paziente anziana lanciato una serie di accuse piuttosto pesanti contro il sistema sanitario. La donna ora è ricoverata in geriatria: ha dovuto fare i conti con una serie di complicanze che sono prevedibili nella sua condizione.
“C’erano 4 ambulanze ferme: i medici erano operativi nel pronto soccorso e hanno fatto il massimo per gestire tutti i pazienti che erano in quel momento in attesa - spiega Anna Maria De Filippi, del Tribunale dei Diritti del Malato - Io sono sempre dalla parte dei pazienti, ma bisogna capire anche i medici che si trovano ad affrontare situazioni critiche. La signora ha dovuto attendere il tempo necessario ai sanitari per gestire tutti i casi in sicurezza”.

Anche dalla Asl minimizzano: ''Il Direttore Generale Stefano Rossi ha spiegato che l’iperafflusso nei Pronto Soccorso è ormai la normalità a livello nazionale, così come la mancanza di medici. Quelli operativi danno il massimo, ma possono esserci dei momenti critici”.

Il numero uno dell’Asl leccese ha inoltrato il report: ''La signora è arrivata alle ore 13:01 di sabato ed è stata presa in visita alle ore 15:48 (dopo 2 ore e 47 minuti). Sono diversi gli esami eseguiti: Tc cranio ed rx torace, consulenza neurologica con EEG, consulenza cardiologica con ECG, consulenza geriatrica con successivo ricovero in Geriatria. Con i pazienti cronici, dunque, l’attesa è inevitabile, anche quando sono in gravi condizioni. In quel momento to c’erano 4 ambulanze in entrata. Ma per il figlio della 91enne così si mette a rischio chi è già fragilissimo''.


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