Cronaca Politica Lecce 

Immobile ex Lega Navale a San Cataldo, il guaio dell’indennizzo per il Comune di Lecce

Il dietro front sull’alienazione potrebbe pesare sulle casse comunali: la società Ateneum al contrattacco.

La vicenda dell’immobile ex Lega Navale rischia di avere degli spiacevoli risvolti. Il consigliere di centrosinistra, Antonio De Matteis, dopo la diffida della società Ateneum srl, inoltrata l’11 marzo al Comune di Lecce, ha espresso qualche dubbio in Consiglio: ha chiesto di bloccare la delibera per acquisire ulteriori pareri legali.

L’amministrazione Salvemini decise di annullare l’alienazione della struttura per includerla nel progetto finanziato (CIS) per il rilancio di San Cataldo: in campo c’è un cospicuo finanziamento, pari a oltre 1,6 milioni di euro. L’immobile, grazie alla delibera (approvata in Consiglio comunale giovedì) sulla variante urbanistica, sarà classificato da B20 a F12 (attrezzature civili di interesse pubblico). La struttura sorge in via Carlo Margottini, nel lotto tra via Ettore Majorana e Lungomare da Verrazzano Giovanni: si estende per circa 1065 metri quadrati (di cui 225 mq di edificio). Il progetto è costituito da una serie di interventi che arricchiscono di servizi l’area, dando centralità al waterfront di San Cataldo.

Il guaio è che il bene era stato venduto ai privati sulla base del piano alienazioni e valorizzazioni immobiliari votato in Consiglio comunale al tempo dell’amministrazione Perrone (la delibera risale al 30/11/2010). La determina dirigenziale di messa in vendita tramite avviso pubblico è datata 24/04/2011. I due lotti se li aggiudicò la società Ateneum s.r.l. rispettivamente per 70mila euro (lotto n. 4) e per 206 mila euro (lotto n. 13).


Con nota del 27 dicembre 2011 la Ateneum s.r.l” ha comunicato che gli immobili in questione dovevano essere intestati alla Class Re s.r.l., società del gruppo Ateneum. Tali beni però non erano immediatamente disponibili e pertanto Ateneum e Class Re hanno chiamato in giudizio il Comune di Lecce chiedendo i danni per il mancato trasferimento. Il 3 luglio 2014, le due società chiedevano al Comune di Lecce i danni derivanti dal mancato trasferimento degli immobili (nel frattempo il lotto n. 13 era interessato dal crollo del solaio e dal distacco dell'intonaco che hanno reso inagibile il fabbricato).

La questione finisce in Tribunale: con sentenza 1483/2019, non si riconosce la conclusione del contratto e viene accolta la domanda di restituzione di 150mila euro proposta dalla società, più 9mila euro di danni. Quindi il Comune di Lecce riconosce il debito fuori bilancio, ma revoca l’aggiudicazione nel 2019, facendo tornare il bene nel patrimonio comunale. Ed è qui che comincia un’altra storia perché il Comune di Lecce  fa un altro bando per affidare solo i “bagni” ai privati (un altro immobile dove ci sono solo servizi). L’aggiudicatario risulta F31 S.r.l., ma comunque anche questo bando viene revocato. Il ricorso contro la revoca di quest’ultima aggiudicazione non è andato bene davanti al Tar, ma è stato promosso l’appello al Consiglio di Stato, che è ancora pendente.

Intanto, i legali di Ateneum parlano di “atteggiamento schizofrenico e altamente illegittimo del Comune di Lecce” e richiamano la sentenza del Consiglio di Stato al quale hanno fatto appello: i giudici amministrativi hanno chiarito che il Comune può revocare per interesse pubblico l’aggiudicazione, ma deve risarcire i privati delle spese non ancora quantificate. Proprio questo è il punto: un risarcimento in tempi di vacche magre. La società Ateneum spiega che l’obbligo di un indennizzo congruo è sacrosanto, sulla base del verdetto dei giudici amministrativi di secondo grado. Probabilmente si tornerà allo scontro in tribunale. In Consiglio comunale si è solo accennato a questo rischio.

La sindaca Adriana Poli Bortone ha spiegato che non è possibile fare dietro front, a meno che non si voglia perdere un finanziamento milionario. L’avvocatura di Lecce ha dato il via libera all’operazione di annullamento dell’alienazione di quel bene sulla base della prevalenza dell’interesse pubblico, ma non si è messo in conto il fatto che l’indennizzo potrebbe pesare molto sulle casse comunali.  
G.G.


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