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A San Cassiano festa e sagra di San Giuseppe

L'evento è incentrato sul cibo come dono con la raccolta casa per casa di grano, olio e tutti i prodotti della terra necessari per l'allestimento della tavola e la preparazione delle 13 pietanze offerte il 22 marzo.

La festa di San Giuseppe, a San Cassiano, è un evento culturale costruito grazie al sapiente lavoro dell'intera comunità, in un affascinante connubio tra religiosità, devozione popolare e amore per la terra.

La festa è incentrata sul cibo come dono ed è il risultato di un lungo e metodico lavoro collettivo che inizia alla fine di gennaio con la raccolta casa per casa del grano, dell'olio, dei peperoni e di tutti i prodotti della terra necessari per l'allestimento della tavola e per la preparazione delle tredici differenti pietanze offerte il 22 marzo, giorno della sagra di San Giuseppe.

Durante la sagra, Si raggiunge il culmine con il rito della fòcara, un grande fuoco ottenuto dalla raccolta delle fascine di rami d'ulivo, un rito antichissimo, propiziatorio e che segna il passaggio dall'inverno alla primavera.


Lo slogan scelto per portare avanti la tradizione della Sagra ha assunto un'accezione più ampia: donare cibo come simbbolo di comunitarismo e solidarietà, come oggetto del dono, ma che può diventare il soggetto del dono stesso.

Il cibo che ci dona attimi di fratellanza e collaborazione, diventa il mezzo che unisce intere generazioni, diverse culture e paesi, in un vorticoso turbine di emozioni che, oltre a nutrire il corpo, nutre l'anima, sempre nel rispetto di cosa ci circonda, a partire dall'ambiente, la fonte di tutto.

Una festa della tradizione popolare che nell'ambito del progetto Ruralia, nato per sostenere l'identità rurale delle feste popolari dei comuni del Parco Paduli, riscopre i valori originari e costruisce nuovi percorsi a sostegno del cibo sano.

Dopo un lungo lavoro di condivisione un'intera comunità ha deciso di investire sull'agricoltura sostenibile, attivando produzioni agricole comunitarie, necessarie per la preparazione dei cibi della festa nel rispetto dei principi della biodiversità. A partire dal grano, ingrediente principe della festa. Questo prezioso componente è infatti utilizzato sotto forma di farina per la realizzazione del tradizionale pane di San Giuseppe, delle zeppole, della massa, delle pittule e delle ncartellate; i suoi chicchi sono usati anche per il tradizionale piatto del grano stumpatu.

Le tavole sono imbandite nei luoghi distribuiti attorno alla piazza del paese: quella tradizionale, allestita nella chiesa rupestre della Madonna della Consolazione; la Tavola della comunità, nella sala consiliare; La Tavola dei bimbi, curata dagli alunni della Scuola dell'Infanzia presso il municipio; la Tavola del Comitato Feste, nella cappella di San Rocco; La TavolAbile, presso la Rsa Catamo con cui i ragazzi del Centro Diurno incontrano la comunità; quella dell'associazione Officina dei Teatranti, in una vecchia casa in via Pisanelli; La Tavola del gruppo dei donatori Fratres, nella cappella della Madonna degli Angeli; Quella della Confraternita, in collaborazione con l'Istituto alberghiero di Santa Cesarea.

Sabato 22 marzo, serata di festa allietata dal ritmo della musica delle Ronde di Pizzica che precedono e seguono il concerto del Canzoniere Grecanico Salentino.

Tanti gli appuntamenti dedicati a incontri pubblici, dal titolo Tavola della Convivialità: I cibo come dono, con esperti di enogastronomia e politiche del cibo. In questa occasione la comunità di San Cassiano presenterà il suo marchio identitario: San Cassiano Comune della Convivialità e la sua prima De.Co. del Granu Stumpatu.

di Adriana Greco


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A presenziare al tradizionale banchetto, oltre al santo festeggiato in questa giornata, anche cinque santi: la Madonna, Gesù Bambino, Sant'Anna e San Gioacchino.