Cronaca Lecce 

Il Reparto Prevenzione Crimine di Lecce verso la chiusura, la protesta dei sindacati. Capone: «Scelta contro il Sud»

Oggi un incontro per discutere sulla possibile chiusura del reparto di Polizia attivo in provincia dal 1996.

La Segreteria Regionale Puglia del Siap, sindacato di polizia, manifesta profonda preoccupazione per l’ipotesi, sempre più insistente, di chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce: «Tale presidio rappresenta un elemento cardine nella strategia di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e diffusa in un territorio complesso, segnato da dinamiche malavitose in continua evoluzione. Non è accettabile che investimenti così essenziali per l’ordine pubblico siano subordinati a mere logiche di risparmio o di razionalizzazione: nel Mezzogiorno, e in particolare in province come quella di Lecce, lo Stato ha il dovere di potenziare la propria presenza, non di indebolirla, per scongiurare un arretramento potenzialmente irreversibile nella tutela della sicurezza collettiva».

La preoccupazione del S.I.A.P. è stata resa pubblica durante i lavori dell’assemblea sindacale odierna, tenutasi presso il Reparto Prevenzione Crimine di Lecce, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni locali, amministratori, esponenti di diverse associazioni territoriali, dirigenti sindacali di altri corpi di polizia. In particolare, il Segretario Provinciale S.I.A.P. di Lecce, Gianluigi Casciaro, ha sottolineato la gravità di una possibile soppressione di un presidio che, sin dal 1996, svolge un ruolo determinante nel prevenire e reprimere i reati, potendo dislocare rapidamente uomini e donne della Polizia di Stato nelle aree più critiche del Salento. Numerosi interventi hanno ricordato che, all’epoca della fondazione del Reparto, la provincia leccese stava affrontando uno dei momenti più delicati nella lotta alla Sacra Corona Unita: le forze di polizia, grazie anche al supporto dei reparti di prevenzione, hanno inferto colpi decisivi alle organizzazioni criminali. Oggi, paventare la chiusura di tale Reparto, così come di altri presìdi del Sud (fra cui San Severo, anch’esso in Puglia), equivale a dare un segnale di arretramento dello Stato in territori in cui, ancora oggi, la minaccia malavitosa non è stata debellata ma solo fortemente ridimensionata da anni di impegno straordinario.

Durante la riunione, la cui importanza è stata ribadita dalla presenza del Presidente nazionale S.I.A.P., Dott. Francesco Tiani, e dal Segretario Organizzativo Regionale Puglia VENTRELLA, si è sottolineato come il Reparto Prevenzione Crimine non sia un presidio, bensì una struttura specializzata a vocazione “mobile”, in grado di operare oltre i confini provinciali, fornendo un sostegno essenziale alle Questure e ai Commissariati presenti nel territorio pugliese.

All’assemblea ha partecipato Loredana Capone, Presidente del Consiglio regionale, la quale ha evidenziato con grande chiarezza la necessità di non arretrare nella lotta alla criminalità, affermando: «È una battaglia quotidiana e costante dove non possiamo permetterci passi falsi: si mette a rischio il futuro delle nostre comunità solo per mere logiche di risparmio. Non può esserci risparmio sulla sicurezza, perché questo indebolisce ancor di più un territorio che per ragioni storiche e sociali fa i conti con carenze infrastrutturali e quindi economiche. Una scelta che si basa su uno strano concetto di razionalizzazione, dove 5 reparti su 7 che si vogliono chiudere sono tutti al Sud, mentre si rafforzano quelli del Nord. Una chiara scelta contro il Mezzogiorno».

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