Cronaca Economia e lavoro Lecce 

Metalmeccanici senza contratto in sciopero. A Lecce protesta depotenziata da un’azienda

Il presidio davanti ad AIM (Ex Alcar), che però ieri pomeriggio ha comunicato chiusura del sito e cassa integrazione. I sindacati: “Palese condotta antisindacale”.

Ancora uno sciopero dei metalmeccanici per ottenere il rinnovo del contratto. Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno indetto altre 8 ore (e sono 24 dall’inizio dell’anno) di astensione dal lavoro e accentuato la protesta del blocco dello straordinario e delle flessibilità. A Lecce però, la protesta si tinge di giallo, al punto che i sindacati valutano un ricorso per condotta antisindacale contro Aim (ex Alcar).

Sciopero depotenziato. Le segreterie territoriali dei sindacati metalmeccanici avevano scelto un luogo simbolo per la manifestazione: in piena zona industriale davanti ai cancelli dell’Aim (ex Alcar), azienda di lavorazione dei metalli. I segretari generali di Fim e Fiom, Maurizio Longo e Ciro Di Gioia spiegano la scelta: “È stata determinata dall’atteggiamento dell’azienda nei confronti dei lavoratori”. Nonostante gli investimenti limitati al processo produttivo, i sindacati lamentano il disconoscimento delle relazioni sindacali, il confronto continuamente negato, ma anche l’immobilismo sulla sicurezza sul lavoro, gli interventi inesistenti sulla struttura dello stabilimento, le cattive condizioni di bagni e spogliatoi. Forse intimorita dalla prospettiva di una manifestazione molto ben riuscita davanti ai suoi cancelli, l’azienda ieri pomeriggio ha comunicato ai lavoratori la chiusura dello stabilimento per la giornata odierna, dando appuntamento a lunedì 31 marzo, “per esigenze produttive ed organizzative, con sospensione dell’attività lavorativa a zero ore e intervento della cassa integrazione ordinaria”. Zero ore per tutti, nonostante il piano settimanale delle presenze prevedesse proprio per oggi il personale al completo e nonostante fino a ieri l’azienda avesse obbligato alcuni lavoratori allo straordinario pur in presenza di cassa integrazione: “Siamo di fronte ad una palese e provocatoria condotta antisindacale. Stiamo verificando se ci sono i presupposti per un’azione legale, senza contare l’uso improprio del denaro pubblico che finanzia la cassa integrazione”, dicono Longo e Di Gioia.

La protesta nazionale. Lo sciopero odierno ha l’obiettivo di conquistare il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, dopo lo stallo e le controproposte di Federmeccanica e Assistal, autrici di una irrituale contro-piattaforma. Cinque i temi cari al sindacato. Innanzitutto il salario: i datori di lavoro hanno respinto la richiesta di aumento di 280 euro e si limitano a concedere aumenti legati all’andamento dell’inflazione, senza alcun avanzamento reale. Non c’è accordo sul premio di risultato, specie per le aziende in cui non si pratica la contrattazione di secondo livello. Capitolo precariato: aziende indisponibili a regolare il ricorso ai contratti precari attraverso la contrattazione nazionale. Sugli appalti le parti datoriali “dimenticano” la garanzia economica e occupazionale per i lavoratori in caso di cambio di appalto. Infine uno degli argomenti più dibattuti, ossia l’orario di lavoro: Federmeccanica e Assistal non sono disponibili a ridurlo, a regolamentare lo smart-working e a riconoscere i permessi per conciliare tempi di vita e di lavoro.


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