Cronaca Galatina 

Aggressione minore disabile a Galatina: identificati 6 autori

Cresce l'indignazione sul web dopo la diffusione delle immagini del brutale pestaggio in stazione. E Fabrizio Corona pubblica volti e nomi degli aggressori.

Hanno tutti tra i 15 ed i 17 anni i sei componenti della baby gang che ha brutalmente aggredito nella Stazione ferroviaria di Galatina un 16enne disabile al 100% a calci, pugni e colpi di cinture postando poi sui social il video del vigliacco assalto salvo poi cancellarlo, ma era ormai stato condiviso rendendo impossibile la gestione e la diffusione.

Gli inquirenti hanno infatti acquisito le immagini del pestaggio e sono risaliti alle identità di alcuni ragazzi che si vedono picchiare senza alcuna ragione il malcapitato, che ha riportato lesioni guaribili in 25 giorni, tra cui la frattura di una costola. Le indagini sono partite dopo la denuncia che la madre della vittima ha presentato pressoil locale Commissariato di Polizia.


Intanto, cresce l'indignazione in città ma soprattutto sui social. Anche Fabrizio Corona ha cavalcato l'onda emotiva del pestaggio dei bulli pubblicando sui propri account una 'story' con il video e tanto di nomi e foto di alcuni degli aggressori.

Si registra poi un intervento del presidente dell’Ordine degli Psicologi Pugliesi, Giuseppe Vinci, che ha affermato: ''É un ulteriore segnale dello stato di salute sociale ed emotiva di una parte dei nostri ragazzi”.

Lo psicologo esprime profonda preoccupazione per un fenomeno che non è solo una bravata o a un semplice atto di bullismo: “Si tratta di un’aggressione che coinvolge aspetti psicologici complessi: dinamiche perverse di gruppo, disprezzo per le fragilità, considerazione della violenza come strumento di affermazione di sé, e – se confermato – anche un movente discriminatorio”.

Per il presidente degli psicologi pugliesi, è fondamentale che i contesti educativi e familiari si interroghino e si attivino con determinazione e pazienza: “E’ necessario ma non è sufficiente condannare l’episodio o punire i responsabili. L’assenza di consapevolezza emotiva, il bisogno di sopraffare il diverso, sono da un lato segnali della fragilità profonda di chi aggredisce, dall’altro sono l’espressione di modelli sociali e culturali basati sull’uso della forza al posto del diritto e della giustizia, modelli che si stanno affermando con una potenza sconosciuta sin qui. Occorre investire di più e meglio sull’educazione all’affettività all’ascolto, alla gestione delle emozioni, all’accoglienza della diversità che ciascun essere umano rappresenta”.

“I giovani, oggi più che mai, hanno bisogno di strumenti per riconoscere, comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui. Scuole, famiglie, istituzioni devono essere luoghi sicuri di ascolto e di crescita, anche con il supporto, ogni volta che è necessaria o utile, di professionisti – come psicologi scolastici ed educatori – capaci di intervenire prima che la fragilità si trasformi in violenza”. L’Ordine pugliese esprime la sua vicinanza alla vittima, ribadendo la necessità di un impegno collettivo, istituzionale e civile, per educare al rispetto, alla solidarietà e all’accoglienza delle differenze.


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