Cronaca Università Lecce 

Mistero Orlandi, la famiglia affida al Cedad di Unisalento l'analisi delle ossa ritrovate nel cimitero teutonico

I familiari della 15enne scomparsa 37 anni fa a Città del Vaticano si oppongono all'archiviazione e si affidano agli esperti per fornire una datazione certa alle ossa

La famiglia di Emanuela Orlandi ha affidato al CEDAD (Centro di Fisica Applicata, Datazione e Diagnostica) dell'Università del Salento, la datazione dei frammenti ossei rinvenuti presso il cimitero teutonico nella Città del Vaticano. I reperti, 58 in tutto, erano stati rinvenuti all'interno di due tombe riaperte su richiesta della famiglia della 15enne scomparsa nel nulla il 22 giugno del 1983.

«Le analisi verranno eseguite utilizzando la tecnica nota come bomb peak dating che consente il raggiungimento di livelli molto elevati di risoluzione cronologica sfruttando l'eccesso del contenuto di radiocarbonio dovuto ai test nucleari del secondo dopoguerra e immagazzinato negli organismi vissuti dal 1955 al presente. La Fisica è quindi chiamata a dare un contributo importante alla soluzione di uno dei misteri più fitti della nostra storia recente- spiega Gianluca Quarta, professore di Fisica Applicata ai Beni Culturali, Ambientali, Biologia e Medicina presso il Dipartimento di Matematica e Fisica Ennio de Giorgi dell'Università del Salento.

Con un’istanza depositata lo scorso 25 giugno al giudice unico dello Stato della Città del Vaticano la famiglia Orlandi si è opposta all'archiviazione del procedimento annunciando di voler procedere privatamente alle verifiche dei residui ossei selezionati dai loro consulenti nel luglio del 2019.

Il perito d'ufficio del Vaticano che ha analizzato i frammenti ossei ha evidenziato che si tratta di resti molto antichi, con tutta probabilità risalenti alla fine dell'Ottocento. La famiglia della 15enne ha deciso però di effettuare analisi chimico-fisiche più approfondite per escludere che possano appartenere ad Emanuela.

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