Cronaca Eventi Salute e Benessere Scuola Società Lecce Crolla la figura del padre come riferimento autorevole La ricerca sarà presentata a Lecce il 12 dicembre nell’ambito del XVII Convegno di Medicina organizzato dalla Fondazione Foresta Onlus, in collaborazione con L’ASL di Lecce, L’Università del Salento, L’Università Pegaso. 09/04/2024 circa 3 minuti La Fondazione Foresta ONLUS presenta i nuovi risultati della ricerca condotta tra ottobre 2022 e marzo 2024 tramite somministrazione di un questionario distribuito a 4.383 studenti d tra i 18 e i 20 anni (età media 18,2 anni) frequentanti gli istituti delle scuole superiori di Padova e Lecce, all’interno del progetto “Prevenzione andrologica permanente nelle Scuole”. I dati raccolti hanno evidenziato il ruolo genitoriale nel determinare i comportamenti a rischio dei ragazzi, e come gli stessi percepiscano la figura paterna e materna.''Da 15 anni Fondazione Foresta cura un progetto che si sviluppa nelle scuole, parlando a migliaia di studenti, e abbiamo raccolto molto materiale per mettere a confronto i cambiamenti nei comportamenti e nel contesto familiare dei ragazzi'', spiega Carlo Foresta, già professore di Endocrinologia all’Università di Padova e presidente della Fondazione Foresta Onlus.La ricerca sarà presentata a Lecce il 12 dicembre nell’ambito del XVII Convegno di Medicina organizzato dalla Fondazione Foresta Onlus, in collaborazione con L’ASL di Lecce, L’Università del Salento, L’Università Pegaso, con un focus sul ruolo del contesto familiare nel determinare il disagio giovanile. Al convegno parteciperanno i ragazzi delle Scuole di Lecce e saranno raccolti i dati per un confronto tra Nord e Sud.''Quest’anno abbiamo deciso di chiedere ai ragazzi come percepissero il ruolo genitoriale all’interno della famiglia, tra amichevole, autorevole, indifferente e problematico, con distinzione tra madre e padre'', dichiara Foresta. Complessivamente la figura materna è vista più frequentemente come amichevole (51,8% vs 44% dei padri), ma per le ragazze la figura paterna è vista più spesso come problematica (10% vs 5% dei coetanei maschi). Ancora più marcata è la differenza nel ritenere autorevole il ruolo paterno nei ragazzi (42,2%) rispetto alle ragazze (27,7%).Bisogna poi ricordare come con l’andare del tempo la costituzione familiare è cambiata: rispetto al 2005, quando il progetto è partito, i genitori sono più anziani di quattro anni: l’età media della madre quando il ragazzo ha 18 anni è di 50,7 e quella del padre è 54 anni. Inoltre, un ragazzo ogni cinque è figlio di persone separate o divorziate. In questo contesto monogenitoriale, la madre è più spesso descritta come autorevole dai figli maschi (50%), ma molto meno dalle figlie (32,8%), che invece la descrivono come amichevole nel 55% dei casi rispetto al solo 29,8% dei coetanei maschi.''Agli occhi dei figli l’autorevolezza di un padre separato si dimezza (dal 45 al 23% nei maschi, e dal 30 al 15% per le femmine); il rischio di apparire indifferente aumenta di 2-3 volte, e di risultare problematico fino a 4-5 volte rispetto ai padri coniugati. Questa svalutazione sembra più intensa nei figli maschi, per i quali crolla la figura del padre come di riferimento autorevole''.Dallo studio emerge che i figli, dopo la separazione, cercano questa caratteristica nella madre. Ancora non siamo in grado di comprendere le conseguenze d questo cambio di paradigma. Il costante aumento di divorzi e separazioni si allinea a quel necessario e desiderabile processo di destrutturazione del modello patriarcale. Tuttavia, gli esiti di questo processo appaiono imperfetti, e i suoi meriti talvolta incerti: ancora in nove coppie su dieci i figli vengono affidati alla madre, che si trova a dover cercare un compromesso tra la propria emancipazione personale e i raddoppiati doveri di accudimento ed educazione. Tuttavia il padre, sul piano simbolico e psicologico non dovrebbe esaurirsi nel semplice sostentamento economico, a maggior ragione in un’epoca contemporanea in cui le donne e madri possono realisticamente ambire all’indipendenza economica per sé stesse e per i loro figli.Alla luce di questi dati si rende indispensabile tornare a ragionare sulle dinamiche simboliche, psicologiche e sociali che si innescano all’interno di dinamiche familiari, quelle contemporanee, che nel loro incessante e vivace rimescolamento strutturale rischiano di perdere di vista un obiettivo centrale: il benessere delle generazioni di domani e un senso di armonica continuità tra le diverse generazioni. Se si sta abbandonando un sistema di valori patricentrico e patrilineare, dobbiamo allora domandarci: qual è la nostra visione del futuro?
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