Cronaca Economia e lavoro 

Damato: ''Polizia Penitenziaria ultimo degli ordini di polizia''

Il Segretario Regionale Puglia dell'Osapp torna a sottolineare il disagio con cui convivono quotidianamente gli agenti in perenne attesa di una risposta dalla politica nazionale.

Il Segretario Regionale Puglia dell'Osapp, Ruggiero Damato, esprime preoccupazione dopo le immagini dei pestaggi avvenuti ad aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, quelli di Milano Beccaria poche settimane fa, che hanno scosso il mondo della politica. Eppure, nonostante i politici di destra si siano schierati dalla parte degli agenti, la Polizia Penitenziaria è l'ultimo degli ordini di polizia preso in considerazione dai governi.

Di contro, le continue e brutali regressioni nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria, i vari disordini e tentativi di rivolte, con milioni di euro di danni, non fanno cronaca e consenso elettorale. Un agente che entra in Polizia Penitenziaria deve seguire un corso di 6 mesi in una scuola di formazione; al termine di questo corso avviene l’assegnazione negli istituti, passando per un concorso nazionale. Sarebbero poi previsti corsi di aggiornamento, almeno una volta all’anno: si pensi che molti neo-agenti escono dai corsi di formazione senza uniformi o cinturoni.

Ad ogni modo, non si fanno quasi più tali corsi di formazioni, ma si manda gli agenti nel tritacarne delle carceri soli e senza tutele di qualsiasi genere: giudiziarie, sanitarie e soprattutto di supporto psicologico. Il comparto della polizia penitenziaria è quello che registra, ogni anno, il maggior numero di suicidi rispetto agli altri. Si pensi che, solo nel 2020, sette agenti si sono tolti la vita; nel 2019 erano stati 11, non lo dice l’Osapp, ma fonti dell’Osservatorio suicidi in divisa (Osd).

La situazione drammatica che vivono donne e uomini della Polizia Penitenziaria pugliese, in cui non passa settimana senza assistere al pensionamento di decine di unità, vista la situazione scappano e tale fenomeno assottiglia ancor di più l'inadeguata pianta organica pugliese che ormai sfiora le 1000 unità in meno dalla scellerata “Legge Madia” attraverso il Decreto legislativo n.95/2017 che di fatto taglia circa 7000 unità per la Polizia Penitenziaria, per cui le sbandierate assunzioni non coprono neanche i pensionamenti già avvenuti negli ultimi tre anni.

Ormai gli accordi sindacali e l'Accordo Nazionale Quadro sono diventata “carta straccia” in quanto si assiste a turni che vanno dalle 8 alle 12e 16 ore consecutive nei reparti detentivi, e alle 12/15 ore di servizio nei Nuclei Traduzioni, con un età media del personale operante che varia fra i 52 e 55 anni di età e con 32/35 anni di servizio, con un accumulo di congedo ordinario che varia fra i 120/180/250 giorni di congedo degli anni passati e tutto ciò si ritorce negativamente sulla qualità della vita lavorata e della sicurezza degli Istituti e, di riflesso, di quella pubblica, ricordando a noi stessi, le continue aggressioni nei confronti delle poliziotte e dei poliziotti ormai diventate quotidiane, con i vari disordini, rivolte, tentativi di rivolta e i fatti della clamorosa evasione dei penitenziari foggiano, tranese, barese, tarantino che non hanno scalfito alcuna coscienza della Dirigenza Regionale e Nazionale, e nella totale indifferenza della politica Governativa e di Opposizione.

Si continua ancora a registrare Istituti come Foggia, Taranto, Lecce, Trani senza Comandanti di Reparto e Direttori titolari, con un continuo spreco di denaro pubblico con l'invio di Direttori e Comandanti in servizio di missione, lasciando allo sbando e senza una guida Donne e Uomini della Polizia Penitenziaria, alla mercede di gruppi di detenuti facinorosi e pseudonimi garanti dei detenuti, i quali considerano le Donne e Uomini della Polizia Penitenziaria bersagli di aggressioni, minacce e tentativi di prevaricazioni.

Quindi, conclude Damato, auspichiamo che si prenda seria coscienza della drammatica situazione delle carceri pugliesi, in particolare di quelle di Foggia, Trani, Bari, Taranto e Lecce, e si provveda nell'immediatezza nei correttivi gestionali, iniziando dalla scelta di Direttori e Comandanti all'altezza e competenti, alla rivisitazione urgente delle piante organiche, attraverso l'apertura immediata di tavoli di trattative con le Organizzazioni Sindacali rappresentative, in quanto non c'è più tempo da perdere in quanto si è perso già tantissimo tempo, se si vuole evitare il peggio di quello che accade, è accaduto, ma soprattutto di fermare l'emorragia in corso di pensionamenti anticipati in quanto pur contro la propria prospettiva, vengono richiesti per la situazione non più vivibile delle Poliziotte e dei Poliziotti, che così facendo assottigliano anche la consistenza delle proprie pensioni.

Per cui, ancora una volta, chiediamo un dibattito pubblico con la politica di riferimento che venga a contradire ciò che dichiariamo; se ciò non avviene, ci certifica quanto noi dichiariamo e che gli stessi temono il confronto sale della democrazia e delle istituzioni democratiche, noi siamo disposti già da subito.


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