Ambiente Cronaca Politica Lecce Surbo Trepuzzi Le barricate contro gli impianti a biometano: ora tocca a Surbo, Trepuzzi e Lecce È un “no” secco quello che arriva da Surbo, Trepuzzi e dal Pd Lecce. Dopo il niet dell’amministrazione di Lequile, spunta un nuovo caso. 23/10/2024 circa 3 minuti Sta facendo discutete l’ipotesi, che sembra profilarsi all’orizzonte, inerente la proposta progettuale per la realizzazione di un impianto di biometano in località Cafore, vicinissimo alla pregiatissima struttura dell’Abbazia di Santa Maria a Cerrate. L’allarme lo ha lanciato l’opposizione surbina sui social nelle scorse ore: “Vogliono edificare un impianto a biometano i cui effetti ricadranno sui cittadini di Surbo”. Filomena D’Antini Solero, Martina Gentile e Giuseppe Maroccia sono già sulle barricate e in mattinata hanno tenuto una riunione in Comune per “denunciare i rischi di un simile insediamento”. L’impianto a biometano alimentato da sansa e letame, va fermato con azioni concrete, secondo la minoranza. I consiglieri sono venuti a conoscenza, lo scorso 4 ottobre, del progetto definitivo per la realizzazione di un impianto agricolo di digestione anaerobica per la produzione di biometano, in località Cafore, a ridosso del territorio di Surbo, quindi hanno immediatamente presentato una richiesta di Consiglio comunale urgente aperto ai cittadini ed alle istituzioni interessate.I consiglieri di opposizione si sono chiesti perché il sindaco Trio non convochi urgentemente un consiglio comunale aperto e monotematico: “Chissà se senza il nostro accesso agli atti il sindaco Trio avrebbe ugualmente espresso la propria contrarietà all'impianto di biometano? Non basta scrivere una lettera e dire non sono d'accordo, né tantomeno può servire un parere tecnico politico in quanto non vincolante. La sua contrarietà manifestata solo formalmente e a titolo personale è solo uno slogan e non serve a bloccare l'impianto continuano i consiglieri di minoranza. La comunità di Surbo è da sempre gravata da insediamenti che hanno un impatto sul territorio, abbiamo lottato per oltre un anno contro i cattivi odori di un altro impianto situato in località Coppola, adesso ci ritroviamo di nuovo a dover intraprendere un'altra battaglia, a tutela della nostra comunità. Chi dovrà sopportare il cattivo odore? Possibile che non ci si renda conto di quanto questo nostro territorio sia già stato, nel tempo, aggredito nella sua identità rurale e agricola?”.I consiglieri surbini chiamano all’appello Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Arpa ed Asl, e chiedono l’approvazione di un ordine del giorno che esprima contrarietà all'insediamento dell'impianto. “Diversamente, il sindaco Trio e la maggioranza si assumeranno ogni responsabilità politica”.LA RIUNIONE DEL PDIeri sera si sono riuniti i coordinamenti dei circoli del Partito Democratico di Lecce, Surbo e Trepuzzi, con la presenza dei rispettivi segretari cittadini (Romeo Russo, Gigi Pareo e Franca Leo), dei dirigenti locali e degli amministratori comunali (per Trepuzzi era presente il Sindaco Taurino, per Lecce il consigliere Rotundo e per Surbo la vice sindaca Pareo e gli assessori Bianco e Carlino), per discutere dell’ipotesi di realizzazione di un nuovo impianto nei pressi dell’Abbazia di Cerrate.Esprimono profonda preoccupazione le segreterie del Pd di Lecce, Surbo e Trepuzzi: “Ad allarmarci principalmente sono due fattori: il primo, di carattere ambientale, riguarda la scelta della localizzazione in una zona già stressata nel corso degli anni dalla presenza di impianti di diversa natura, estremamente impattanti sul territorio in questione ricadente nell’area nord di Lecce e ai confini con i vicini comuni di Surbo e Trepuzzi. Il secondo fattore riguarda le ricadute negative che un tale ipotetico impianto avrebbe su importanti strutture turistico-ricettive ed eno-gastronomiche come, solo per citarne alcune, Tenuta Monacelli, Masseria Melcarne e Masseria Provenzani. Senza citare l’impatto negativo causato dall’estrema vicinanza all’attrattore culturale per eccellenza della zona, ossia la splendida Abbazia di Cerrate, patrimonio nazionale e bene del FAI. Noi crediamo, invece, che vadano sostenuti gli sforzi imprenditoriali, economici e culturali di quegli operatori che, attraverso un processo costante di valorizzazione del proprio territorio e del proprio patrimonio ambientale e culturale, in sinergia e con il supporto delle amministrazioni locali, hanno saputo dare vitalità ad un territorio ricco di storia e bellezza. Per queste ragioni auspichiamo che qualsiasi scelta venga sottoposta a un reale e trasparente processo partecipativo che coinvolga i cittadini, che si avvii un confronto istituzionale con tutte le amministrazioni coinvolte, che si valutino con oculatezza e attenzione ogni possibile ricaduta e che si ponga al centro della questione, in modo prioritario, la salvaguardia dell’ambiente e il lavoro di recupero e rilancio di un territorio tra i più belli del Salento e della Puglia”.
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