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“RSA inaccessibili”: il dramma delle famiglie con anziani non autosufficienti

Le storie di Maria e Antonella. Malati di Alzheimer gestiti alla buona in casa e posti col sostegno del pubblico introvabili e costosi.

“Sono costretta a gestire i miei due genitori in casa perché non posso pagare una struttura dove potrebbero fare terapie per rallentare il decorso della malattia ed essere gestiti adeguatamente- ci confida Antonella - Mio padre è malato di Alzheimer con demenza e mia madre ha il Parkinson. Io e mio fratello lavoriamo e possiamo permetterci solo una badante a ore. Purtroppo i costi sono improponibili: nelle strutture private ci hanno chiesto circa 2000 euro a persona, senza l’aiuto del pubblico”.

Le liste d’attesa per i posti accreditati e finanziati a metà dall’Asl sono lunghe.

“La pensione ce l’ha solo mio padre, perché mia madre non lavorava: in due si mantengono con circa 1500/1600 euro. Noi andiamo spesso in ospedale perché mio padre ha anche uno scompenso cardiaco. Medicine, capelli e tutto il resto in una RSA privata le pagheremmo noi”.

La popolazione invecchia e nella provincia di Lecce, con circa 8000 demenze gravi, riusciamo a garantire solo circa 1000 posti pagati per metà nel pubblico all’interno delle residenze sanitarie assistenziali. I costi non sono adeguati agli stipendi e alle pensioni medie. Le famiglie sono costrette a gestire in casa cronicità gravissime e ad andare e venire dai pronto soccorso facendo “scoppiare” gli ospedali salentini.

Una gestione che finisce per essere ancora più onerosa per il pubblico rispetto alla scelta di aumentare i posti disponibili nelle RSA, come avviene in regioni tipo l’Emila Romagna, dove hanno 32mila posti accreditati disponibili: una boccata di ossigeno per gli ospedali, che così non vengono trasformati in grandi reparti di geriatria.

“Ero una soccorritrice del 118 a Lecce, ma ho dovuto rinunciare a tutto per seguire mia madre: ora viviamo con la sua pensione”.

Anche Maria Capriati vive il dramma delle famiglie lasciate sole: ha raccolto 32mila firme su Change.org per chiedere un cambio di passo. La sua è una delle tante famiglie abbandonate, in attesa di un posto in una RSA, per metà pagato dall’Asl. “Mia madre è affetta da Alzheimer da cinque anni, necessita di cure per 24 ore, non deambula e ha bisogno di continua assistenza – afferma Maria – La situazione peggiora giorno dopo giorno: le cure casalinghe non sono più adeguate perché mancano le attrezzature adatte”.

Il dramma delle famiglie lasciate sole continua. Senza contare il fatto che anche le RSA annaspano per i mancati adeguamenti delle tariffe (le rilevazioni per adeguare i costi sono ferme al 2019) e c’è il rischio che si apra la stagione dei licenziamenti.
G.G.


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