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Celebrata anche a Melendugno la Festa dell'Unità d'Italia

Dichiarazione del sindaco di Melendugno Maurizio Cisternino sulla Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate.

Celebrata anche a Melendugno la Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate. Presenti il sindaco di Melendugno Maurizio Cisternino, il Presidente del Consiglio Comunale Cosimo Dima e le autorità militari.

Per il primo cittadino di Melendugno: ''Nella vita delle persone, così come nella vita dei popoli e delle nazioni, ci sono fatti e date che segnano passaggi fondamentali e che stabiliscono un prima e un dopo determinando, almeno formalmente, ciò che si era e ciò che non si è più. il 4 novembre 1918 è una di queste date, una data fondamentale nella storia del nostro paese, e l’armistizio di villa giusti, nei pressi di padova, è il fatto attraverso cui terminava ufficialmente la Prima Guerra Mondiale: una guerra che solo sui fronti aveva prodotto circa 8 milioni e mezzo di morti, di cui 615mila italiani''.

''Oggi, a 106 anni di distanza, con immutata commozione e in segno di rispetto verso i caduti di quella guerra e di tutte le guerre, e verso le istituzioni democratiche della nostra repubblica, celebriamo la festa dell’unità nazionale e la giornata delle forze armate. Come sindaco di questa comunità e come italiano, con orgoglio rivolgo il mio saluto a tutte le forze militari, civili e religiose che oggi, 4 novembre 2024, hanno voluto onorarci della loro presenza. Saluto con affetto e riconoscenza le due associazioni dei carabinieri in pensione e dei marinai d’italia, la polizia locale, il parroco e i ragazzi del nostro istituto comprensivo Rina Durante''.

''oggi sono particolarmente felice della presenza dei nostri ragazzi e sono grato alla dirigente, anna rita carati, e alle insegnanti tutte per averli accompagnati a prendere parte a questa celebrazione del 4 novembre. Commemorazioni come questa non hanno alcun senso se non ci sono dei giovani a cui consegnare il valore della memoria.
la memoria non deve essere un fuoco lento, usato per alimentare nostalgie ma deve essere un fuoco sempre vivo e forte,  capace di accendere desideri. La nostra storia, con tutti i suoi valori e i suoi insegnamenti, è una eredità dal valore incalcolabile che abbiamo il dovere di tramandare. e poiché non c’è eredità senza eredi, l’unico modo che abbiamo per non disperderla, è quello di creare degli eredi alla sua altezza''.

''Creare degli eredi significa educare una persona a riconoscere e a ricevere un valore, insegnandole poi a prendersene cura e a moltiplicarlo. questo è il principale dovere delle istituzioni, siano esse civili, militari o religiose; questo è il dovere dei cittadini, delle famiglie, degli insegnanti e degli adulti tutti, che hanno sempre verso i più giovani una funzione genitoriale. E nell’assumermi pienamente questa funzione voglio condividere con i nostri ragazzi, qui presenti oggi, non solo alcuni fatti storici ma soprattutto alcuni significati, figli di quei fatti, che restano fondamentali per la storia dell’italia e degli italiani.
oggi celebriamo la festa dell’unità nazionale perché, con la vittoria della guerra accanto alle potenze della triplice intesa, l’Italia ricevette dall’Austria il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste, completando così geograficamente, seppure con qualche delusione, il processo di unificazione nazionale''.

''E questo è sicuramente un fatto, ma ciò che più di ogni altra cosa voglio condividere con voi è il significato di questa guerra che pur nella sua assurdità, nella sua atrocità, nel suo essere il male assoluto ebbe, non dico il merito, ma sicuramente la funzione di “unificarci”, umanamente e fraternamente come italiani. Perché a renderci veramente italiani, per la prima volta, fu il combattere, il soffrire e il perire insieme per una stessa idea di patria, di giustizia sociale e di libertà. La violenza, l’inganno, l’angoscia e la paura della guerra annullarono tutte le distanze geografiche, linguistiche, sociali e culturali e ci resero tutti figli di una stessa grande nazione, quella italiana''.

''In questa giornata in cui celebriamo la memoria di un armistizio, che ci accompagnò poi nella costruzione della pace, altri armistizi vorremmo oggi annunciare, armistizi che da tanto tempo attendiamo, perché da troppo tempo sanguina il cuore dell’europa per via della guerra tra russia e ucraina e da sempre sanguina il medio oriente, registrando negli ultimi mesi una recrudescenza esponenziale e inaudita delle atrocità. non si può più tollerare che un “popolo scacciato” rimargini il suo dolore e costruisca la sua storia scacciando un altro popolo''.

''Generalmente chi è stato ferito impara a ferire, è vero, ma noi vogliamo essere maestri di un altro insegnamento. noi vogliamo insegnare a curare. e l’unica via di cura è l’ascolto, l’incontro, l’abbraccio. dove c’è ascolto non c’è guerra. Ai cari ragazzi dico che noi, insieme a loro, siamo chiamati a combattere per la pace. è sempre un combattimento, è vero, ma è un combattimento dove le armi sono quelle dell’istruzione e della cultura, e dove non ci sono perdenti ma solo vincitori. Forse queste parole possono sembrare esagerate e fuori luogo, perché si potrebbe pensare che la guerra sia lontana da noi, dal nostro Paese. Invece la guerra è vicinissima, sempre. Ci sono guerre grandi, guerre piccole, guerre visibili e invisibili. La guerra scoppia tutte le volte che si agisce una violenza su qualcuno e la violenza non è fatta solo di schiaffi, di bombe e di sangue ma molte volte la violenza è l’abbandono, la derisione, la solitudine. Forse i criminali che fanno scoppiare le guerre, da piccoli sono stati dei bulli che non hanno mai ricevuto il calore di un abbraccio, o peggio ancora sono stati vittime che oggi cercano il riscatto dalla parte sbagliata''.

''Quindi, quando vedete qualche compagno o compagna rimanere da solo o da sola, non lo si abbandoni mai, perché la solitudine può scatenare tanto dolore e il dolore può generare violenza. La guerra è molto più vicina di quanto si pensi. La guerra e la pace sono alla portata di tutti. Dipende soltanto da noi decidere da che parte stare. Tutti insieme rivolgiamo il nostro ultimo pensiero di amore e di immensa gratitudine a questi nostri caduti in guerra, figli, fratelli e padri del nostro paese, che per primi, eroicamente, si incamminarono sulla strada della gratuità di un amore oscuro e più grande, consentendoci di vivere da italiani liberi, in pace, democrazia e prosperità. Onore ai caduti, viva le forze armate, viva la Repubblica Italiana”.


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