Cronaca Politica Lecce 

Centrale di biometano, il fronte progressista torna alla carica con Italia Viva e M5S

Sabato 7 dicembre i sindaci di Surbo e Trepuzzi, con il centrosinistra leccese, si ritroveranno davanti all’abbazia di Cerrate per ribadire il “no” all’impianto in zona Cafore.

Il fronte progressista si ricompatta sulla battaglia ambientalista: sabato 7 dicembre, alle ore 10:30, si terrà il sit-in di protesta davanti all’abbazia di Cerrate contro la centrale di biomasse che dovrebbe sorgere a 540 metri dal monumento storico-architettonico e a circa 500 metri da una cava. La manifestazione è slittata di una settimana per motivi meteorologici, ma il fronte progressista scende in campo compatto, con i civici, il Pd, i renziani di Italia Viva, gli altri partiti della sinistra e il Movimento 5 Stelle.

Una sorta di prova di unità sui temi in vista delle prossime regionali. Saranno presenti i sindaci di Surbo e Trepuzzi, Oronzo Trio e Giuseppe Taurino, determinanti a dare battaglia. Il FAI appoggia la lotta contro il progetto di una struttura che “potrebbe far saltare il lavoro fatto per più di un decennio per trasformare località Cafore in una zona a vocazione turistica”, ma eviterà di partecipare per non apparire politicamente schierato.

Il centrosinistra leccese, con tutti i suoi gruppi, in maniera unitaria, ha deciso di protestare dopo la bocciatura del suo ordine del giorno in Consiglio comunale, che chiedeva tutte le verifiche tecniche e nuove misurazioni delle distanze (non sulle carte, ma sul posto).
“Sarebbe bastato leggere attentamente la relazione tecnica da cui si desume che il sito non è idoneo: per gli impianti a biometano ci devono essere tutti i punti del perimetro a 500 metri di distanza dalla cava che sorge lì vicino,  ma nella relazione del progetto non è così” - spiega il consigliere di centrosinistra, Antonio De Matteis.

“Pur riconoscendo il ruolo cruciale degli impianti di biometano per la chiusura del ciclo dei rifiuti e per l’economia circolare, ribadiamo che tali strutture devono essere inserite nel territorio con una pianificazione attenta, rispettosa del patrimonio culturale e paesaggistico e condivisa con le comunità interessate - scrive la segreteria di Italia Viva - La vicinanza dell’impianto all’Abbazia, sebbene conforme ai requisiti normativi, solleva dubbi sull’impatto visivo, sulle emissioni odorigene e sul traffico pesante che inevitabilmente interesserà l’area.

In questo contesto, la gestione politica della vicenda da parte dell’amministrazione comunale di centrodestra si è dimostrata inadeguata. La posizione interlocutoria assunta dalla sindaca Poli Bortone, che si è limitata ad attendere le verifiche tecniche degli uffici comunali, non ha dissipato i timori dei comuni di Trepuzzi e Surbo, che intravedono dietro questa attesa una sostanziale condivisione del progetto. Tali preoccupazioni sono state ulteriormente aggravate dal rifiuto, da parte della maggioranza, di approvare un ordine del giorno presentato dalla minoranza in Consiglio Comunale, che proponeva l’apertura di un’istruttoria pubblica sull’istanza dei proponenti.
Questa vicenda evidenzia l'errore di bloccare l'iter di approvazione del Piano Urbanistico Generale (PUG), che avrebbe potuto fornire una visione strategica e criteri chiari per l’inserimento di impianti industriali nel territorio. Inoltre, la rinuncia della sindaca al ruolo politico di indirizzo e la mancata consultazione dei comuni limitrofi dimostrano una grave mancanza di leadership e di una visione integrata per il territorio.

Italia Viva Lecce invita l’amministrazione comunale a riconsiderare il proprio approccio e a promuovere un confronto pubblico e partecipativo, coinvolgendo cittadini, associazioni e istituzioni locali. La transizione ecologica non può avvenire a scapito del patrimonio culturale, paesaggistico e della coesione territoriale.
Per queste ragioni, aderiamo alla manifestazione del 7 dicembre con le altre sigle già partecipanti e invitiamo la cittadinanza a partecipare, chiedendo soluzioni che sappiano conciliare innovazione e sostenibilità, progresso e rispetto per il territorio”.

L’amministrazione Poli se ne infischia di queste considerazioni, perché ha già spiegato che è intenzionata a seguire l’iter legale che si svilupperà in conferenza dei servizi, concedendo ai sindaci interessati di intervenire in quella sede.

Ma il sindaco di Trepuzzi, Giuseppe Taurino, insiste: “Abbiamo il dovere di difendere il nostro territorio, le sue bellezze artistiche e naturali. L’impianto che vogliono far sorgere a ridosso di Cerrate e della Marina di Casalabate va in contrasto con l’opera di riqualificazione che abbiamo messo in atto e programmato (con investimenti pubblici e privati) in tutti questi anni. In una parola sola: è incompatibile! Trepuzzi e Surbo, ma tutto il Nord Salento deveno restare uniti in questa battaglia a difesa del territorio”.

G.G.


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