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Consumo di suolo in provincia di Lecce, Sinistra Italiana: ''Percentuale doppia rispetto alla media nazionale e regionale''

Il Segretario provinciale Danilo Scorrano commenta i dati del rapporto a cura del Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente e Ispra.

Secondo il rapporto: “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura del Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e dell’Ispra, la provincia di Lecce incrementa ancora una volta il dato sul consumo di suolo con una percentuale pari al 14.4%, tre punti in più rispetto alle precedenti rilevazioni. 40.000 ettari consumati, con una percentuale, praticamente, doppia rispetto alla media nazionale e quasi altrettanto rispetto a quella regionale, che già sono medie altissime ed allarmanti. Peraltro, tutto ciò accade in un periodo di decremento demografico crescente, quindi ancor meno giustificato.

''Riteniamo sia necessaria una inversione, radicale, di tendenza, che non può essere data se non da una “rivoluzione” culturale che garantisca la tutela del territorio, la salvaguardia dell’ambiente e della salute'', afferma Danilo Scorrano, Segretario provinciale di Sinistra Italiana Salento.

''Da segnalare che nei nostri paesi è in atto una desertificazione, in ogni via, dei nostri comuni medio-piccoli, le case sfitte e in alcuni casi in stato di abbandono, sono pari o addirittura in numero maggiore di quelle abitate. Per non parlare del fenomeno degli affitti brevi e stagionali, spesso senza regole e autorizzazioni, che tolgono dal mercato abitazioni, necessarie, invece, per garantire un tetto a chi non può accedere ad un mutuo per l’acquisto della prima casa, purtroppo sempre più complicato da ottenere, per la precarietà e spesso la povertà del lavoro''.

''I vecchi piani regolatori in essere, ormai datati e avulsi dalla realtà, quasi sempre si rifanno a vecchie ed errate stime di crescita della popolazione e non hanno tenuto conto, invece, dello spopolamento per motivi economico-sociali del territorio, devono, quindi, essere riformulati attraverso la stesura dei nuovi PUG con criteri diversi e che tengano conto della realtà, rispettino i dettami del PTTR, che traccia delle linee guida e di confine ben definite, ma spesso, purtroppo, inapplicate''.

Per Scorrrano ''Vanno avviate politiche di recupero dell’esistente, indicate zone già dismesse e già cementificate per l’insediamento di nuovi opifici o strutture industriali a grosso impatto, limitandosi a ciò che davvero necessita al territorio e che garantisca benefici reali per i cittadini. Basta, quindi con i megaimpianti per la produzione di energia, per esempio, che tolgono terreno ai campi o che deturpano irrimediabilmente il paesaggio. E’ tanto spaventoso quanto inaccettabile il numero di richieste di autorizzazioni in tal senso che, se andassero in porto, sconvolgerebbero in modo irreversibile l’ambiente''.

''In questo settore, avendo, peraltro già dato come regione Puglia (la prima per produzione di energia da fonti alternative), saranno necessarie politiche di risparmio energetico, di sfruttamento delle aree private e pubbliche per l’autoproduzione, incentivare le comunità energetiche, ecc. La politica deve farsi carico di un problema che non va sottovalutato, in quanto incide direttamente, sulla salute e contribuisce in modo assoluto al cambiamento del clima e a tutto ciò che ne consegue''.

''Sinistra Italiana Salento, pensa che tutte le forze, che a vario titolo si sono occupate del problema, debbano fare squadra e favorire proposte che invertono questa tendenza tragica de insopportabile. Proponiamo di indire nei primi mesi del prossimo anno una conferenza, un tavolo tecnico politico che coinvolga esperti, ordini professionali, università, istituzioni ed associazioni per pensare, studiare un protocollo che veda tutti impegnati, affinchè quei dati che oggi giungono come un monito, inizino a regredire e ci salvino da ulteriori speculazioni e aggressioni del territorio da parte di multinazionali e lobby del cemento''.

''Sinistra Italiana Salento, spera e contribuirà fattivamente, affinchè si intraprenda questa battaglia di civiltà nell’interesse generale. Parta dal Salento, uno dei posti più belli della penisola, ma anche uno dei più sfruttati e devastati, un cammino di tutela, salvaguardia, valorizzazione e laddove possibile di rinaturalizzazione del territorio'', conclude Scorrano.


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