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Falsi miti sulla maternità e pregiudizi culturali: le verità delle donne in ''MaMa non MaMa''

Domani sera, al Palazzo Marchesale 9 monologhi daranno voce a chi, sentendosi fuori dal coro, si ritrova a vivere nel silenzio e nella menzogna per timore di essere etichettata come matrigna o donna a metà per aver scelto di non avere figli.

Raccontare le donne senza retorica, nell'universo complesso e contraddittorio di ognuno di noi. Domani, sabato 22 giugno, dalle 20:30, il Palazzo Marchesale di Melpignano ospiterà un originale e complesso spettacolo teatrale dal titolo MaMa non MaMa. Nove monologhi daranno voce a chi, sentendosi fuori dal coro, si ritrova a vivere nel silenzio e nella menzogna per timore che, confessando i propri limiti, possa essere etichettata come una matrigna o una donna a metà solo per aver scelto di non avere figli.

L'obiettivo è dissacrare la maternità, ripulirla da falsi miti e abbattere quei pregiudizi culturali che impediscono alle donne di vivere il ruolo di madre secondo i propri bisogni, in modo esclusivo. In un percorso a tappe, saranno gli spettatori a fare visita a nove MaMe che, finalmente, potranno essere ascoltate, raccontare le loro verità senza filtri, mostrando debolezze e fragilità, senza che dall'altra parte ci siano giudici pronti a condannarle.

MaMa è la dea che vive in ogni donna e, per nascere, ha bisogno di una rivoluzione intima contro qualsiasi modello precostituito. Una rivoluzione che si compie col potere del racconto e dell'ascolto, ha spiegato l'autrice, Veronica Valente, che ha curato lo spettacolo assieme al regista Guido Scopece.

L'evento è stato organizzato all'interno della rassegna Percorsi di genere in libertà organizzata dal consorzio ambito sociale Maglie, in collaborazione con il centro antiviolenza Dafne, gestito da Medihospes e il sostegno della Regione Puglia, per promuovere una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze. Una selezione di storie diverse tra loro trascineranno gli spettatori in un percorso a tappe, nelle quali ascolteranno nove donne che, finalmente, potranno raccontare le loro verità, senza filtri. Mostrando le loro debolezze e fragilità, senza che dall'altra parte ci siano giudici pronti a condannarle.



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