Salute Sette Cavallino 

Mal di testa, dolori al collo e cervicalgia: i consigli dell’esperta su come intervenire e i rischi dell’uso improprio di antinfiammatori

La dottoressa Alba Rosa Pati, neurologa presso il Poliambulatorio del Centro ''Calabrese'' di Cavallino, indica come agire.

Spesso sottovalutiamo la cervicalgia, i dolori al collo e le cefalee e ricorriamo al “fai da te” per eliminare i sintomi. Alcuni utilizzano impropriamente antinfiammatori ponendo le basi per una serie di patologie, in primis quelle dell’apparato digerente. Oggi, grazie alla disponibilità di una neurologa, la dottoressa Alba Rosa Pati, che opera nel Centro Calabrese di Cavallino (Poliambulatorio, punto di riferimento della provincia leccese, nel quale vengono utilizzati strumenti di ultima generazione per diagnosi di precisione), cerchiamo di fare chiarezza su come agire. Un altro tema interessante è quello della diagnosi preventiva di patologie neurologiche molto gravi come l’Alzheimer.

Il dolore lungo il collo, che raggiunge testa spalla e braccia, insistente e acuto, può essere il sintomo di un’artrosi cervicale? Qual è la diagnosi più efficace? Quali le tecnologie diagnostiche più affidabili?

«Il dolore che dal collo si irradia agli arti superiori può essere sintomo, in una prima battuta di discopatia/artrosi cervicale. Bisogna escludere comunque patologie infiammatorie, neuropatie e plessopatia. Gli esami complementari nella diagnostica differenziale sono pertanto l’emg-eng e la rm cervicale».

La cefalea ricorrente può anche celare una malattia cerebrale? Quali passi bisogna fare per approfondire?
«La cefalea ricorrente è un sintomo da approfondire, soprattutto quando non responsiva ai farmaci usati abitualmente, quando associata a fattori di rischio quali assunzione di estroprogestinici e fumo di sigaretta, quando si presenta allegata a nausea, vomito, disturbi del visus. In urgenza l’esame di scelta è la tc cranio, con angio-tc (un esame che permette di studiare la circolazione sanguigna nei vasi e nelle arterie del corpo mettendo in evidenza eventuali anomalie) se si vuole escludere una trombosi dei seni venosi (donne giovani, fumatrici, che assumono la pillola). In elezione si raccomanda una risonanza magnetica encefalo con mdc e angio rm, per escludere patologie tumorali e malformazioni vascolari in prima battuta».

La cervicalgia spesso viene curata con il “fai da te”: antinfiammatori di uso comune. Quali sono, invece, le figure mediche a cui ci si deve rivolgere e quali sono le cure più efficaci?
«La cervicalgia viene spesso curata in autonomia con antinfiammatori. Sono noti i numerosi effetti collaterali di tali farmaci assunti in maniera spropositata. Bisognerebbe pertanto rivolgersi a uno specialista, in primo luogo neurologi, ortopedici e fisiatri per scegliere la terapia in acuto in cronico più adatta, magari non solo farmacologica».

Oggi siamo più informati su patologie i cui sintomi venivano confusi con altre malattie psichiatriche: è il caso della miastenia. Negli ultimi anni si è fatto molto per sensibilizzare l’opinione pubblica: finalmente se ne parla. La figura del neurologo è centrale nella diagnosi e cura di questa condizione in cui tutti i muscoli volontari si indeboliscono e si affaticano rapidamente? Quali sono gli strumenti diagnostici da utilizzare se si sospetta che il paziente abbia la miastenia gravis?
«La diagnosi di miastenia è di pertinenza del neurologo e si basa sulla clinica, l'esame neurologico, i test di laboratorio (anticorpali) e l’emg (test delle stimolazioni ripetitive)».

Nelle patologie in cui il dolore è ricorrente può essere efficace prescrivere l’uso della cannabis?
«In alcune patologie neurologiche la cannabis può essere di supporto alle comuni terapie mediche».

L’Alzheimer sembra in aumento: c’è la possibilità di una diagnosi precoce? Per questa grave patologia che colpisce gli anziani quali sono le possibilità di prevenzione, oppure di ritardarne la fase acuta?
«La diagnosi precoce di Alzheimer è possibile ed è guidata dalla clinica e dalla familiarità. È supportata da test di laboratorio (marcatori liquorali), teste neuropsicologici e dati radiologici, Rm encefalo, PET FDG e PET con tracciante per amiloide. Una diagnosi in fase preclinica potrebbe permettere l’accesso a sperimentazioni o farmaci ormai inefficaci nelle fasi avanzate».

di Gaetano Gorgoni


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