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Le regole da seguire col caldo: ''Docce fredde e alcol peggiorano la situazione''

Le docce fredde e le bevande fresche non ci mettono al riparo dagli effetti devastanti di un caldo eccessivo: l’intervista al professor Mauro Minelli.

Oggi chiediamo chiarimenti al professor Mauro Minelli, immunologo, docente di dietetica e nutrizione umana presso università LUM di Bari, sugli effetti del caldo all’interno del nostro organismo. Il noto medico leccese stronca alcuni luoghi comuni per combattere la canicola, tipo le docce fredde, e alla fine ci regala utili consigli, che è bene sempre “rinfrescare”.

Professore, perché il caldo eccessivo può determinare problemi sanitari?
“Può accadere che, in presenza di condizioni ambientali caratterizzate da temperature esageratamente alte, la sudorazione, meccanismo preposto alle dinamiche di regolazione della nostra temperatura corporea, risulti del tutto insufficiente.  Per cui temperature elevate, magari associate ad una eccessiva umidità, impediranno al sudore di evaporare con un progressivo incremento del calore corporeo che può talvolta danneggiare organi vitali e il cervello. Ma, pur senza arrivare a questi eccessi estremi, temperature molto alte possono più facilmente provocare astenia, svogliatezza, crampi, malesseri, stordimento e turbe della concentrazione, svenimenti, edemi che, se pure di per sé non gravi, potranno comunque aggravare le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti”.
 
Cosa succede ad un organismo surriscaldato che abbia assunto bevande ghiacciate?
“Il corteo sintomatologico è quello tipico della cosiddetta‘congestione’: dolore toracico e sudorazione con conseguente disidratazione che si accompagna a sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia montante, secchezza della pelle e delle mucose, crampi muscolari, abbassamento talvolta drammatico della pressione arteriosa”.  
 
Cosa succede ad un organismo che sia rimasto lungamente esposto all’azione diretta dei raggi solari?
“Il quadro clinico è quello di una ‘insolazione’ che, oltre adeterminare eritemi o ustioni, si manifesta pure con crampi muscolari causati dalla perdita di sodio che consegue ad una sudorazione eccessiva. Potranno comparire anche edemi soprattutto alle caviglie causati da una ritenzione di liquidi come conseguenza di una vasodilatazione periferica prolungata. A seguire, potranno manifestarsi altri sintomi più o meno intensi a seconda della gravità della condizione, come sensazione generale di malessere, mal di testa, nausea, vomito e vertigine, fino ad arrivare a incontrollabili stati d’ansia e confusionali”.
 
Per rinfrescarsi quando fa tanto caldo, è meglio una doccia fredda o una doccia calda?
“Considerando che uno dei meccanismi ai quali il corpo umano ricorre per rinfrescarsi consiste nel consentire al sangue di avvicinarsi alla superficie della pelle per permettere la dispersione del calore, una doccia fredda, determinando vasocostrizione e dunque restringendo i vasi sanguigni della pelle, non è certamente il rimedio migliore per abbassare il calore corporeo. Accade, così, che dopo una doccia gelida, il corpo proverà a riscaldarsi facendoci sentire più bollenti di prima.
Cosa diversa, rispetto ad una doccia che dura poco tempo, è una immersione o una nuotata in acqua fredda, considerando che in tali circostanze il corpo si raffredda gradualmente. Dunque, una doccia tiepida o ancor meglio un bagno caldo/tiepido, magari prima del sonno, è la scelta più opportuna poiché aumenta il flusso sanguigno verso la pelle, migliorando la dispersione del calore”.
 
Può far bene, per stare un po’ più al fresco, preferire le vacanze in montagna?
“Certamente la montagna offre un ambiente benefico per molti, ma prima di sceglierla sarebbe importante valutare preliminarmente le proprie condizioni fisiche. Potrebbero non avere benefici ‘in quota’ coloro che dovessero soffrire di patologie cardiache, in ragione dell’oggettiva difficoltà ad affrontare l'altitudine e l'attività fisica che spesso si accompagna alle escursioni in montagna. Oltretutto, la minore concentrazione di ossigeno in alta quota creerebbe problemi respiratori anche alle persone asmatiche o con broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO). Un aspetto particolare da non sottostimare è quello che fa riferimento alle persone fobiche o ansiose che magari, trovando l'ambiente montano stressante e angosciante, vivrebbero la vacanza più come un incubo che non come uno svago. Le escursioni in quota andrebbero evitate dalle donne in fase avanzata di gravidanza, considerando che l'altitudine può influire negativamente, per rarefazione dell’ossigeno, tanto sulla madre quanto sul feto. Va segnalato, infine, che per persone con turbe dell’equilibrio o di mobilità magari legate a problemi neurologici, potrebbe essere pericoloso affrontare terreni irregolari e sentieri montani. Tutti questi rischi potenziali potrebbero essere molto limitati e perfino annullati dalla scelta di percorsi meno impegnativi, magari a quote più basse, certamente “fresche” ma senza rischi”.

Poche regole per difendersi dal caldo, ce le elenchi…
“Evitare di esporsi al caldo e al sole diretto
Uscire di casa solo nelle ore più fresche
Assicurare un adeguato ricambio di aria in casa agevolando, ove possibile, la ventilazione naturale
Mantenere le stanze fresche schermando, con persiane, tende o tapparelle, le finestre esposte al sole
Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte)
Fare bagni e docce frequenti e con acqua tiepida
Bere da 1,5 a 3 litri di acqua durante la giornata
Evitare alcolici e preferire cibi che contengono molta acqua, come frutta e verdura
Uscendo da casa, proteggere gli occhi con occhiali da sole e prevenire scottature con creme solari ad alto fattore protettivo
Indossare abiti in fibre naturali (lino o cotone) e indumenti traspiranti, meglio se di colore chiaro
Evitare l'attività sportiva all'aperto nelle ore più calde”.

di Gaetano Gorgoni


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