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Forni crematori a Scorrano e Botrugno, scontro tra ditte: pronta battaglia legale

Ancora polemiche dopo il progetto della Lecci srl a Scorrano: l’Ati che vuole costruire un forno a Botrugno incarica un legale per la diffida di Provincia e comuni interessati. Ambientalisti chi...

Ancora polemiche dopo il progetto della Lecci srl a Scorrano: l’Ati che vuole costruire un forno a Botrugno incarica un legale per la diffida di Provincia e comuni interessati. Ambientalisti chiedono una stretta da parte della Regione. L’Altair srl, capogruppo dell’Ati per la costruzione del tempio crematorio a Botrugno, ha dato mandato legale all’avvocato Maria Angela D’amico di Ruffano per invitare e diffidare la Provincia di Lecce, il Comune di Scorrano e quello di Botrugno, ognuno per le proprie competenze, a bloccare immediatamente l’iter autorizzativo del project financing, presentato dalla Leucci srl al Comune di Scorrano e per richiedere il provvedimento di aggiudicazione definitiva all’Altair srl atteso ormai da cinque mesi. La motivazione della decisione sta nel fatto che Scorrano non compaia tra i comuni individuati dalla Provincia come idonei a ospitare un tempio crematorio. Per quanto riguarda le polemiche del comitato “no al crematorio” e del gruppo di minoranza Apertamente, che ha richiesto alla Regione Puglia una stretta degli impianti di cremazione, così come avvenuto in Veneto, da Altair ribadiscono che il Veneto con una popolazione di 5 milioni di abitanti ha in attivo 7 crematori mentre la Puglia con oltre 4 milioni di abitanti ne ha soltanto uno a Bari. “Perciò – spiegano - alcun confronto può porsi in essere se non sul grado di civiltà e progresso che differenzia le due regioni. Invece, proprio grazie alla Legge Regionale di Polizia mortuaria ed alla delibera provinciale che autorizza solo un tempio crematorio sull’intero territorio, non si potrà avere la moltiplicazione selvaggia degli impianti”.  Ma il comitato “No al forno crematorio” e il movimento civico Apertamente proseguono la propria battaglia: “Siamo sempre più convinti – spiegano in una nota congiunta - che i forni crematori rappresentino un ragionevole pericolo sanitario ed ambientale per la popolazione e per il nostro già malato Salento, così come pericoloso può essere il project financing, strumento con cui viene proposta la realizzazione di tali impianti, rivelatosi talvolta una trappola in grado di minare enormemente il bilancio dei piccoli Comuni”. “Fa strano – precisano - poi notare la proposta di tali progetti da parte di aziende, costituite ad hoc, inattive e con capitale sociale irrisorio, come nel caso di Scorrano. Si parla di progetti milionari come se si parlasse di spiccioli. E le amministrazioni propinano ai cittadini queste iniziative come occasioni irrinunciabili, asserendo facili guadagni per le casse comunali”. A tutela della salute, dal comitato si chiede alla Regione Puglia “una stretta sulle autorizzazioni per nuovi insediamenti che vanno ad impattare sull’ambiente, valutando a priori lo stato di fatto del territorio che andrà ad ospitarli”.  

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