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Yeast Photo Festival: a Matino e nel Salento si riflette su cibo, business e sostenibilità

Da domani e fino al 3 novembre anche Malika Ayane, “Pupillo” dei Negramaro e Arrogalla alla terza edizione del Festival.

Cosa ha messo Yeast Photo Festival nel caffè? In questa terza edizione è diventato un po’ “NegrAmaro”: si può riassumere con questa battuta il coinvolgimento di Malika Ayane e “Pupillo” dei Negramaro nel festival di fotografia che si svolgerà dal 19 settembre al 3 novembre a Matino e nel Salento. In questa terza edizione di Yeast Photo Festival i due artisti coroneranno le giornate di venerdì 20 settembre e di domenica 22 settembre, mentre sabato 21 sarà la volta dell’artista sonoro Arrogalla.

Un coinvolgimento non casuale, ma dettato dalla sensibilità degli artisti per i temi che il festival tocca da vicino, in particolare quello della sostenibilità, per il quale in più occasioni Malika Ayane si è spesa. Yeast Photo Festival presenta infatti reportage, documentari, sperimentazioni e contaminazioni visive, storie di resistenza, per favorire una riflessione da molteplici punti di vista sul consumo consapevole del cibo, un gesto quotidiano di cui spesso non comprendiamo l’impatto e le conseguenze che determina.

Un’attenzione particolare sarà rivolta anche ai giovanissimi: in collaborazione con KidsLovePhotography, infatti, sarà costruita una caccia al tesoro che permetterà ai bambini di vivere il festival in modo dinamico ed educativo.


KidsLovePhotography ha coinvolto i fotografi partecipanti, chiedendo loro di inviare immagini su temi specifici, che rispettino il proprio stile personale di vedere, sentire e catturare foto, queste saranno dunque trasformate in un puzzle visivo ed enigmi, nascosti nel Palazzo di Matino, cuore di Yeast Photo Festival. Durante la caccia al tesoro, i bambini dovranno cercare queste immagini e risolvere gli enigmi fotografici. Una volta completati tutti i temi, sarà possibile comporre una parola chiave e vincere un premio.

I due eventi di presentazione di Yeast Photo Festival avranno luogo nei giorni giovedì 19 settembre e venerdì 20 settembre, rispettivamente al Palazzo Scarciglia di Lecce e in Piazza San Giorgio, a Matino, entrambi alle ore 18:00.

Una scelta non casuale, quella della doppia conferenza d’apertura, che rende bene l’idea di un festival che coinvolge più luoghi della provincia di Lecce per un’esperienza che va oltre la fotografia, toccando anche i luoghi più suggestivi del Salento.

Ignoriamo che dietro un frutto trendy come l’avocado vi siano storie di criminalità organizzata e sfruttamento delle risorse idriche. Che la carne che consumiamo e che spesso importiamo dal Brasile abbia esiti devastanti sull’ambiente, alimentando la crisi climatica, che a sua volta costringe a sperimentare nuove colture tropicali in Sicilia. Che le filiere e i sistemi di produzione generano conseguenze non solo a livello climatico, ma anche sulla salute pubblica. Il cibo che consumiamo racconta un intero sistema tecno-sociale che contamina ogni angolo del pianeta, alterando il complesso rapporto tra uomo e ambiente.

Sono alcune delle riflessioni che ci consegnano i 15 progetti, diversi dei quali per la prima volta in mostra in Italia, protagonisti della terza edizione di Yeast Photo Festival - From Planet to Plate - a Matino e nel Salento, dal 19 settembre al 3 novembre. La nuova edizione del festival verrà presentata giovedì 19 settembre con la conferenza di apertura a Palazzo Scarciglia a Lecce, alle 18, dove interverranno i co-direttori del festival, Flavio&Frank e Veronica Nicolardi, la direttrice artistica Edda Fahrenhorst, Dario Babbo - vice presidente ArtWork, Don Antonio Montinaro - presidente Fondazione Splendor Fidei,  Johnny Toma -  sindaco del Comune di Matino, la fotografa canadese Sarah Boutin.

“Per la terza edizione di Yeast Photo Festival  - afferma Edda Fahrenhorst Direttrice artistica -   ci concentriamo più che mai sulla questione che riguarda l'impatto delle abitudini alimentari individuali sul nostro Pianeta, e non solo, anche su come il consumo di cibo degli esseri umani abbia un effetto in ambito sociale e, non ultimo, sulla crescente catastrofe climatica.In quindici lavori provenienti da molti Paesi del mondo saranno presentati diversi aspetti della questione per stimolare la riflessione e la discussione”.


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