Cronaca Lequile 

Rimandato a casa con l’emicrania, morì poche ore dopo: indagati due medici

Iscritti nel registro due medici dell’ospedale “Perrino” di Brindisi per la morte di Andrea Lorenzo Lezzi di Lequile

Morì a 19 anni lo scorso 2 gennaio nonostante fosse stato portato due volte in ospedale. Per questa vicenda, la Procura di Brindisi, per il tramite del Pubblico Ministero Francesco Carluccio, ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, due medici. Si tratta dei sanitari che ebbero in cura Andrea Lorenzo Lezzi, di Lequile, nel Leccese, deceduto in circostanze tutte da chiarire il 2 gennaio 2021 all’ospedale “A. Perrino” di Brindisi: si tratta di F. R., 55 anni, di San Giorgio Jonico (Taranto), responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia del nosocomio brindisino, e F. P., 40 anni, di Lecce, un altro neurochirurgo.

L’apertura del procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, è avvenuta per il tramite del Pubblico Ministero Francesco Carluccio, il quale ha disposto l’esame autoptico sulla salma incaricando come propri consulenti tecnici il dottor Biagio Solarino, medico legale, dell’istituto di medicina Legale del Policlinico Universitario di Bari, ed il dottor Carlo Del Vecchio, neurochirurgo, anch’egli del Policlinico barese: l’incarico sarà conferito venerdì 15 gennaio, alle 9, negli uffici della Procura. Alle operazioni peritali, che si svolgeranno a seguire, parteciperà anche il dottor Andrea Molino, medico legale di parte per la famiglia Lezzi messo a disposizione da Studio3A. I risultati della perizia autoptica saranno ovviamente fondamentali per dare le prime risposte.

Al ragazzo, a causa di un’emorragia cerebrale subita da piccolo, era stata applicata una derivazione ventricolo-peritoneale: era sotto controllo e seguiva una terapia farmacologica, ma conduceva una vita del tutto normale praticando anche sport a livello agonistico, in particolare il sollevamento pesi. Il 27 dicembre scorso, però, il giovane è stato assalito da un violento mal di testa e i genitori, temendo si trattasse di un evento collegato alla derivazione, l’hanno appositamente accompagnato al pronto soccorso del “Perrino”, nosocomio dove opera il neurochirurgo che lo aveva operato all’epoca, al Bambin Gesù di Roma, F. R.

Il paziente è stato sottoposto alla Tac, che tuttavia non avrebbe evidenziato danni o patologie in corso, e pertanto dopo poche ore è stato dimesso, con l’unica prescrizione di aumentare il dosaggio del medicinale che già assumeva. Nel pomeriggio del 31 dicembre, tuttavia, persistendo le emicranie che gli procuravano anche autentici tremori, la madre e il padre di Andrea Lorenzo lo hanno riportato all’ospedale di Brindisi, da dove però i sanitari, non ritenendo vi fosse uno stato di urgenza, lo hanno rimandato a casa.

Ma i dolori al capo si facevano sempre più lancinanti e così, la sera stessa, il ragazzo e i suoi genitori hanno effettuato il terzo accesso al Perrino, dove finalmente Lezzi, dopo aver atteso per alcune ore al Pronto Soccorso, alle 5 del mattino di Capodanno è stato ricoverato per essere sottoposto a nuovi controlli, tra cui un’altra Tac. Accertamenti che hanno evidenziato problemi seri, se è vero che i genitori del giovane, nel frattempo rincasati, sono stati richiamati in tutta fretta da un neurochirurgo per informali che doveva sottoporre il figlio a un intervento all’addome per verificare lo stato della derivazione, e che si sarebbe consultato con altri colleghi per valutare se eseguire un’altra operazione con lo stesso scopo a livello cranico.

Purtroppo, però, un paio d’ore dopo essere uscito dalla sala operatoria ed essere stato riportato nella sua stanza di degenza, Andrea Lorenzo ha nuovamente iniziato ad accusare terribili dolori al capo e tremori, è svenuto ed è caduto in coma. Il ragazzo è stato prima inutilmente rianimato, quindi sottoposto a un intervento cranico per verificare la funzionalità del catetere per il reflusso encefalo addominale, ma dopo l’operazione è stato dichiarato cerebralmente morto. 

Sconvolti dalla perdita del figlio e, soprattutto, non riuscendo a capacitarsi di cosa fosse accaduto né avendo ricevuto spiegazioni dal personale medico, i genitori del ragazzo hanno deciso di andare fino in fondo per fare piena luce sui drammatici fatti e ottenere giustizia. Attraverso il consulente legale Luigi Cisonna si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ed è stata presentata una denuncia presso la stazione dei carabinieri di Lecce riferendo ogni circostanza e chiedendo all’autorità giudiziaria di procedere con ogni atto ritenuto opportuno, in particolare il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia, per verificare se possano configurarsi responsabilità colpose da parte dei sanitari nella gestione del caso, con particolare riferimento a eventuali sottovalutazioni della gravità del problema lamentato fin dal primo accesso al pronto soccorso dell’ospedale Perrino.

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