Arte e archeologia Parabita 

Stretti in un abbraccio da 28mila anni, la suggestiva sepoltura nella Grotta delle Veneri di Parabita

I due scheletri di un uomo e di una donna risalenti al Paleolitico sono stati ritrovati abbracciati: segno che in vita era stretti da un legame molto forte

Ha suscitato molto interesse e interrogativi sulla vita e le sorti dei due protagonisti il rinvenimento delle ossa di due individui – un uomo e una donna - morti 28mila anni fa e sepolti “abbracciati” nella Grotta delle Veneri di Parabita. I due scheletri risalenti al Paleolitico sono stati deposti su un fianco, faccia a faccia, con gli arti inferiori intrecciati: una posizione molto «intima» che testimonia di sicuro un forte legame in vita.

Lo studio su questa sepoltura è contenuto nel recente volume «LA GROTTA DELLE VENERI DI PARABITA (LECCE)» a cura di Elettra Ingravallo e Renata Grifoni Cremonesi ed è a cura del Laboratorio di Antropologia Fisica dell'Università del Salento.


La storia dei due «amanti» di Parabita stuzzica la fantasia e il Laboratorio ha voluto pubblicare una ricostruzione grafica per far comprendere come sono stati effettivamente ritrovati i due scheletri abbracciati: «La sepoltura fu in parte sconvolta durante il Neolitico – si legge nel post - degli scheletri rinvenuti, soltanto le ultime vertebre lombari, le ossa dei due bacini e gli arti inferiori erano in articolazione. Nell’immagine si può osservare la ricostruzione della posizione della parte inferiore dei corpi; in grigio un’interpretazione del volume occupato dalla loro parte superiore tenendo presente l’estensione della fossa e il rinvenimento dei canini di cervo facenti parte di un copricapo; infine nell’ovale giallo l’area di rinvenimento delle ossa delle mani, che ci porta a credere che i due individui fossero effettivamente abbracciati».


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