Politica Lecce 

''Illegittimità nelle procedure di mobilità attivate dalla Giunta Poli''

Lecce Città Pubblica chiede l’annullamento in autotutela e la pubblicazione di un avviso pubblico.

Il gruppo consiliare di Lecce Città Pubblica ha scritto oggi al segretario generale del Comune di Lecce una Pec in cui chiede l’annullamento in autotutela della delibera del 5 dicembre 2024 e degli atti conseguenti sulle procedure di mobilità che hanno portato al trasferimento a Palazzo Carafa di 11 dipendenti provenienti da altre amministrazioni e chiede di ripeterlo emanando prioritariamente l’avviso pubblico da pubblicizzare secondo le modalità previste dalla legge a tutti i potenziali interessati e interessate.

Già nelle scorse settimane, la minoranza evidenziò e rese pubblica– dopo un primo esame del provvedimento – una plateale questione di inopportunità politica legata ad una parentela tra una dipendente e un assessore comunale. Dopo aver acquisito e letto tutti gli atti e ottenute dagli uffici le risposte scritte a specifiche interrogazioni, siamo oggi nelle condizioni di evidenziare la totale illegittimità dei provvedimenti politici e gestionali emanati.

Questi i rilievi sollevati:

- Violato regolamento comunale e normativa vigente: non c’è stato il bando pubblico

''Tutto ha inizio con la delibera di giunta del 5/12/2024 con la quale si decide di attivare la procedura di mobilità – invece che ricorrere allo scorrimento della graduatoria dei concorsi svolti dal Comune di Lecce nel 2023 – per ragioni di economicità ed efficienza, sulla base di quanto disposto nell’ex art. 30 comma 2 del D. Lgs. 165/2001, che disciplina il passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse. E di tenere conto delle diverse richieste già pervenute a quella data al Comune da parte di dipendenti in servizio presso altri comuni. Il dirigente dell’Ufficio Personale, ricevuto l’indirizzo della giunta, procede alla nomina della commissione senza emanare alcun avviso pubblico. In risposta ad una precisa interrogazione sull’argomento, viene messo nero su bianco dall’assessore al ramo che “non è previsto alcun bando di mobilità” essendo sufficiente un accordo diretto tra le amministrazioni interessate. Qui la prima clamorosa illegittimità. L’art.51 del Regolamento sulle modalità di reclutamento del personale e procedure concorsuali del Comune di Lecce, che recepisce norma e giurisprudenza nazionali, specifica che il passaggio diretto di un dipendente da un'altra amministrazione può avvenire solo nella modalità di interscambio, ossia solo assumendo personale in entrata con contestuale trasferimento di personale in uscita. In sostanza, uno scambio di ruoli vero e proprio: un dipendente cede l’incarico a un altro che, viceversa, gli cede il proprio, se appartengono entrambi alla stessa qualifica funzionale (per esempio, sono entrambi istruttori o entrambi funzionari). In tutti gli altri casi le amministrazioni sono tenute a pubblicare sul proprio sito istituzionale, per almeno trenta giorni, un bando fissando preventivamente i requisiti, le competenze professionali e indicando quali e quanti sono i posti da ricoprire. Nulla di tutto questo è avvenuto con il procedimento seguito dalla giunta Poli, che non ha scambiato ma ha solo acquisito dipendenti da altre amministrazioni, senza cederne nessuno, accogliendo richieste di trasferimento pervenute in maniera diretta e sottoponendo solo chi aveva avanzato questa richiesta a un breve colloquio conoscitivo. Nessun avviso pubblico, nessuna selezione, nessun punteggio''.

La delibera di giunta del 5/12 è viziata da conflitto d’interesse

''Ma c’è di più. La Giunta Poli approva in giunta lo schema di accordo con altri enti per l’avvio della procedura di interscambio (si legge così in oggetto, anche se l’interscambio, di fatto, non c’è) il 5 dicembre del 2024, scrivendo in istruttoria “che sono pervenute presso questo Ente diverse richieste di mobilità”. Fra queste richieste, c’è anche quella – protocollata il 28 novembre 2024 – di un parente entro il quarto grado di un componente della giunta (nello specifico, il coniuge di un assessore), che ha dato il nulla osta alle assunzioni. Qui, la legge è molto chiara. L’art. 78, comma 2, del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali dispone che gli amministratori comunali devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado informando l’organo competente. Pertanto, qualora giungano all’approvazione della giunta proposte deliberative per le quali ricorrano le predette condizioni, l’amministratore dovrà astenersi dal partecipare alla riunione e alla votazione. Nel caso di quella seduta, la delibera riporta l’unanimità del voto favorevole dei presenti con la giunta al completo e senza indicare alcun assente o astenuto. La legge prevede che la delibera assunta in violazione del dovere di astensione è viziata da invalidità relativa ed è, perciò, annullabile. Un simile vizio inficia l'intero provvedimento e non solo la parte che riguarda l'amministratore interessato. Da qui la richiesta di annullamento in autotutela della delibera e degli atti conseguenti e di ripetere l’intera procedura emanando un avviso pubblico. Agendo in questa maniera illegittima, l’amministrazione ha precluso a una platea potenzialmente più ampia di candidati e candidate di poter anche solo fare richiesta di trasferimento. Questo l’aspetto politico più delicato della questione: chi, in possesso dei requisiti previsti dalla normativa, avesse avuto intenzione di chiedere il trasferimento a Lecce, come avrebbe potuto sapere che si era aperta una finestra per farlo, visto che, fra le altre cose, nella delibera non è specificato neppure l’arco temporale (da quando a quando) fosse possibile inviare la propria candidatura? Tant’è che sono state accolte domande arrivate prima della pubblicazione della delibera, ma anche domande pervenute più di un mese dopo'', concludono i consiglieri comunali Carlo Salvemini, Silvia Miglietta e Sergio Della Giorgia.


Potrebbeinteressarti