Politica Melendugno 

Caso Tap, la Provincia bacchetta i Comuni di Melendugno e Vernole: «Accordo al ribasso»

Il sindaco De Carlo: “Non abbiamo abbandonato il tavolo provinciale: siamo stati contattati”

Malumori in Provincia per la “fuga in avanti” dei comuni di Melendugno e Vernole. In queste ore il presidente Stefano Minerva ha svelato che una trattativa con Tap c’era già, coordinata dall’ente provinciale, su iniziativa dei dirigenti del gasdotto: coinvolgeva tutti gli enti che si sono costituiti parte civile nel processo per l’inquinamento della falda. Sul tavolo delle trattative c’erano oltre 22 milioni. “La proposta dei vertici tap metteva d’accordo tutti, ma qualcuno ha deciso inspiegabilmente di accordarsi al ribasso”, tuona il consigliere provinciale Renato Stabile. La bozza di accordo della multinazionale del gasdotto Tap al tavolo provinciale era di versare 8 milioni alla Provincia di Lecce, in favore di politiche ambientali che avrebbe messo in atto l’ente, 10 milioni sarebbero andati a Melendugno, 4 milioni a Vernole, 4 a Lecce, 2,8 a Lizzanello e 600 mila euro a Castrì. C’era persino Martano nella prima proposta di accordo: erano stati offerti 600mila euro, anche se la città non è interessata dal passaggio del “tubo”, ma è solo tra gli enti protagonisti della denuncia penale per danno ambientale.
I vertici del Trans-Adriatic Pipeline, che dalla frontiera Greco-Turca giunge fin sulla costa Adriatica-salentina, volevano chiudere la questione dei risarcimenti con una pioggia di milioni, ma poi le cose si sono messe male per l’accusa, all’interno del processo, visto che il pm ha chiesto l’assoluzione per la maggior parte delle accuse. Anche il presidente della Provincia Stefano Minerva conferma che i dirigenti Tap si sono presentati più di un anno fa per fare la proposta di chiusura del contenzioso e per chiedere il ritiro della costituzione di parte civile nel processo penale offrendo molto più denaro di quello che mettono sul tavolo oggi. 
“Tutto a un tratto veniamo a sapere che la partita viene chiusa a 6 milioni a Melendugno e non 10 e che anche Vernole gioca una partita solitaria per oltre 2 milioni e non più i 4 che erano stati offerti. Vorremmo che ci spiegassero perché questa fuga in avanti al ribasso”, protesta Stabile. Gli incontri a Palazzo dei Celestini, con il coordinamento provinciale, si sono tenuti alla fine dell’anno scorso, ma poi il ricorso regionale ha fatto saltare il banco. “Quindi il governo e poi i giudici amministrativi hanno spiegato che l’ente regionale non c’entra nulla - ricostruisce Stabile - Mentre aspettavamo una nuova riunione con Tap, perché ormai potevano riprendere le trattative, abbiamo saputo che Vernole e Melendugno vanno per fatti loro. Perché hanno abbandonato il tavolo provinciale rinunciando a un bel po’ di milioni?”. La domanda se la fa anche il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva: “Non riusciamo a comprendere come si possa ignorare un tavolo per le trattative con Tap già avviato e andare ad accordarsi senza dirci niente. Assurdo che Melendugno e Vernole abbiano trattato da sole. I sindaci sono andati da soli: è una cosa anomale!”. Ma per il  sindaco di Vernole, Mauro De Carlo, la ragione è chiara: “Siamo stati contattati dai vertici Tap. Noi non vogliamo chiudere al ribasso: stiamo ancora lavorando per il bene della comunità”. La realtà dei fatti è che il processo non si è messo bene e i vertici Tap hanno cambiato strategia, quindi è scattato il si salvi chi può.

G.G.


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