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Credito d'imposta ZES, il ministro Fitto all'Agenzia delle Entrate: ''Verificare dati''

Ma Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Pd, rilancia: ''Da Fitto imbarazzante caccia alle streghe. Unico responsabile è lui''.

Lo scorso 22 luglio è stata definita, con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, la percentuale da applicare per determinare l’ammontare del credito di imposta ZES spettante alle imprese che ne hanno fatto domanda per gli investimenti effettuati, dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, nel territorio della ZES Unica.

Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha determinato tale percentuale rapportando il limite complessivo di spesa previsto dalla legge all'ammontare complessivo dei crediti d'imposta richiesti dalle imprese, con il risultato di definire un credito d’imposta pari al 17,6668% dell’investimento realizzato, un valore significativamente inferiore a quello prefigurato dalla norma, che riconosce alle imprese che investono nella ZES Unica fino al 60% del costo sostenuto.

“Si tratta - ha dichiarato il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, con delega alla Zona economica speciale - di un provvedimento adottato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate senza alcun confronto”.

Infatti, come previsto dalla norma, le imprese hanno inserito le loro richieste di credito d’imposta ZES nella finestra temporale che va dal 12 giugno al 12 luglio 2024, indicando ai fini della fruizione dell’agevolazione sia investimenti già effettuati alla data di inserimento della richiesta che investimenti che si intende effettuare nei prossimi mesi, fino al 15 novembre prossimo.

Le imprese, ragionevolmente, hanno prenotato un ammontare di credito d’imposta superiore a quello corrispondente agli investimenti già realizzati, e l’esatto ammontare di investimenti da agevolare sarà noto solo nel 2025, quando le imprese daranno evidenza degli investimenti effettivamente realizzati. Ciò significa che l’ammontare di credito d’imposta richiesto è solo un valore potenziale, che deve essere attentamente esaminato. Proprio al fine di qualificare le richieste pervenute dalle imprese, e in considerazione dell’importanza che il credito di imposta ZES occupa per la strategia del Governo di rilancio del Mezzogiorno, il Ministro Fitto aveva richiesto al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, con nota del 17 luglio scorso, alcune informazioni indispensabili per l’implementazione della misura.

Tale richiesta, avanzata inizialmente nella piena consapevolezza che in assenza di queste informazioni vi è il rischio di penalizzare le iniziative degli operatori economici realmente interessati, è tuttavia rimasta inevasa, tant’è che il Ministro Fitto ha deciso di reiterarla in data odierna, integrandola con la richiesta di un’analisi dei dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

Al riguardo, occorre sottolineare che lo stanziamento per il credito di imposta ZES per il 2024, è stato calcolato in aumento rispetto al passato quando, per lo stesso ambito territoriale, erano previsti il credito di imposta per il Mezzogiorno e il credito di imposta maggiorato per gli investimenti effettuati nei territori delle otto ZES.

Il Governo, dunque, ha scelto di scommettere sullo strumento del credito d’imposta ZES per rilanciare la competitività del tessuto produttivo del Mezzogiorno sia stanziando un ammontare più elevato di risorse, sia aumentando significativamente l’intensità massima dell’agevolazione.

A partire dalla richiesta di dati e analisi reiterata oggi dal Ministro Fitto nei confronti del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, il Governo sta procedendo nel solco di quella visione strategica, in linea con l’ambizione della riforma, affinché il credito d’imposta ZES possa incentivare le imprese ad investire nel Sud.

Intanto, Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico, ha affermato in merito: ''Il Ministro Fitto dà il via alla più imbarazzante caccia alle streghe. Dopo il provvedimento con cui l’agenzia delle entrate ha certificato il fallimento del credito di imposta Zes, ci saremmo aspettati quantomeno delle scuse pubbliche da parte del Ministro. E invece no. Con una nota degna delle commedie all’italiana degli anni '70, il ministro Fitto scarica la responsabilità sul Direttore Ruffini, accusato di aver fatto tutto da solo. Ruffini, al contrario, è “colpevole” soltanto di aver seguito per filo e per segno le disposizioni (art. 5, co. 4 e 5) del decreto attuativo dello scorso 17 maggio. Decreto che, è bene sottolinearlo, è stato scritto e firmato dallo stesso Ministro Fitto con il concorso del Ministro Giorgetti''.

''Fare scarica-barile è un atteggiamento infantile che offende la serietà e il prestigio delle istituzioni. È dallo scorso settembre che diciamo che le risorse messe a disposizione erano ridicole e adesso tutti i nodi sono venuti al pettine. Purtroppo per Fitto il suo bluff è stato scoperto prima che avesse il tempo di fuggire a Bruxelles. Ora la smetta di nascondersi dietro un dito e chieda scusa una volta per tutte'', conclude il deputato piddino.


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