Salute Sette Lecce 

Vacanze natalizie, via alle maratone alimentari fra cene, brindisi e auguri. Rischi, consigli e cose da evitare

Con l’immunologo Mauro Minelli affrontiamo la questione delle abbuffate durante le feste: il nostro organismo ne può risentire, bisogna fare attenzione.

Da sempre, nella settimana che precede il Natale, nell’elenco degli impegni quotidiani c’è l’organizzazione di aperitivi, pranzi e cene e diventa sempre più tangibile la difficoltà di controllare l’alimentazione, in quanto a Natale è facile eccedere in pietanze dolci e salate, da cui durante l’anno ci teniamo più a distanza o che comunque consumiamo con moderazione. I trigliceridi, arrivando a livelli preoccupanti dopo un pasto decisamente troppo abbondante, possono provocare un'infiammazione ai vasi sanguigni all'interno e intorno al cuore. Gli eccessi a tavola possono determinare uno squilibrio di tutto il nostro organismo partendo dal microbiota intestinale. Il miglior consiglio, dunque, è limitare i danni.

Eppure questo è un meraviglioso periodo di socializzazione e gioia. Ne parliamo con l’immunologo, dottor Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso università LUM di Bari.

''I pranzi e le cene diventano uno strumento di condivisione, di aggregazione, ma possono anche trasformarsi in momenti generatori di rischi alimentari, non solo quelli legati a schemi dietetici caratterizzati da un eccesso di grassi saturi e di zuccheri, ma anche quelli derivanti da una non adeguata conservazione degli avanzi, che facilita la proliferazione di microrganismi patogeni''.

C’è un modo per limitare i problemi?
''Questi rischi si possono ridurre con piccole attenzioni.
Primo passo nell’organizzazione della spesa è badare alla quantità di cibo che si acquista, soprattutto di quello fresco e deperibile, come latte e latticini, carne, pesce, uova, salse e creme a base di uova crude. Questi hanno una vita commerciale di breve durata e per le loro peculiarità sono un substrato favorevole alla crescita dei microrganismi patogeni. Se prepariamo in anticipo dei piatti, dopo la cottura, evitiamo di lasciarli per lunghi periodi a temperatura ambiente, ma preoccupiamoci di raffreddarli adeguatamente per poi riporli in frigorifero, che è opportuno non riempire mai troppo. Infatti, se gli scomparti sono troppo pieni, viene ostacolato il riciclo dell’aria al suo interno e ciò blocca un buon raffreddamento e quindi una ottimale conservazione dei cibi''.


Non è necessario eliminare tutti i piaceri del palato...
''Per diminuire poi i danni causati da un’alimentazione scorretta o disordinata senza essere costretti a rinunciare ai piaceri della tavola, potrebbe essere vantaggioso utilizzare come fonte proteica il pesce, capace di ridurre l’apporto calorico senza rinunciare al gusto. Utile ed oltremodo opportuno sarà pure, dopo aver magari consumato alimenti ricchi in proteine, evitare di abbinarne altri carichi dello stesso nutriente. Quindi, attenzione al consumo simultaneo ad esempio di carne e formaggi. Decisamente più corretto, invece, è aumentare il consumo di verdure crude che, ricche di vitamine e fibre, aiutano a ridurre il senso di fame, a migliorare la funzionalità intestinale e abbassare l’indice glicemico dovuto all’aumento dell’apporto di zuccheri e di carboidrati. Evitare di abbinare la pasta con altri alimenti ricchi in carboidrati come le patate ed ancora escludere, dopo un’abbuffata di dolci prelibatezze del pranzo di Natale, pasti a base di sola frutta o a base di succhi, spremute e centrifughe. Scegliamo, semmai, di cenare con piatti composti da alimenti come le cicorie, la scarola, i carciofi o il radicchio che, grazie alle loro proprietà depurative e digestive, agevoleranno la funzionalità del fegato, promuovendo il metabolismo dei grassi e del colesterolo''.

Muoversi, fare sport, resta centrale anche durante le vacanze: il benessere fisico non può andare in vacanza.
''Certamente. Ultimo ma non ultimo consiglio è quello di ricordarsi, tra un pranzo ed uno sfizio, dei benefici apportati dalla pratica di attività fisica: privilegiamo, dunque, gli spostamenti a piedi e, dopo un pasto abbondante, anche mezz’ora di camminata al giorno può fare la differenza''.

di Gaetano Gorgoni


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