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Il cambio di stagione porta all’aumento dei virus influenzali: “No agli antibiotici, sì ai vaccini”

Il professore Mauro Minelli, nell’intervista di oggi, spiega che contro i virus si può giocare d’anticipo, ma se ci ammaliamo sono sconsigliati gli antibiotici.

Con l’arrivo della stagione fredda, aumenta il rischio di contrarre la tanto temuta influenza. Ogni anno, in Italia si verificano epidemie che iniziano in autunno e raggiungono il picco durante l’inverno, con un impatto significativo sulla sanità pubblica, reso evidente dall’aumento degli accessi al pronto soccorso  e dei ricoveri ospedalieri soprattutto di soggetti fragili.

L'influenza è un'infezione respiratoria acuta causata da virus influenzali, principalmente di tipo A e B. Questi virus si diffondono rapidamente e l’impatto globale è notevole: fino al 30% della popolazione europea ne viene colpita, con milioni di casi gravi in tutto il mondo e oltre 600.000 decessi legati a complicanze respiratorie.
La trasmissione avviene principalmente attraverso goccioline emesse con tosse o starnuti, ma anche tramite superfici contaminate. I sintomi più comuni sono febbre alta, tosse, dolori muscolari, mal di testa e affaticamento (nei bambini possono comparire nausea e vomito). Nella maggior parte delle persone, la malattia si risolve spontaneamente in 7-10 giorni, ma anziani, persone con malattie croniche e donne in gravidanza sono più a rischio di sviluppare complicanze.

 “Il vaccino antinfluenzale è la forma più efficace di prevenzione, consigliata fin dall’inizio dell’autunno. Poiché l'immunità richiede circa due settimane per svilupparsi, è fondamentale vaccinarsi il prima possibile per proteggere se stessi e le persone più vulnerabili.
 Gli antibiotici non sono efficaci, perché l’influenza è causata da un virus del tutto insensibile all’azione dei farmaci antibiotici” - ci spiega il professor Mauro Minelli, immunologo e docente di dietetica e nutrizione umana presso università LUM di Bari.

Professore, in arrivo la stagione dell’influenza: come riconoscerla e proteggersi? 
“L’influenza è una malattia infettiva acuta di tipo respiratorio, causata da virus influenzali che circolano in tutto il mondo. In Italia si registrano epidemie stagionali che iniziano in autunno e raggiungono il picco in inverno. L’impatto dell’influenza ogni anno è notevole: si pensi che in Europa l’infezione interessa fino al 30% della popolazione e che, in tutto il mondo, si registrano milioni di casi di malattia grave che porta al decesso per complicanze respiratorie oltre 600 mila persone.
In Italia, l’influenza e la polmonite che da essa deriva rientrano tra le principali cause di morte, avendo anche un impatto importante in termini di sanità pubblica. Questo perché, nel corso della stagione in cui i virus influenzali circolano, si registra un importante incremento degli accessi in Pronto Soccorso e un aumento dei ricoveri ospedalieri, con conseguente impennata dei costi per la gestione di questi casi e delle complicanze che dall’infezione possono derivare. I principali responsabili della sintomatologia influenzale classica sono i virus di tipo A e B. 
I virus dell'influenza A sono classificati in base alle loro due proteine di superficie: emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA). Due sottotipi di HA (H1 e H3) e due sottotipi di NA (N1 e N2) sono riconosciuti tra i virus dell'influenza A come causa di malattia umana diffusa nel corso degli ultimi decenni. L'immunità verso queste proteine riduce la probabilità di infezione e, insieme all'immunità alle proteine virali interne, riduce la gravità della malattia in caso di infezione.
I virus dell'influenza B si sono evoluti in due lignaggi viraliche sono stati responsabili, negli anni e in modo variabile, di casi di influenza a livello globale”.

È vero che l’influenza cambia ogni anno? 
“Alla base dell’epidemiologia dell'influenza c’è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale. Per questo motivo, è necessario che i vaccini antinfluenzali stagionali vengano riformulati ogni anno. A questo ci pensa OMS, che nei primi mesi dell’anno valuta quali siano i ceppi virali da inserire dell’aggiornamento del vaccino, al fine di rendere i vaccini disponibili già in autunno”.

Trasmissione e sintomi dell’influenza, parliamone… 
“L'influenza si trasmette principalmente con le goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti, ma può anche essere trasmessa attraverso il contatto con le secrezioni respiratorie di un soggetto che ne è già affetto. Il periodo di incubazione dell'influenza stagionale è solitamente di due giorni. Gli adulti possono diffondere l'influenza da un giorno prima dell'inizio dei sintomi fino a sette giorni dopo. I bambini e i soggetti fragili possono essere contagiosi anche per un periodo più lungo. L’influenza si presenta tipicamente con la febbre alta, che insorge improvvisamente, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni sono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Nei bambini, sarà comune il verificarsi di nausea, vomito e diarrea. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, mentre alcune categorie di pazienti possono andare incontro a complicanze o addirittura ad un peggioramento delle loro condizioni cliniche di base. Si pensi a persone anziane o a individui con patologie croniche, ma è importante menzionare anche le donne in gravidanza”.

Come prevenire l’influenza?
“Non è possibile prevedere quando arriverà il picco dell’influenza. Per tali ragioni, la vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione. Tenendo presente che la risposta immunitaria impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente, le linee guida Ministeriali invitano a vaccinarsi il prima possibile, già all’inizio della stagione autunnale. Per ridurre il rischio di diffusione della malattia, è indispensabile e prioritaria la vaccinazione degli operatori sanitari, che, qualora dovessero contrarre l’influenza possono rappresentare un rischio per i pazienti con cui vengono a contatto, le cui condizioni risultano spesso sono gravate da soggettive fragilità. Non dimentichiamo, inoltre, che le epidemie possono provocare alti livelli di assenteismo in ambito lavorativo e anche ambito scolastico. Per queste motivazioni, è fondamentale la vaccinazione dei bambini, categoria particolare perché difficilmente gestibile in termini di misure di protezione individuale, e soprattutto in grado di trasmettere precocemente l’infezione. Una singola dose di vaccino è sufficiente come richiamo annuale, ad accezione dei bambini minori di 9 anni che non sono mai stati vaccinati prima. In questi casi, infatti, è opportuno che i bambini ricevano 2 dosi di vaccino, a 4 settimane di distanza. È inoltre possibile la somministrazione simultanea con altri vaccini, come quello anti-COVID 19”.

C’è la possibilità di reazioni allergiche causate dai vaccini?

“Parlando di reazioni allergiche, è opportuno ricordare che tutti i vaccini antinfluenzali sono controindicati in caso di ipersensibilità ai principi attivi o ad uno dei costituenti del vaccino, inclusi eccipienti o eventuali adiuvanti. Le persone allergiche alle uova possono ricevere qualsiasi vaccino antinfluenzale autorizzato e raccomandato per l'età senza alcuna controindicazione. Nei casi di storia positiva per grave allergia all’uovo, la vaccinazione non è controindicata, ma può essere comunque effettuata in ambiente protetto”.

Quali sono i consigli per il trattamento dell’influenza?

“È va fondamentale sottolineare un aspetto: l’importanza di riconoscere l’influenza, e trattarla in quanto virus. La stagione influenzale coincide con il periodo dell’anno in cui viene usato uno spropositato numero di antibiotici. Il ricorso agli antibiotici è spesso improprio, in quanto questi farmaci non sono efficaci contro le infezioni causate da virus. Per cui, per il contrasto del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, sarà opportuno imparare a trattarla come virus, ricorrendo all’utilizzo di tamponi rapidi disponibili in farmacia per riconoscerla, e trattando i sintomi che si manifestano, non dimenticando mai di idratarsi e di proteggere gli altri dal possibile contagio. Il virus farà il suo corso e passerà da solo”.


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