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Attenti al “ginocchio del corridore” dopo i 45 anni: ecco come prevenire, cominciando dalle scarpe, e curarsi

Correre fa bene anche alle articolazioni. Con la dottoressa Giulia Carimati, specialista in ortopedia, vi spieghiamo come affrontare la condizione dolorosa delle ginocchia.

La corsa è un’attività fisica salutare per tutto l’organismo e, se praticata con le dovute accortezze, può contribuire al benessere delle articolazioni. Si tratta di uno sport semplice da praticare e anche per questo è particolarmente apprezzato anche da chi svolge attività fisica amatorialmente. Tuttavia, per alcune sue caratteristiche, può comportare lo sviluppo di disturbi all’articolazione del ginocchio, in particolare il cosiddetto “ginocchio del corridore”, una condizione dolorosa ma facilmente evitabile. Dall’età, al suolo, alle scarpe, sono diversi i fattori da tenere in considerazione quando si parla di corsa, in particolar modo se si decide di rimettersi in moto dopo un periodo di sedentarietà e senza aver seguito un adeguato allenamento. 

Ne parliamo con la dottoressa Giulia Carimati specialista in ortopedia dell’Unità Operativa di Ortopedia del ginocchio e Traumatologia dello sport presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. 


Dottoressa, quali sono i sintomi del cosiddetto “ginocchio del corridore?


“L’articolazione del ginocchio è formata da quattro legamenti: crociato anteriore, crociato posteriore, legamento collaterale mediale (LCM) e legamento collaterale laterale (LCA). In caso di episodi traumatici distorsivi, i legamenti possono lesionarsi con diversi livelli di severità, ma si tratta di eventi poco comuni nella corsa: in questo sport, infatti, sono più frequenti gli infortuni da sovraccarico. Durante la corsa il ginocchio, ma anche i tendini e i muscoli della gamba, sono sottoposti a continue sollecitazioni che possono comportare l’insorgenza di disturbi più o meno invalidanti, soprattutto se questa attività viene praticata con un’intensità non adeguata. 

Il ginocchio del corridore o “sindrome della bandelletta ileotibiale” (Sindrome ITB) è una delle patologie più comuni nei runners. Si tratta di un processo infiammatorio della zona ileotibiale, cioè l’ultimo tratto della fascia lata che riveste i muscoli superficiali della coscia, che presenta dei sintomi particolarmente dolorosi. È il dolore, infatti, la manifestazione principale del disturbo, acuto o sordo e situato generalmente nella parte laterale, esterna, del ginocchio”.


Cosa bisogna fare di fronte a certi campanelli d’allarme?


“Che si tratti di ginocchio del corridore o di un infortunio al ginocchio di altra natura, quando si avverte dolore bisogna sempre interrompere la corsa. Il dolore all’articolazione del ginocchio durante l’attività sportiva, infatti, è di tipo meccanico e, dunque, non è mai indice di uno sforzo positivo, ma spia di un possibile problema. 

Non bisogna sottovalutare il sintomo, quindi, ma fare riferimento tempestivo allo specialista ortopedico, che indicherà eventuali esami e trattamenti a cui sottoporsi per risolvere il problema. Quando il disturbo è risolto, generalmente si può ricominciare a praticare la corsa, ma in modo graduale e senza sforzare eccessivamente l’articolazione”. 


Come prevenire gli infortuni al ginocchio? 

 

“Per prevenire l’insorgenza di dolori all’articolazione del ginocchio è importante prestare attenzione ad alcuni aspetti prima di iniziare a correre:

* usare scarpe adatte: non si può correre con qualsiasi tipo di scarpa, ma bisogna acquistare quelle pensate per questa funzione, provandole e assicurandosi che siano confortevoli per il proprio piede. Scarpe poco adatte, infatti possono comportare l’insorgenza di infiammazioni ai tendini e alla muscolatura della gamba;

* scegliere il suolo adeguato: non ogni terreno è adatto per la corsa, i più indicati per questa pratica sono quelli morbidi, che garantiscono una buona ammortizzazione, mentre sarebbero da evitare asfalto e cemento;

* allenarsi in maniera graduale: chi inizia a correre deve farlo gradualmente, per un tempo contenuto e su percorsi brevi, semplici e pianeggianti, aumentando solo successivamente intensità e tempo;

* praticare un’attività di riscaldamento: prima di correre è importante riscaldare i muscoli che sostengono il ginocchio con stretching ed esercizi mirati agli arti inferiori;

* mantenere sotto controllo il peso corporeo: il sovrappeso aumenta il rischio di sviluppare dolori al ginocchio poiché aumenta l’intensità di carico e impatto sull’articolazione del ginocchio, su quella dell’anca e sulla colonna vertebrale;

* sottoporsi a un controllo medico preventivo prima di iniziare a praticare la corsa: è importante avere consapevolezza delle proprie condizioni fisiche ed escludere la presenza di eventuali patologie che potrebbero essere aggravate dalla corsa e in presenza delle quali sono magari preferibili altre attività fisiche;

* rivolgersi a un trainer se si pratica corsa a livello agonistico: chi partecipa a competizioni e maratone deve mantenere monitorate le proprie prestazioni fisiche e curare la propria salute prestando attenzione a ogni aspetto, dall’allenamento all’alimentazione”.


A quale età bisogna praticare la corsa e quando smettere? 


“La corsa è un’attività sportiva che può apportare benefici prestando attenzione all’età in cui si sceglie di praticarla. Particolarmente utile per lo sviluppo del corpo negli adolescenti, soprattutto se abbinata ad altre attività fisiche aerobiche (per esempio il nuoto), continuando fino circa ai 40 anni, la corsa è un buon modo per mantenersi in salute, contenere il peso e prevenire l’insorgenza di patologie come l’osteoporosi. 

Dopo i 45 anni, però, è meglio sostituire questo sport con altre attività  preferibilmente in scarico e che provocano un minore impatto sulle articolazioni, come la bicicletta oppure il trekking e la camminata. La corsa, infatti, come abbiamo detto comporta uno stress biomeccanico al ginocchio non indifferente, che tende ad aumentare con l’avanzare dell’età, anche a causa di una possibile usura della cartilagine, a maggior ragione se la persona dovesse sviluppare sovrappeso o non essere adeguatamente allenata. Il rischio, in questo caso, è di manifestare scompensi biomeccanici e sintomatologia dolorosa”.


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