Salute Sette Repici: «Intelligenza artificiale riduce incidenza tumori a colon e retto: Puglia a macchia di leopardo» Intervista al prof. Alessandro Repici, direttore del Dipartimento di Gastroenterologia di Humanitas e docente di Humanitas University. 16/05/2022 circa 5 minuti Intervista al professore Alessandro Repici: “Abbiamo dimostrato che l’intelligenza artificiale riduce l’incidenza dei tumori al colon e retto. Puglia a macchia di leopardo”.Il prof. Alessandro Repici, direttore del Dipartimento di Gastroenterologia di Humanitas e docente di Humanitas University e Direttore Scientifico di Humanitas Istituto Clinico Catanese, insieme al prof. Cesare Hassan, ha dimostrato (in uno studio pubblicato su The Lancet Digital Health, una delle riviste scientifiche più autorevoli e prestigiose al mondo) che con l’intelligenza artificiale si riduce il rischio di tumori al colon e al retto e si prevengono più facilmente queste gravissime patologie.“Il tumore del colon è la seconda causa di morte per cancro in Italia e, ad oggi, lo strumento migliore per la sua corretta diagnosi è la colonscopia - ci spiega il professor Repici al telefono - I ricercatori di Humanitas sono impegnati da anni sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale che possano supportare i professionisti sanitari nell’identificazione dei polipi anche di dimensioni molto piccole, altrimenti difficili da notare o perché non ben esposti, o a causa del loro colore, spesso molto simile a quello della mucosa sana”. Con l’intelligenza artificiale si possono raggiungere grandi risultati anche in altri campi, ma la cosa veramente importante è impedire che alcuni centri continuino a fare diagnosi con tecnologie obsolete. Si tratta di rispetto verso la vita di tanti pazienti. Professore, ora è certo che l’intelligenza artificiale ci aiuta a risparmiare vite umane, ma anche tante risorse economiche che il pubblico deve poi spendere per curare malati che non intervengono in tempo sulla malattia, vero? “Giustissimo, il miglioramento della diagnosi salva la vita e anche le finanze pubbliche: lo abbiamo dimostrato. L’Intelligenza Artificiale si è dimostrata una valida alleata nella prevenzione dei tumori del colon e del retto: i suoi algoritmi, infatti, permettono una maggiore precisione nell’identificazione di polipi durante la colonscopia. Oggi riusciamo a evitare tanti errori diagnostici grazie a un algoritmo. L’utilizzo di questi software, infatti, richiede alle strutture ospedaliere investimenti economici molto alti (pari a circa 19 dollari per paziente). Lo studio firmato da Humanitas ha dimostrato che, nell’arco di 30 anni, questi investimenti non solo vengono interamente ammortizzati, ma generano anche un risparmio se paragonati alle spese mediche per i pazienti con tumore del colon. Gli strumenti di Intelligenza artificiale, infatti, migliorano il tasso di identificazione delle lesioni del colon del 44%, riducendo il rischio di incorrere in errori diagnostici. L’esecuzione di colonscopie di screening con l’ausilio dell’IA è associata, da un lato, ad una riduzione dell’incidenza dei tumori del colon dell’8,4% e dall’altro ad un risparmio economico di 57 dollari per persona grazie alla riduzione dei costi di terapia legata alla maggiore prevenzione”. Dunque, oggi dobbiamo essere in grado di premiare le strutture all’avanguardia ed evitare di sprecare risorse su chi non si adegua alle nuove tecnologie, vero? “Esatto. Il PNRR è una grande opportunità per tutti, per una sanità che dia ai cittadini, senza differenze geografiche, le stesse possibilità diagnostiche. È un’ingiustizia insopportabile che qualcuno debba avere una diagnosi errata solo perché si è rivolto a un centro che non aggiorna le sue tecnologie. La medicina fa progressi ogni giorno e bisogna stare al passo per combattere tumori gravi come quelli al colon o al retto. Tra l’altro, investimenti di questo tipo sono convenienti per tutta la società”. Quindi il suo studio ci dice anche che lo Stato non deve sprecare le risorse su strutture che non si adeguano alle novità tecnologiche?“Ma è quello che avviene anche in America: se tu sei competitivo, se sei in grado di offrire delle tecnologie all’altezza dei tempi, allora puoi essere aiutato dal pubblico e puoi percepire dei fondi per l’innovazione. In Italia non devono essere sprecate risorse su chi non investe sull’intelligenza artificiale. Sia il pubblico che il privato nella sanità devono essere in grado di stare al passo con le nuove tecnologie e con le innovazioni diagnostiche, altrimenti i soldi pubblici sono sprecati e si corre rischio di fare un danno ai pazienti che si rivolgono a centri non all’altezza”. Mettiamo a confronto due territori lontani: la provincia di Bergamo e la Puglia, ad esempio. Qual è la situazione in questi due territori?“Nella bergamasca c’è più omogeneità tutti i centri che si occupano di diagnosi dei tumori al colon e retto sono all’avanguardia e utilizzano bene l’intelligenza artificiale. Diversa è la situazione al sud. In Puglia, ad esempio, ci sono dei centri straordinari, ma la situazione è più a macchia di leopardo. Ecco perché il mio studio acquisisce una rilevanza fondamentale sia dal punto di vista del diritto alla salute, che deve essere garantito a tutti, che dal punto di vista economico. Obiettivo del progetto è studiare il rapporto costo-efficacia delle tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA) nell’ambito della colonscopia. Se lo Stato investe nell’intelligenza artificiale, fa un investimento proficuo: diversamente spreca i soldi. Questo non significa che non siano importantissime anche le professionalità, quindi dei bravi medici: tecnologie all’avanguardia ed équipe specialistiche ben preparate sono le armi migliori contro una delle malattie più atroci contro cui combatte l’umanità. L’insieme dei dati che emergono nello studio pubblicato su Lancet testimoniano l’importanza di continuare ad investire in Intelligenza Artificiale sia per garantire al paziente un’assistenza sempre più efficace e personalizzata, sia per promuovere una Sanità più sostenibile”. A causa del Covid, per due anni la prevenzione si è quasi fermata. Sono stati fatti pochissimi screening…“Questa è una cosa molto grave, che rischiamo di pagare in futuro. È necessario recuperare, accelerare sugli screening e sugli esami”.In alcuni centri della provincia di Bergamo le Tac hanno cominciato a funzionare anche la notte per ridurre le liste d’attesa. Si potrebbe fare così per la colonscopia?“Stiamo già dando un’accelerata, ma è chiaro che si può fare di più e anche questa può essere un’idea. Le istituzioni devono rimboccarsi le maniche. La lotta a tante forme gravi di tumore si gioca sul tempo. Quello a cui tengo particolarmente è che ci sia omogeneità di diagnosi in tutto il territorio italiano. Non voglio che accadano più certi errori diagnostici. Più di qualche volta, dopo aver diagnosticato un tumore a qualche paziente, mi sono sentito dire: ‘Ma io avevo fatto la colonscopia ed era tutto in regola’. Fare un passo in avanti con l’intelligenza artificiale è un dovere per tutta la sanità italiana, pubblica e privata. Dobbiamo essere in grado di offrire a tutti e in qualsiasi posto le stesse opportunità diagnostiche e tempistiche rapide”.Gaetano Gorgoni
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